Articolo pubblicato il 17 Ottobre 2023 da Bruno Santini
Simbolo di una femminilità in continuo mutamento, figure tanto iconiche quanto complesse. La storia delle principesse Disney ha affiancato da subito quella dello studio cinematografico più importante di sempre. Nel corso del tempo questi personaggi si sono fatti forza di vere e proprie rivoluzioni culturali. Il tutto dando origine a personaggi tanto diversi quanto riconoscibili, principesse uniche nello stile e della caratterizzazione. Per questo in occasione del centenario Disney abbiamo voluto ripercorrere con voi alcuni dei personaggi più interessanti di questo folto gruppo, ponendo degli spunti di riflessione. Non solo legati al contesto originale, ma anche nel loro rapporto con la contemporaneità. Una reale e concreta dimostrazione di quanto queste figure ancora oggi, possano essere oggetto di studio. Vi presentiamo quindi una lista delle Principesse Disney più iconiche della storia.
Le Principesse Disney Più Memorabili Di Sempre
Occorre prima di procedere con un’analisi di queste figure, specificare un punto fondamentale. Queste eroine sono figlie del loro contesto originale, incarnazioni di un momento storico ben preciso. Per tanto un giudizio basato sulla sensibilità contemporanea sarebbe tanto presuntuoso quanto incorretto. Si cercherà di ripercorrere il loro contesto di appartenenza, in relazione alle pellicole che le vedono protagonsite. Cerchiamo quindi di avventurarci in questo complesso viaggio, alla scoperta delle principesse Disney più iconiche di sempre. Cercando di capire le motivazioni dietro all’iconicità delle più popolari.
Biancaneve – Biancaneve e i sette nani (1937)
Il primo amore non si scorda mai, così come non si può dimenticare l’origine di una leggenda. Tanto iconica quanto la sua antagonista, Biancaneve diventa il punto di partenza per quella che sarà una vera e propria rivoluzione nel campo dell’animazione. Il film riesce ancora a stupire sul versante tecnico, rappresentando la più grande sfida produttiva della storia dell’animazione. Ma quello che ancora oggi è ben saldo nella mente di ogni spettatore, è il carisma della sua protagonista. Forte della caratterizzazione dei suoi amici nani, riesce a sostenere interamente il peso della pellicola. Un personaggio puro e gentile, sicuramente in pieno stile donna anni 30. Un personaggio che sicuramente sente sule sue spalle il passare del tempo, ma che ancora ad oggi riesce a risplendere di luce propria.
Walt Disney rende questo personaggio atipico, il centro della sua storia. Un legame inossidabile che renderà il binomio principessa e Disney quasi una certezza assoluta. Biancaneve è un personaggio sicuramente passivo nello sviluppo degli eventi, ma che non rinuncia mai alla sua centralità. Una bellezza contemporanea che contrasta la regina cattiva, simbolo di un mondo passato. Uta di Naumburg prima, e vecchi che mangiano la zuppa di Goya dopo il maleficio. Biancaneve sogna il principe, sogna il riscatto da una condizione di miseria sperando in una vita migliore. Riscatto che come sottlineano molti studiosi, potrebbe rifarsi direttamente al clima sociale dell’epoca. L’inizio di un sogno e di una leggenda, una protagonista femminile che ha segnato la storia del cinema.
Cenerentola – Cenerentola (1950)
Nel dopoguerra l’animazione targata Disney era diventata parte integrante della cultura americana. Cenerentola inseguendo questo clima di ottimismo, diventa un vero e proprio successo su tutta la linea. Un successo che prevedeva un vero e proprio ritorno alle origini, un ritorno alla favola ma in chiave moderna. Cenerentola incarna questa modernità, una principessa che deve essere scoperta e che vuole farsi scoprire. Se infatti il parallelismo con la figura di Biancaneve risulta immediato, ciò che diverge totalmente è il loro rapporto con la narrazione. Cenerentola vittima di altre figure femminili crudeli ricerca un riscatto, solo che a differenza di Biancaneve lo insegue. Lo insegue nelle speranze continue e nel suo impegno costante, accompagnata da numerosi amici.
Nel suo cambiamento Cenerentola riscopre se stessa, si dimostra di essere realmente bella. Ciò che infatti allo spettatore è chiaro sin dal primo istante, per lei invece è pura fantasia. Essere trattata come una serva la fa sentire come tale, la convince di non valere niente. Eppure lei desidera costantemente andare al ballo, desidera il raggiungimento di uno status rappresentato da un mero evento mondano. Un singolo istante che per lei, rappresenta il raggiungimento di un obiettivo non incarnato dal principe. Cenerentola affascina gli altri personaggi, attira il loro sguardo. Diventa il centro delle attenzioni grazie al suo animo dolce e gentile, anche agli occhi dello spettatore. Se infatti tutti i personaggi hanno bisogno di un abito luccicante per accorgersi di lei, noi spettatori sin da subito la valorizziamo. Cenerentola è sempre stata una principessa, solo che lei non sa di esserlo.
Ariel – La sirenetta (1989)

Dopo una serie di pellicole dallo scarso successo economico, sarà proprio il ritorno al modello classico a segnare la rinascita dello studio. Il rinascimento Disney parte dal fondo del mare, comincia da Ariel. La sirenetta di casa Disney incarna pienamente la cultura anni 80, una cultura di riscoperta forte delle rivoluzione del ’78. Ariel per la prima volta non è alla ricerca di un riscatto sociale, è una principessa che vuole uscire dai confini prestabiliti. Forzando lo sguardo verso la società, si potrebbe dire che Ariel per prima incarna un amore fuori dall’ordinario. Un’attrazione per il diverso, per un mondo che non conosce e che vuole esplorare. Questo infatti segna un vera e propria rottura con il modello passato. Per la prima volta una principessa in casa Disney riflette sul “corpo” e i suoi cambiamenti.
La perdita della coda e la perdita della voce, sfide che deve affrontare per inseguire attivamente il suo sogno. Ariel infatti per prima diventa una principessa attiva nella trama, un personaggio che agisce e non subisce. Questo le permette di incarnare valori fondamentali per la femminilità al cinema, in particolare nei processi di maturazione fisica ed emotiva. Ariel grazie ai suoi errori comprende se stessa, scegliendo di non cedere mai. Narrativamente quello che ad oggi stupisce infatti, è il contrasto con le pellicole precedenti. Il bacio del vero amore viene spodestato dal ruolo di climax, ora il fulcro della storia è il rapporto di Ariel con la realtà. Una realtà che si manifesta nei drammi familiari, nella diversità, e nella riscoperta del proprio essere.
Belle – La bella e la bestia (1991)
Il vero e proprio punto di rottura nelle principesse Disney. Belle per la prima volta, manifesta un cambiamento effettivo nella percezione dei personaggi femminili nel mondo dell’animazione. Lei rifiuta direttamente l’immaginario che la vedrebbe realizzata solamente grazie al matrimonio con Gaston. Belle per la prima volta non ha bisogno di un principe per dare un senso al suo percorso evolutivo. Al contrario, possiamo dire che lo status ottenuto di principessa sia quasi un premio per la sua sensibilità. Nel superamento delle apparenze lei riesce a trionfare sulla superficialità incarnata da Gaston. Tutto questo in linea con una Disney che ormai, non può più farsi forza del mero lato estetico. Al contrario il rinascimento Disney rappresenta il superamento delle apparenze in favore di un nucleo centrale innovativo.
In una pellicola che sul fronte femminista ha forse ancora molto da raccontare, Belle diventa il vero motore della narrazione. Anzi, ad essere precisi è la sua consapevolezza di sé a mutare la narrazione stessa. Solamente grazie al confronto con Belle la bestia riuscirà ad accettare la sua natura, quella di essere umano. Nessuno può astenersi dal giudizio a prima vista, nessuno può dirsi perfetto. Quello che invece possiamo fare, è affidarci alla ragione e metterci in gioco. Possiamo accettare di essere fallibili, rifiutando la superficialità e cercando di comprendere gli altri. Forse proprio questo essere migliore degli altri, ha permesso di farla diventare una se non la principessa disney più iconica di sempre. Un personaggio incompreso, rivoluzionario e che sicuramente incarna la rivoluzione di un rinascimento in pieno splendore.
Jasmine – Aladdin (1992)

Se Ariel puntava al mondo di superficie rinunciando alla sua condizione sociale, sarà solamente con Jasmine che la principessa si farà incarnazione di una rivoluzione sociale. Una rivoluzione forse permessa proprio dallo sguardo volto ad oriente. Una terra lontana, dove il sogno e l’immaginazione si scontrano col nostro pregiudizio occidentale. Jasmine infatti ripudia una società che la vorrebbe come un trofeo, come un semplice strumento politico. Elementi che se in Belle erano più legati a concetti personali, qui invece esplodono nel constrasto con qualcosa di più grande ed immutabile. Jasmine è ben consapevole del suo ruolo e delle sue responsabilità. Consapevolezza che come già citato, entra in constrasto con la realtà. Una società che la vede degna di tali responsabilità solamente a seguito delle nozze.
Quello che rende Jasmine ad oggi iconca infatti, è proprio il suo sentirsi oppressa. Un dramma che forse, riesce tristemente a scavalcare ogni barriera temporale. Per la prima volta non troviamo un personaggio che deve diventare una principessa, Jasmine è già una principessa fatta e finta. Quello che lei non sopporta è l’ipocrisia, tipica della società e delle persone. Non a caso Aladdin è proprio nella superficialità che troverà lo scontro con la principessa. Un protagonista che crede di poter conquistare la bella di turno grazie al fascino “tradizionale” del principe. Peccato che Jasmine non segua questo modello, anzi. Per la prima volta Jasmine preparerà un percorso che verrà poi seguito da Pocahontas e Mulan.
Elsa – Frozen: il regno di ghiaccio (2013)
Il cinema è sempre stato oggetto di un percorso comune: costruzione e decostruzione. Per qualcuno che costruisce, ci sarà sempre qualcuno che successivamente deciderà di decostruire per comprendere la natura delle cose. Queste erano le premesse di una pellicola come Frozen. Se la qualità del film per molti rappresenta un punto dolente, lo stesso non si può dire del suo soggetto. Il film infatti decide di decostruire la classica favola disney tramite il personaggio di Elsa. Un contrasto alla classicità rappresentata da Anna, in linea con il periodo Disney pre rinascimento. Elsa infatti è una donna apparentmente inscalfibile, una donna che nella sua presunzione crede di sapere cosa è meglio per lei e per gli altri. Un personaggio controverso, ma sicuramente in controtendenza col passato.
Se parliamo di iconografia, Elsa a differenza delle precenti Rapunzel e Tiana vince su tutta la linea. Sicuramente si tratta di un personaggio più superficiale, ma non si sta giudicando la qualità della scrittura. Quello che constatiamo infatti con Elsa è il cambiamento definitivo nella concezione della principessa nell’animazione. Motivo per il quale possiamo vederla come una principessa di rottura, che spiegherebbe il “perché” sia così amata dalle nuove generazioni. Elsa ed Anna sono la dimostrazione del cambiamento che in realtà ha sempre caratterizzato le principesse. Semplicemente forse, eravamo troppo coinvolti per comprendere determinate dinamiche. O forse, con gli occhi dell’infanzia, tutto sembrava più superficiale e sereno. Le principesse disney hanno sempre incarnato la società e le loro spettatrici, nel bene o nel male. Vediamo quali riflessioni il nuovo Wish riuscirà a regalarci in questo centenario tutto targato Walt Disney.