Articolo pubblicato il 3 Ottobre 2023 da Bruno Santini
SCHEDA DELLA SERIE TV
Titolo della serie tv: Sex education
Genere: Dramma, commedia, romantico
Anno: 2019-2023
Durata: 4 stagioni, 32 episodi
Sceneggiatura: Laurie Nunn
Cast: Asa Butterfield (Otis), Gillian Anderson (Jean), Ncuti Gatwa (Eric), che è anche il nuovo protagonista di Dr. Who, Aimee-Lou Wood (Aimee), Emma Mackey (Maeve), Connor Swindells (Adam), Kedar Williams-Stirling (Jackson), Mimi Keene (Ruby), George Robinson (Isaac), Chinenye Ezeudu (Vivienne), Dua Saleh (Cal), Alistair Petrie (Michael) e Samantha Spiro (Maureen)
Colonna Sonora: Oli Julian e Ezra Furman
Paese di produzione: Regno Unito
É uscita il 21 settembre 2023 su Netflix la quarta e ultima stagione di Sex Education, la serie tv britannica scritta e ideata da Laurie Nunn. Come perle altre tre stagioni tutti gli episodi sono stati rilasciati in contemporanea e hanno fatto registrare un numero di visualizzazioni tali da poter considerare questa opera un successo di pubblico.
La trama di Sex Education stagione 4, scritta da Laurie Nunn
Di seguito la trama ufficiale della quarta stagione di Sex Education:
“Dopo la chiusura della Moordale Secondary, Otis ed Eric affrontano ora una nuova sfida: il loro primo giorno al Cavendish Sixth Form College. Otis è nervoso all’idea di allestire la sua nuova clinica, mentre Eric prega che non siano di nuovo dei perdenti. Ma Cavendish risulta essere uno shock culturale per tutti gli studenti di Moordale: pensavano di essere progressisti ma questo nuovo college è di un altro livello. C’è yoga quotidiano nel giardino comune, una forte atmosfera di mutuo sostegno e un gruppo di ragazzi famosi per essere… gentili?! Viv è totalmente sconvolta dall’approccio non competitivo e guidato dagli studenti del college, mentre Jackson sta ancora lottando per dimenticare Cal. Aimee si appassiona all’arte e Adam è alle prese con i suoi problemi di apprendimento. Negli Stati Uniti, Maeve sta vivendo il suo sogno alla prestigiosa Wallace University, dove insegna l’autore di culto Thomas Molloy. Otis si strugge per lei, mentre si abitua a non essere figlio unico a casa, o l’unico terapista nel campus…”

La recensione di Sex Education stagione 4, un’ottima conclusione
Scrivere di una serie come Sex Education alla fine delle sue quattro stagioni appare un’impresa ardua e non tanto per la pur alta qualità dell’opera in questione quanto per la sua portata generazionale. Capita raramente infatti che un prodotto di finzione sappia catturare con così tanta dovizia di particolari il sentire comune della gioventù di un tempo specifico, si può infatti dire che questa riuscita serie britannica sia uno dei più convincenti ritratti della Generazione Z. Al contrario di moltissimi altri film o serie che si limitano a semplificare, spesso sconfinando nella banalizzazione, i bisogni, le aspirazioni e le idiosincrasie dei nuovi giovani adulti di oggi, Sex Education è capace, attraverso una sublime scrittura di catturare indelebilmente, come in uno scatto di polaroid, cosa ha significato crescere nel nuovo millennio. Spesso infatti ci si limita a racchiudere questa generazione e i suoi ideali in poche e semplici formule, deridendo ciò che non si riesce a comprendere e guardando nostalgicamente al passato. Sex Education coglie invece l’enorme energia potenziale racchiusa nei conflitti propri dei suoi protagonisti, in continua e estenuante tensione tra esaltazione e depressione, amore e odio. Quello che la serie mostra è la fortissima rottura in termini di linguaggio, atteggiamenti e modo di vedere il mondo che si viene a creare tra i genitori e i figli. In modo assolutamente squilibrato, spesso inelegante e financo goffo, i protagonisti di Sex Education sono alla ricerca di un loro nuovo modo di intendere il mondo, le relazioni sociali e sentimentali. Scevri da categorizzazioni e definizioni (che invece costituiscono il pericoloso contrappasso di questa tanto anelata libertà) lottando, sbagliano, falliscono e spesso ritentano.
A partire dal titolo è poi evidente come la sessualità si configuri come una delle tematiche cardine della serie. In tal senso sono emblematici i due protagonisti: Otis e Maeve. Pur partendo su due emisferi opposti infatti queste due personalità incompiute finiscono per collidere e forse anche per completarsi. Il modo in cui la sovversione delle aspettative avviene in relazione a questi due personaggi è grandiosa e anche il modo in cui riescono a dimostrare cosa significhi nel 2023 rivendicare diritti femministi e libertà sessuali. Sex Education non dà nulla per scontato e le situazioni che vengono affrontate sono tutte di carattere estremamente pratico e affatto ideologico. La sensibilità con cui vengono esaminate situazioni quali le molestie subite in luogo pubblico, l’omosessualità, la ricerca di soddisfazione sessuale in condizioni di menomazione fisica e tanto altro ancora, è merce assolutamente rara nel panorama seriale contemporaneo che ha la tendenza invece a smussare e sterilizzare tutti i peopei lati controversi, non premurandosi di ben raccontare una storia quanto più di stare dalla parte giusta. Un’altra meravigliosa scelta estetica compiuta dalla serie nel corso di tutta la sua durata è l’inserimento all’inizio di ogni prima puntata di stagione di un montaggio raffigurante un variopinto campionario di scene di sesso. In tal senso infatti Sex education compie una scelta netta, quasi drastica, decidendo di narrare la vita sessuale dei propri protagonisti mettendola alla pari di tutte le altre passioni che li animano. Il sesso non è più visto come un taboo da sfatare, qualcosa di nascosto e peccaminoso di cui non parlare in giro, ma viene affrontato con una travolgente gioia di vivere, con un tripudio di orgasmica allegria. Per portare a termine questa necessaria operazione di sdoganamento Sex Education compie un procedimento estetico molto simile a quello di un film di prossima uscita, ovvero Poor Things.
Come nel film con protagonista Emma Stone infatti l’indipendenza dei personaggi viene raggiunta attraverso un più consapevole dominio sul proprio corpo e sulla propria sfera sessuale e di conseguenza la ripetizione, talvolta esasperata, di scene di nudo o di copula tra i protagonisti funge da perfetto strumento di narrazione, ciò che la serie e opere di questo tipo tentano di comunicare è che per vivere la propria intimità in modo sano e spontaneo bisogna abituarsi a vederla come una delle componenti della propria vita e non come un terribile e inquietante mistero da svelare. Sotto questo aspetto la serie potrebbe persino sembrare didattica, il suo approccio relativo alla questione è infatti talmente netto da poter essere alternativamente o amato o odiato. Questa idea non è solo vincolata a queste frequenti rappresentazioni ma è anche intrecciata a doppio filo con la figura della dottoressa Milburn (una straordinaria Gillian Anderson) che da bravissima terapeuta conosce spesso i giusti consigli ma mai le risposte risolutive.
Ovviamente la serie non è solamente un elogio della Generazione Z che anzi viene anche ritratta nella sua spiccata tendenza autodistruttiva, dettate dalla sensazione di essere arrivata ormai tardi e di essere sempre accompagnata da una spada di Damocle. Va ricordato inoltre che il contesto narrato è quello britannico e non statunitense, dunque le atmosfere e le vite dei personaggi si avvicinano anche a un sentire comune europeo, ancora chiaramente distante da quello di oltreoceano che è stato invece immortalato dalle prime due stagioni di Euphoria, che per molti versi può essere considerata il controcampo di Sex Education.