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Recensione – Fondazione 2: una nuova crisi è in arrivo

Tra i titoli di punta di Apple TV+ si fa largo la serie tv “Fondazione” con una nuova imperdibile stagione.
Fondazione creata da David S. Goyer e Josh Friedman

SCHEDA DEL FILM

Titolo della serie: Fondazione
Genere: Sci-Fi, Drammatico
Anno: 2021 – in produzione 
Durata media: 45-69′ 
Ideatori: David S. Goyer, Josh Friedman
Cast: Jared Harris, Lee Pace, Lou Llobell, Leah Harvey, Laura Birn, Terrence Mann e Cassian Bilton
Colonna Sonora: Bear McCreary
Paese di produzione: Stati Uniti d’America

Uno dei prodotti di punta della piattaforma Apple TV+ è sicuramente “Fondazione”, una serie tv statunitense e libera trasposizione dell’omonima serie di celebri romanzi di Isaac Asimov. David S. Goyer e Josh Friedman, gli ideatori e sviluppatori del prodotto televisivo sci-fi, firmano una seconda stagione sorprendente che prosegue l’intrigante racconto di questo grandissimo viaggio che intraprendono un gruppo di esiliati, capitanati da una sorta di profeta, con l’obiettivo e lo scopo di salvare l’umanità e ricostruire la civiltà, cercando di porre fine alla decadente dinastia imperiale. Di seguito la trama e la recensione della seconda stagione dello show televisivo.

La trama della serie di David S. Goyer e Josh Friedman

Dopo la nascita ed il successivo sviluppo della Prima Fondazione, una nuova grande crisi sta per abbattersi sui seguaci dello scienziato Hari Seldon (Jared Harris), colui che ha elaborato la psicostoria, una nuova scienza che grazie alla matematica ed alla statistica è in grado di mostrare possibili eventi futuri. Gaal Dornick (Lou Llobell), rientrata su Synnax il suo pianeta natale, trova la capsula di Salvor Hardin (Leah Harvey), la guardiana di Terminus, e la risveglia, scoprendo la verità ed il legame tra le due eroine. Madre e figlia, in compagnia di Seldon, si dirigono su Ignis, la possibile sede di una Seconda Fondazione, ma nel frattempo l’Impero viene a conoscenza della fiorente società di seguaci del profeta e che Terminus non è stato distrutto come credevano. Tra terribili visioni del futuro ed i tortuosi percorsi che intraprendono i componenti della Fondazione e, allo stesso tempo, le tre versioni di Cleon, prende piede una seconda e nuova crisi per l’intera civiltà. 

Fondazione creata da David S. Goyer e Josh Friedman

La recensione di Fondazione, la seconda stagione

Nonostante le notevoli differenze con il famoso ciclo di romanzi da cui la serie è tratta, questa seconda stagione ha il grande merito, innanzitutto, di ampliare sia la storia alla base sia i percorsi e lo sviluppo dei vari protagonisti. Tutto comincia dove si concludeva la stagione precedente ovvero dall’incontro tra Gaal e Salvor, le quali sono costrette ad intraprendere un viaggio con un compito ben preciso: raggiungere la possibile sede della nuova Fondazione, la seconda. Come ha insegnato al suo pubblico la prima stagione dello show, in queste nuove puntate vengono ulteriormente approfondite diverse tematiche e relazioni tra i tanti e numerosi personaggi. Ogni gruppo di protagonisti ha una specifica linea narrativa da seguire e spesso finisce per intersecarsi con i percorsi degli altri. Una tela realizzata ai limiti della perfezione che, attraverso un ottimo lavoro di post produzione e montaggio, viene mostrato senza troppi intoppi e non pesano praticamente mai i repentini salti tra una storia e l’altra, proprio come accade con alcuni salti temporali che avvengono durante il medesimo racconto. Un elemento legato fortemente al concetto di tempo, una delle tematiche principali dell’intera storia protagonista della serie tv in generale. Un aspetto che viene approfondito fin dalla prima puntata mediante la trama ed i suoi successivi sviluppi, ma in particolare modo grazie ai personaggi di Alba (Cassian Bilton), Giorno (Lee Pace) e Tramonto (Terrence Mann), tre versioni dello stesso essere umano clonato con una sola differenza anagrafica. Anche questa stagione svela gli oscuri segreti che si celano dietro la loro creazione, ma soprattutto viene sottolineato ancora una volta che in realtà è la loro teorica sottoposta Lady Demerzel (Laura Birn) ha tessere i fili di una resistente e quasi indistruttibile ragnatela attorno all’Impero, una lunga dinastia destinata prima o poi a crollare e perdere tutto il suo enorme e sconfinato potere. 

 

Uno dei punti forti della serie televisiva è quello di mettersi continuamente in gioco grazie a continui colpi di scena che vanno ad influire sulla riuscita o meno del piano originale del dottor Seldon. Grazie ad una meravigliosa interpretazione di Jared Harris, il personaggio incarna alla perfezione tutti i pregi ed i difetti di un uomo che viene considerato un profeta ed adorato quasi come una divinità. La sua storia si sviluppa, però, su due fronti differenti: da un lato c’è la sua proiezione che popola l’interno della cosiddetta Volta, dall’altro, grazie all’aiuto di Gaal e Salvor, lo scienziato riprende possesso di un corpo reale. In più, i due sviluppatori della serie riescono per via del salto temporale ad abbondare alcuni vecchi personaggi per poi accogliere piacevolmente un gran numero di nuovi volti, i quali vanno ad ampliare considerevolmente il numero di storie. Il cast, infatti, nonostante sia capitanato dai vari e già citati Jared Harris, Lou Llobell, Leah Harvey e Lee Pace, è composto da Ben Daniels che riveste i panni del generale Bel Riose, il furfante Hober Mallow interpretato da Dimitri Leonidas, Fratello Constant e l’Alto Clerico Poly Verisof rispettivamente Isabella Laughland e Kulvinder Ghir, Ella-Rae Smith ovvero la futura regina Sareth ed, infine, la temibile veggente Tellem Bond interpretata da Rachel House. 

 

La debolezza di questo prodotto televisivo si cela, invece, nel non avere raggiunto ed ottenuto un vero e proprio target di pubblico di riferimento. La storia che continua ad essere raccontata in questa seconda stagione ripercorre l’incredibile eleganza e cura dei dettagli della precedente, ci sono numerosi personaggi con cui gli spettatori possono empatizzare, mentre con altri meno, ma il fulcro resta la persistente lotta tra classi sociali, una politica legata al conservatorismo con sprazzi rivoluzionari ed una serie di riflessioni di attualità sul presente e, soprattutto, sul futuro. Elementi che probabilmente non spingono gli spettatori più giovani ad avvicinarsi alla visione della serie, una scelta che ancora una volta dimostra che il servizio streaming continua, però, a puntare sulla qualità piuttosto che dirigersi verso quella quantità ingombrante di offerta creata ad hoc per un pubblico di massa, chissà forse prima o poi anche Apple dovrà prostrarsi alle esigenze del mercato audiovisivo moderno. Fortunatamente per i più appassionati non è ancora arrivato questo momento, così da potersi godere anche se solo sul piccolo schermo una nuova affascinante avventura tra le galassie ed i vari intrighi narrativi collegati da un imperterrita condizione di causa – effetto che lega indissolubilmente il destino di ogni singolo personaggio che popola questo immenso universo. Una storia che racconta due differenti punti di vista, ma che si ergono uno su dei calcoli matematici e la voglia di costruire una nuova società, mentre il secondo sul completo annientamento di tutti coloro che si oppongono alla sovranità di una alquanto velata dittatura. Inoltre, non viene tralasciato un profondo dibattito, protagonista delle ultime puntate, sul cosiddetto libero arbitrio, quel concetto filosofico e teologico al centro di innumerevoli situazioni che vedono protagonisti i vari Hari, Gaal e Salvor, ma, soprattutto, i tre fratelli imperatori e la loro assistente Demerzel, l’ultimo esemplare esistente di robot. 

Fondazione creata da David S. Goyer e Josh Friedman

Una nuova crisi è in arrivo 

La seconda stagione di “Fondazione” si rivela una piacevole sorpresa, i due showrunner centrano nuovamente il punto e riescono a dar vita ad una storia attiva su più fronti e che, attraverso il medium televisivo, riesce a districarsi nelle plurime trame e sotto-trame presenti in questi nuovi episodi. Il più grande difetto di quest’opera televisiva resta legato alla sua risonanza quasi nulla sul grande pubblico, in particolare modo per via dell’uscita e dello sviluppo delle varie stagioni su una piattaforma ancora oggi poco conosciuta e non particolarmente pubblicizzata. Si tratta, infatti, di un prodotto televisivo dall’altissima caratura che pare avere degli effetti speciali e visivi che molti blockbuster o titoli di fantascienza cinematografici si possono solamente sognare e che potrebbero prendere ad esempio.

 

“Fondazione” resta un’opera che, se non fosse per l’elevato minutaggio ed una produzione che pare non badare a spese, farebbe un’ottima figura anche sul grande schermo. La speranza è che nel corso dei prossimi anni il servizio streaming targato Apple cresca ulteriormente così da avvicinare una fetta di pubblico più ampia, restituendo una maggior popolarità ad una serie televisiva di grande valore narrativo e, soprattutto, tecnico. Una vera e propria perla che ha preso vita sul piccolo schermo, pronta ad affrontare una successiva terza stagione che si prospetta ancor più interessante e ricca di ulteriori colpi di scena. Una delle migliori storie di fantascienza che propone la visione di un futuro che appare lontanissimo, ma ricco di ideologie presenti già oggi nelle società contemporanee. Un racconto di vita, evoluzioni, relazioni e quell’incredibile voglia di cambiare il proprio destino perché, alla fine, sta ad ogni singolo individuo trovare quella forza di abbattere le barriere e superare gli ostacoli per poter scrivere la propria storia. 

Voto:
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