Recensione – Ahsoka 1×08: La Jedi, La Strega e il Signore Della Guerra

Ahsoka: la recensione dell'episodio finale

Articolo pubblicato il 5 Ottobre 2023 da Bruno Santini

SCHEDA DELLA SERIE

Titolo della serie: Ahsoka
Genere: Sci-fi, Fantasy

Anno: 2023

Durata: 50 min

Regia: Rick Famuyiwa

Sceneggiatura: Dave Filoni

Cast: Rosario Dawson, Natasha Liu Bordizzo, Lars Mikkelsen, Eman Esfandi, Diana Lee Inosanto

Colonna Sonora: Kevin Kiner
Paese di produzione: Stati Uniti D’America

Ahsoka“, la serie televisiva ambientata nell’universo di Star Wars, spin-off di “The Mandalorian” e sequel di “Star Was: Rebels“, è finalmente giunta all’episodio finale. Dopo aver analizzato la puntata precedente, la serie sarà riuscita a portare a casa una conclusione degna di nota? Scopriamolo nella recensione dell’episodio “La Jedi, La Strega e Il Signore Della Guerra“, disponibile ora su Disney Plus.

La trama dell’episodio finale di Ahsoka

Ahsoka ha ormai raggiunto Sabine, la quale si è ritrovata con Ezra. Il nuovo trio di Jedi deve fare una corsa contro il tempo per impedire che il Grand’Ammiraglio Thrawn lasci il pianeta Peridea. Tuttavia quest’ultimo non sta soltanto preparando una trappola contro i protagonisti, ma è intenzionato anche a chiedere aiuto alle streghe di Dathomir, che scateneranno tutta la loro magia per aiutare l’Impero a risorgere.

Recensione Ahsoka: la jedi la strega e il signore della guerra

La recensione di Ahsoka: La Jedi, La Strega E Il Signore Della Guerra

La messinscena dell’episodio finale di “Ahsoka” assume nuovamente quell’aria da kolossal che ha tanto caratterizzato la serie: gli effetti visivi sono incredibili, con i personaggi che si mischiano ad un’epicità apocalittica che fonde la cavalcata western con l’action contemporaneo in delle sequenze che tolgono il fiato. Da lodare anche le scenografie, realizzate sia con costruzioni pratiche che con un ottimo stagecraft, le quali contribuiscono ad aumentare una profonda atmosfera di claustrofobia che si alterna a duelli estremamente creativi, probabilmente tra i più belli di tutta la saga cinematografica e non. Al di là dello spettacolo, è la penna di Filoni che continuamente ci tiene ad inserire delle sequenze che diano allo spettatore l’impressione di non aver mai visto una cosa del genere in Star Wars per quanto riguarda il contesto live action (le streghe, come sappiamo, sono un’invenzione dell’universo espanso).

La creatività di Filoni, uniti alle abilità registiche di Famuyima, raggiungono l’apice quando, per la prima volta, viene inserito in Star Wars un genere che non aveva mai messo piede nella saga: l’horror. L’autore prende uno dei concetti più tradizionali appartenenti a questa tipologia di cinema per inserirlo in un’avventura tradizionale in cui bisogna andare a caccia del male. Ovviamente la serie non diventa improvvisamente splatter, ma vengono adottate delle soluzioni visive affinché gli spettatori più piccoli non abbandonino improvvisamente lo schermo, con piccoli dettagli che fanno notare le parti macabre del momento grazie all’occhio più attento. Tuttavia la paura viene trasmessa attraverso l’ansia dei protagonisti, i quali si sentono soffocati da una forza inarrestabile mentre il nemico sta per fuggire, consapevoli della loro possibile morte in una scalata per la loro vittoria sempre più difficile e pericolosa. Inoltre mai le streghe erano risultate così spaventose in questa serie come adesso.

Ahsoka, episodio finale: la recensione

Una delle cose che immediatamente vengono evidenziate durante il pathos finale è tutto ciò che rappresenta l’impero: il Grand’Ammiraglio Thrawn, sempre freddo e calcolatore, manipola i suoi scagnozzi ed i suoi collaboratori di rango inferiore, rapendo con un fascino magnetico attraverso l’importanza di servire una dittatura anche di fronte alla morte. Thrawn non si ferma anche quando sa che, nel servire, abbandonerà chiunque al proprio destino in nome di una giusta causa, esattamente come i kamikaze (l’interpretazione di Diana Lee Inosanto è incredibile nel suo ultimo confronto con Thrawn). Gli stormtrooper, così come tutti i servi dell’impero, sono visti per quelli che sono, ovvero dei burattini che non fanno altro che eseguire gli ordini, dei gusci vuoti senza corpo e senz’anima, condotti al macello per una credenza folle e che significherà la fine di tutta la galassia. Questa visione sottile della dittatura è una delle più inquietanti che si siano viste nella saga ed è impossibile rimanere indifferenti. 

Alle azioni orribili del possibile nuovo impero funge da contrasto la continua perseveranza creata dal trio dei Jedi. Ahsoka è cambiata: non vede più in Sabine una Jedi impulsiva ed egoista, ma, al contrario, è aperta ad accogliere la sua determinazione, perché sa che quest’ultima è causata soltanto dalla volontà di salvare le persone che ama. La freddezza Jedi nel mettere la missione prima di tutto viene completamente scartata, cercando di salvare l’impero senza abbandonare nessuno. I personaggi usano la fiducia e la speranza che diventano definitivamente i due modi più impulsivi per agire, ma anche i più giusti, al contrario della matematica razionalità di Thrawn, che fa morire i suoi uomini senza rimorso. C’è un momento in cui i protagonisti saltano utilizzando la Forza, aiutandosi l’un l’altro: un vero e proprio salto della fede per cercare di tornare a casa sconfiggendo il male, il quale può essere annientato soltanto se si combatte uniti contro il proprio destino, anche quando il prezzo per arrivarci sembra sempre più alto.

Dave Filoni è riuscito a fondere l’ideologia di “L’Impero Colpisce Ancora” con quella di “Il Ritorno Dello Jedi“: da un lato c’è l’arrivo di un futuro spaventoso, che causa nei protagonisti un completo senso di impotenza di fronte agli eventi sempre più gravi che scorrono davanti ai loro occhi, dall’altro lato c’è il senso di rivalsa generato grazie alla fiducia verso il prossimo, mentre la vecchia generazione guarda quella nuova con fierezza, consapevole che prossimi guerrieri continueranno a combattere per la pace. Tutto ciò è accompagnato da una straordinaria ricerca dello spettacolo e dell’epicità, prendendo in prestito numerosi elementi da vari generi che hanno reso il cinema e la televisione degni di trasmettere qualcosa agli spettatori. Con questa puntata finale, “Ahsoka” racchiude a pieno tutta la poetica che ha reso Star Wars una saga portatrice perfetta di storie destinate ad essere raccontate in eterno, lasciando una grandissima voglia di voler sapere fin dove si spingerà l’ormai sempre più affermato lato di Filoni, il quale ha contribuito a fornire una grande scossa positiva a questa saga che era già ricca di suo.

Voto:
4.5/5
Andrea Boggione
0/5
Matteo Farina
2.5/5
Gabriele Maccauro
0/5
Matteo Pelli
3/5
0,0
0,0 out of 5 stars (based on 0 reviews)
Voto del redattore:
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