Recensione: Gran Turismo – la storia di un sogno impossibile, scritto e diretto da Neill Blomkamp

Basato su fatti realmente accaduti e dalla famosa serie di videogiochi della Sony per PlayStation. Il ritorno alla regia di Neil Blomkamp ha soddisfatto le aspettative?
La recensione di Gran Turismo - la storia di un sogno impossibile, con Orlando Bloom

Articolo pubblicato il 11 Febbraio 2024 da Giovanni Urgnani

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile
Genere: azione, biografico
Anno: 2023
Durata: 134 minuti
Regia: Neill Blomkamp
Sceneggiatura: Neill Blomkamp, Jason Hall, Zach Baylin
Cast: Orlando Bloom, David Harbour, Dijimon Hounsou, Archie Madekwe, Geri Halliwell, Darren Barnett, Takehiro Hira, Thomas Kretschmann
Fotografia: Jacques Jouffret
Montaggio: Austyn Daines, Eric Freidenberg, Colby Parker jr.
Colonna Sonora: Lorne Balfe
Paese di produzione: Giappone, Stati Uniti

Presentato in anteprima al Micheaux Film Festival, distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 25 agosto 2023 e in quelle italiane il 20 settembre dello stesso anno. Ispirato all’omonima serie di videogiochi della Polyphony Digital ed a fatti realmente accaduti.

La trama di Gran Turismo – la storia di un sogno impossibile, diretto Neill Blomkamp

Di seguito la trama ufficiale di Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile, diretto da Neill Blomkamp:

 

Jann Mardenborough è un giocatore adolescente dl videogame Gran Turismo, che grazie alla sua abilità di gioco, vince una serie di competizioni, organizzate dalla Nissan, per diventare un pilota professionista. Sono uniche le emozioni che la serie di videogame di Gran Turismo trasmette da ben venticinque anni ai propri giocatori. Jann diventerà un pilota professionista di auto da corsa, seguendo le istruzioni di Jack Salter, un pilota in pensione che insegna al ragazzo come gareggiare. Ma non tutto sarà così semplice a dispetto dell’apparenza, Jann lo scoprirà in prima persona.”

 

 

La recensione di Gran Turismo - La storia di un sogno impossibile, con Dijimon Hounsou

 

 

La recensione di Gran Turismo – la storia di un sogno impossibile, con Orlando Bloom e David Harbour

La trasposizione cinematografica di videogiochi (e non) è ormai diventata la nuova frontiera per costruire un nuovo filone commerciale all’interno dell’industria della settima arte, che possa raccogliere il testimone di quello supereroistico, ormai da più di vent’anni protagonista del botteghino mondiale. I tentativi sono stati molti recentemente, per la maggior parte non molto felici, né dal punto di vista qualitativo né dal riscontro del pubblico, fino all’arrivo di Super Mario, che ha saputo richiamare in sala gente di tutte le età, dagli appassionati di lunga data ai bambini/ragazzi di oggi. Gran Turismo si presenta in una doppia veste: trasposizione videoludica e racconto biografico; in qualsiasi modo lo si prenda funziona in entrambi i casi, i riferimenti al materiale di partenza sono amalgamati bene, principalmente dal punto di vista visivo. Il regista raggiunge la quadra garantendo un’esperienza di puro intrattenimento, sfruttando appieno il potenziale spettacolare cinematografico dell’automobilismo, trovando un proprio stile tecnico ed estetico, non facile impresa visti i folti precedenti. Le sequenze di corsa trasmettono adrenalina, pathos e partecipazione, con movimenti e stacchi sempre comprensibili, in cui la messa in scena è esaltata nella sua magniloquenza, con il giusto equilibrio tra azione e narrazione.

 

 

 

 

I pregi e difetti di Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile, tratto da una storia vera

La storia raccontata è strutturata in maniera alquanto semplice, rispettando per filo e per segno i canoni della favola contemporanea, il protagonista segue linearmente il percorso evolutivo dell’eroe classico: affermazione, caduta, rinascita e consacrazione finale. Jack Salter, interpretato da David Harbour, incarna la classica figura del mentore: nel suo allievo rivede sé stesso e l’occasione di rivincita per recuperare le delusioni passate che hanno ostacolato il corso della sua carriera. L’identità della pellicola è molto chiara, vive di una forte consapevolezza, evitando in primis di essere complicato o tridimensionale nella caratterizzazione dei personaggi, poiché l’obiettivo è garantire il divertimento del cinema popolare, per fortuna riuscendoci pienamente. Alcune soluzioni discutibili ovviamente non mancano: stucchevole è l’abuso dell’espediente narrativo della vittoria al fotofinish, così come il dover per forza costruire dinamiche rivali tipiche maschili, con tanto di “cattivi” a fare da ostacolo.

 

 

La vicenda narrata non rappresenta soltanto l’avventura di un uomo, Jann incarna tutto il mondo videoludico che nel corso di questi anni è cresciuto nella sua cognizione, cerca di farsi largo e di affermarsi nel mondo dell’arte, superando ogni tipo di preconcetto e resistenza. La figura del gamer sta prendendo sempre di più la forma del professionismo e attorno a questi prodotti si è sviluppato un mondo critico, tant’è che anche le riviste/blog, dedicate al cinema e alle serie tv, si organizzano per fondare un settore dedicato. Se con la mente si viaggia indietro nel tempo si può constatare come lo stresso percorso sia stato intrapreso proprio dalla “Settima Arte”: per almeno un ventennio non era considerata altro che un intrattenimento da fiera e il cinematografo un’evoluzione tecnologica per migliorare la fotografia, per poi imporsi nel modo in cui tutti conoscono. Ciò significa che questa pellicola esce nelle sale al momento giusto, poiché il discorso in questione è di forte attualità ed azzeccare i tempi dell’uscita non è assolutamente cosa da poco.

Voto:
4/5
Andrea Barone
2.5/5
Andrea Boggione
2.5/5
Christian D'Avanzo
2.5/5
Gabriele Maccauro
2/5
Alessio Minorenti
2/5
Matteo Pelli
3/5
Vittorio Pigini
2/5
0,0
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Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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