Articolo pubblicato il 16 Ottobre 2023 da Bruno Santini
Dogman di Luc Besson è sicuramente uno dei fenomeni mediatici del momento; il film in questione, che vede la straordinaria interpretazione di Caleb Landry Jones nei panni del protagonista, si affida ad un’associazione metaforica sicuramente molto importante, che permette di ricostruire il rapporto tra uomo, animale e religione. Dopo aver chiarito quale sia la spiegazione del finale del film, vale la pena rispondere anche ad un interrogativo a lungo posto in merito: perché Dogman di Luc Besson si chiama così?
Il rapporto tra uomo e religione all’interno del film
Per comprendere perché Dogman di Luc Besson si chiama così, è importante sottolineare innanzitutto quale sia il rapporto tra uomo e religione all’interno del film. Dogman propone due livelli differenti della religione: da un lato l’essere timorati di Dio e il bigottismo, che anima le azioni della maggior parte dei personaggi rappresentati, tra cui spiccano sicuramente il padre e il fratello di Douglas; dall’altro quell’intima connessione che avviene proprio attraverso i cani, grazie ai quali Doug scopre meglio se stesso e la sua natura. Il protagonista del film è particolarmente legato a Dio e non è blasfemo dire che la divinità è rappresentata proprio con le sembianze di un cane: fedele, attenta all’intimità dell’uomo e costantemente presente.
Dogman: il significato del titolo del film e perché si chiama così
Sulla base di quanto analizzato precedentemente è possibile chiarire, con maggiore compiutezza, perché Dogman di Luc Besson si chiama così e qual è il significato del titolo del film. Se in Dogman di Matteo Garrone il significato era tutt’altro, anche in termini prettamente etimologici, nel film di Luc Besson con Caleb Landry Jones nei panni del protagonista, il titolo deriva esattamente da quel rapporto con la religione che è stato precedentemente oggetto di considerazione.
Quando è rinchiuso all’interno della gabbia insieme ai cani, che dovrebbero attaccarlo ma che diventano suoi complici, Doug matura la consapevolezza di essere molto più simile a questi animali che non ad un essere umano; si tratta di un’immedesimazione totale con i cani, che porta il protagonista del film ad essere diverso da tutti gli altri uomini, per cui non matura il minimo rispetto. Lo stesso nome del protagonista, Douglas che diventa Doug, è il classico caso di nomen omen, tutt’altro che una casualità in termini di scelta. Ma qual è il motivo per cui il nome del film è proprio “Dogman”? Il tutto deriva, naturalmente, dal richiamo a God, così come il film mostra esplicitamente anche nel cartello “In God’s Name”, che il fratello di Douglas affigge alla gabbia dove il protagonista si trovo: visto al contrario ed evidenziando le lettere centrali, il cartello diventa proprio “Dogman”, l’uomo-cane che ha – però – anche familiarità della divinità, associata all’animale rappresentato non in senso blasfemo, quanto più per quel fattore di fedeltà che il film intende comunicare.