Articolo pubblicato il 25 Dicembre 2023 da Vittorio Pigini
SCHEDA DEL FILM
Titolo del film:
Genere: Jigen Daisuke
Anno: 2023
Durata: 120 min
Regia: Hajime Hashimoto
Sceneggiatura: Yoshimasa Akamatsu, Monkey Punch
Cast: Tetsuji Tamayama, Mitsuko Kusabue, Kotoka Maki, Yôko Maki, Masatoshi Nagase, Eugene Nomura
Paese di produzione: Giappone
Rilasciato sulla piattaforma streaming di Amazon Prime Video dal 13 ottobre, “Jigen Daisuke” è il film spin-off stand-alone incentrato sul celebre personaggio pistolero di Lupin III che da titolo al film ed è diretto da Hajime Hashimoto. Di seguito la recensione del film, compresi trama e trailer di “Jigen Daisuke“.
La trama di Jigen Daisuke, diretto da Hajime Hashimoto
Abito scuro, cappello inseparabile, aria disinvolta, sigaretta e pistola che fuma più di essa. Jigen è un pistolero abile e temuto da molti proprio per le sue abilità da killer infallibile o, meglio, prima era così. La sua imprescindibile Combat Magnum sta infatti iniziando a dargli qualche problema, sviando misteriosamente i colpi, e così Jigen inizia un viaggio alla ricerca di qualcuno che possa mettere mano all’arma. Il suo cammino lo porta alla fine in Giappone, dove si dice viva l’armaiolo migliore al mondo e Jigen ritrova questo in Chiharu, una signora anziana che gestisce un negozio di orologi che, tuttavia, gli dice di essere ormai in pensione e che non ha intenzione di tornare a lavorare su strumenti di morte. Questo perché, nel villaggio, è da ormai in atto una serie di guerre interne tra bande per il controllo del territorio e Chiharu tempo fa aiutò uno dei boss ad ottenerlo rifornendogli un gran numero di armi. Mentre Jigen era quasi rassegnato dalla risposta negativa dell’anziana, una bambina di nome Oto entra nel negozio chiedendo a Chiharu di barattare un orologio in suo possesso proprio con un’arma e l’anziana riconosce subito a chi appartiene quello stesso orologio. Capisce che la bambina è in grave pericolo e chiede a Jigen di proteggerla, in cambio riporterà come nuova la sua Combat Magnum.

Jigen Daisuke, la recensione: la pistola più veloce del Sol Levante
Con la recensione di “Jigen Daisuke” sì fa ovviamente riferimento al celebre personaggio del trio di Lupin III dalla pistola e sigaretta fumanti, dove Tetsuji Tamayama addirittura riprende i panni dello stesso già indossati nel live-action del 2014, sebbene l’opera di Kazuhiko Katō (alias Monkey Punch) sia quasi del tutto assente. Si tratta infatti di uno stand alone capace di restare perfettamente in piedi con le proprie gambe, nonostante gli ammiccamenti alla saga e soprattutto il suo finale, perché capace di portare su schermo un personaggio tutto da scoprire e dal carisma coinvolgente. Una fragile macchina da guerra, quella interpretata egregiamente da Tamayama, dalle spalle robuste e capace di sostenere tutto il peso del film nel trasportare lo spettatore nell’arco della narrazione, regalando una prova di altissimo livello e contribuendo a donare credibilità al proprio personaggio. La sceneggiatura è molto efficace partendo infatti da questo, per poi cucire un intreccio quasi investigativo attorno al solido viaggio anche e soprattutto interiore del suo protagonista, soffermandosi anche sul perenne livello di criminalità che dilaga tra le strade di un villaggio senza tempo, che si alimenta di traumi e povertà per rimanere “eternamente giovane”.
Un cinecomic, uno Yakuza Eiga ed un noir, ma parlando di Jigen – il quale personaggio ha alla base l’attore James Coburn nel ruolo in “I magnifici sette” – non poteva che essere anche un western. Un mix portato sapientemente in scena non solo nella costruzione visiva e narrativa del racconto, ma anche e soprattutto per l’uso delle corde della colonna sonora, che restano uno dei pregi più alti di “Jigen Daisuke”, con sonorità che appunto virano dall’epico western all’action, lasciando spazio a note toccanti che sanno far emozionare. In linea con le aspettative di un film incentrato su un personaggio di una serie comunque molto energica, allegra e colorata, il film di Hashimoto si pone in netto contrasto con una visione molto cupa, verbosa e toccante in diversi attimi davvero indovinati. Tuttavia, in uno stand alone dedicato ad un personaggio del genere non potevano certo mancare comunque le pistole fumanti e l’azione sicuramente non manca arrivando ad essere anche molto divertente, sebbene risulti di fatto la parte più debole della visione a causa soprattutto di una regia un po’ confusionaria in qualche scioglimento ed una sospensione dell’incredulità davvero molto alta.
Con il montaggio poi che, purtroppo, non è esente dal creare qualche tempo morto di troppo, la regia di Hashimoto rimane comunque molto ben curata anche nella lenta conduzione della macchina da presa per ragioni di suspense o di esaltazione d’epica, mentre la fotografia spesso tende ad accendere luci al neon che, asfissiati dai vapori notturni della città, ricreano anche atmosfere jazz accattivanti e quasi il tratto grafico di determinate tavole da mangaka. “Jigen Daisuke” rimane infatti sempre un cinecomic, sebbene non sia tratto da un’opera cartacea in particolare (progetto supervisionato da Monkey Punch), e ciò si riversa anche nei propri villain che non vengono abbandonati a sé stessi ma vengono costruiti con parsimonia, rendendoli caratteristici tanto fisicamente quanto per le proprie sfaccettature morali, ideologiche ed emotive. Insomma “Jigen Daisuke” arriva in Italia a fari praticamente spenti, sfruttando l’icona di un personaggio celebre senza però collegarsi più di tanto al suo mondo di appartenenza, per un film avvincente e carico di pathos che, non esente da evidenti difetti, riesce a far immergere lo spettatore nel polveroso vecchio west delle malavitose strade del Sol Levante.