Articolo pubblicato il 25 Dicembre 2023 da Vittorio Pigini
Una volta affrontato come il cinema dell’orrore abbia seguito le rivoluzioni socio-politiche degli anni ’60 e le successive personalità stilistiche dei singoli autori della Nuova Hollywood, l’horror è chiamato negli anni ’80 a scontrarsi ed intrecciarsi col cinema volgarmente chiamato “commerciale”. Ecco di seguito i migliori film horror degli anni ’80.
I migliori film horror degli anni ’80: il mercato delle VHS, le grandi saghe e gli oppositori all’Edonismo reaganiano
Con la cocente delusione produttiva e distributiva del film di Michael Cimino “I Cancelli del Cielo” del 1980, che fece di fatto fallire la storica United Artist creata (tra gli altri) da Chalie Chaplin e David Wark Griffith nel 1919, ci si allontana ufficialmente da quella filosofia cinematografica che, specialmente negli anni ’70, portò nuova linfa alla Settima Arte, ovvero quella della Nuova Hollywood. “Lo Squalo” aveva infatti spalancato la strada all’era dei grandi blockbuster intendendo, con il termine sempre troppo aleatorio di “commerciale”, una grande campagna produttiva e soprattutto distributiva per un film costruito, fin dall’inizio, in modo che possa venire accolto da una stragrande maggioranza di persone. In un’ottica commerciale come questa, volta a raggiungere la grande piazza del settore dello spettacolo, anche il genere horror viene inglobalizzato in questo processo ed iniziò ad essere mainstream, dove prima veniva quasi sempre rigettato e censurato o comunque relegato ad una nicchia di appassionati. In questo periodo si spinge infatti fortemente sugli “horror per famiglie”, arrivando a film quali “Gremlins” di Joe Dante e “Ghostbusters” di Ivan Reitman, entrambi del 1984, ma anche “Beetlejuice” del 1988 che lancia la carriera di Tim Burton. Ma, oltre a “giocare” con la comicità, l’horror diviene fortemente commerciale anche grazie alle sue grandi ed iconiche maschere cinematografiche. In questo periodo, infatti, Tobe Hooper ha diretto un sequel del suo stesso capolavoro del 1974 e sono usciti altri 4 capitoli della saga di “Halloween” di John Carpenter, ma negli anni sono uscite saghe di altrettanto successo come quelle di Nightmare, Venerdì 13, della Bambola Assassina ed Hellraiser.
Quella della “strategia commerciale”, tuttavia, si rivelò una vera e propria arma a doppio taglio. L’horror al cinema si stava indirizzando, così, verso l’intrattenimento ed il divertimento seppur con mostri e spargimenti di sangue e, in questo modo, film che non fossero legati ad una saga cinematografica ben specifica e che non avessero nessuna intenzione di divertire lo spettatore, sicuramente faceva molta più fatica a riscuotere successo. In questo scenario si colloca il mercato sempre maggiore delle VHS, che fecero arrivare l’horror direttamente nelle case anche e soprattutto arginando limiti, controlli e concezioni della “nuova sala” che stava iniziando ad emergere. Nella “libertà” del mercato home-video, prolificano così produzioni indipendenti, addirittura anche amatoriali, che fanno aumentare il numero di film sperimentali, le depravazioni ed un generale incremento di sangue, mostri e sessualità. A questa “logica anti-sistema”, se si vuole, si potrebbe collegare proprio la risposta dei figli della Nuova Hollywood all’Edonismo reaganiano. Nonostante infatti “I Cancelli del Cielo”, il fenomeno aveva comunque già forgiato i propri paladini a sostegno di una certa idea di cinema ed il fatto che l’horror, ormai, stesse iniziando a perdere (su larga scala) quella concezione di rottura con la società, i suoi conformismi e le denunce verso i sistemi politici, paradossalmente fa nascere la necessità di uno zoccolo duro che riesca a mantenere una propria indipendenza ed autorialità.
Un ultimo elemento che andrebbe registrato, sarebbe riconducibile alla nuova passione del pubblico verso film sullo spazio e con gli alieni. Forte infatti dei grandi successi ottenuti alla fine degli anni ’70 con “Guerre Stellari” di George Lucas del 1977, “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg dell’anno seguente e di “Alien” sul finire del decennio, negli anni ’80 torna in auge infatti anche il cinema di fantascienza, anche e soprattutto per via del perfezionismo degli strumenti tecnologici che sta iniziando a prendere sempre più piede. Ecco di seguito i migliori film horror degli anni ’80.

Cannibal Holocaust, di Ruggero Deodato – 1980
Tra i migliori film horror degli anni ’80, non può che essere innanzitutto menzionato uno dei grandi esempi di come il cinema stia andando ormai definitivamente verso la direzione del c.d. postmodernismo, giocando di fatto con lo spettatore nel mostrare un repertorio di immagini più o meno reali. Con “Cannibal Holocaust” si registra così ufficialmente il primo film horror che sfrutta la tecnica del “found-footage”, dove le sequenze del film risultano da immagini registrate dagli stessi protagonisti attraverso una videocamera amatoriale. Ne fuoriesce un risultato tanto sperimentale quanto terrificante, tra i più censurati della storia del cinema ma anche e soprattutto inesauribile fonte d’ispirazione per molti grandi registi.
Shining, di Stanley Kubrick – 1980
Quando si parla del maestro Stanley Kubrick, quasi di conseguenza, ci si sta riferendo ad uno dei migliori film della storia del cinema e, anche in questo caso, il regista di “Arancia Meccanica” e “2001: Odissea nello Spazio” è riuscito a mantenere l’asticella a picchi sontuosi anche nel genere horror, affrontato per la prima volta in carriera. Continuando infatti a scandagliare la psiche e la natura più insita e primordiale dell’uomo, con “Shining” il regista newyorkese adatta l’omonimo romanzo di Stephen King e realizza il dramma della famiglia Torrance nell’iconico e spettrale Overlook Hotel. Un film epocale, non solo per la perfezione tecnico-registica e per la straordinaria prova di Jack Nicholson e Shelley Duvall, ma anche fondamentale storicamente per aver di fatto “inventato” l’uso della steadycam nel cinema.

La Casa, di Sam Raimi – 1981
Se con il film di Kubrick ci si riferisce comunque ad un’ingente ed importante produzione, il film che lancia la carriera di Sam Raimi potrebbe essere considerato un vero e proprio Sacro Graal del cinema indipendente. Con un budget di nemmeno 400.000$ – raccolto tra finanziatori vari, amici e parenti – “La Casa” è diventato fin da subito un imprescindibile cult per il genere, arrivando ad essere un classico per la storia del cinema horror grazie alle continue rivalutazioni in positivo tanto della critica quanto, soprattutto, di grandi registi. Con quella di Evil Dead si ha così una nuova peculiare saga di successo per il cinema horror, caratterizzata sì da sangue e demoni, ma anche e soprattutto da proverbiale e riconoscibile ironia.
Possession, di Andrzej Żuławski – 1981
Di polanskiana memoria, il capolavoro di Andrzej Żuławski è il quarto lungometraggio scritto e diretto dal regista polacco che, con bibliche allegorie legate all’ambientazione della Berlino Ovest del 1980, realizza un horror psicologico disagiante e conturbante, martoriato dalla censura. Strizzando l’occhio a Lovecraft, in “Possession” si assiste alla disgregazione del nucleo familiare – incomunicabilità, paura dell’abbandono, peso dei sensi di colpa – in una messa in scena freddamente claustrofobica, dove gli effetti speciali di Carlo Rambaldi e le incredibili prove dei protagonisti (su tutte quella di Isabelle Adjani) conferiscono maggior forza ad una pellicola a dir poco sensazionale.

…e tu vivrai nel terrore! – L’aldilà, di Lucio Fulci – 1981
Secondo capitolo di quella che viene considerata la “Trilogia della morte” dello stesso regista, il formidabile film del 1981 viene riconosciuto come il più alto e visionario lavoro del regista Lucio Fulci, con il nominativo all’estero di “poeta del macabro”, e che non poteva non essere presente tra i migliori film horror degli anni ’80. Tra i maggiori esponenti del genere splatter (non solo in Italia), il regista con “…e tu vivrai nel terrore! – L’aldilà” realizza un’opera surreale, grottesca e che non perde mai di vitalità nel suo lato orrorifico, regalando sequenze immaginifiche specialmente nel suo finale d’antologia.
La Cosa, di John Carpenter – 1982
Liberamente tratto da “La cosa da un altro mondo” di John W. Campbell del 1938, il sesto lungometraggio di John Carpenter è il primo episodio della Trilogia dell’Apocalisse con “Il signore del male” e “Il seme della follia”, nonché uno dei picchi massimi del genere horror-fantascientifico. La concorrenza al botteghino con “E.T.” si fece sentire, ma “La Cosa” si è solidificato nel tempo come una pellicola imprescindibile per gli amanti del genere e non solo, tanto per la sua preziosa fattura tecnica – specialmente negli effetti speciali e nella colonna sonora firmata Ennio Morricone – quanto per il mirabile clima ansiogeno e di tensione che è capace di sprigionare per tutta la durata della visione, senza sacrificare momenti di orrore puro.

Nightmare – Dal profondo della notte, di Wes Craven – 1984
Come sopracitato, molte sono le maschere iconiche del cinema horror nate durante gli anni ’80, ma se deve essere scelta una in particolare di queste non si può non menzionare quella partorita dalla mente del regista di “L’ultima casa a sinistra” e “Le colline hanno gli occhi”, almeno per questo decennio. “Nightmare – Dal profondo della notte”, scritto e diretto da Wes Craven, porta per la prima volta sul grande schermo la terrificante minaccia onirica di Freddy Krueger, ammantando grande cinema con svariate sequenze ed una narrazione di grandissimo spessore, la quale porterà alla realizzazione di ben 8 seguiti cinematografici.
Re-Animator, di Stuart Gordon – 1985
Uno studente di medicina riesce a creare un siero capace di resuscitare i morti. Queste le premesse della formidabile opera prima del regista statunitense Stuart Gordon, tratto dal racconto “Herbert West, rianimatore” del 1922 di H. P. Lovecraft e prodotto dal collega ed amico Brian Yuzna, la quale collaborazione tra i due fece negli anni la fortuna del genere horror. Riprendendo la figura del mad-doctor degli anni ’40, “Re-Animator” viene ancora oggi considerata una pellicola di culto per gli amanti dell’horror-fantascientifico e non solo, capace di far andare sullo stesso passo l’intrattenimento da brivido, la spedita narrazione ed una realizzazione tecnica – soprattutto nell’uso degli effetti speciali – davvero di altissimo livello, specialmente se considerato un esordio dietro la macchina da presa.

La Mosca, di David Cronenberg – 1986
Rimanendo a tema dei grandi film horror-fantascientifici, negli anni ’80 vengono realizzati tra i più grandi lavori dell’autore canadese David Cronenberg, considerato il pioniere e massimo esponente del “body-horror”, ovvero quella espressività artistica volta a tematizzare sulla mutazione del corpo e la contaminazione della carne. Remake del film del 1958 “L’esperimento del dottor K”, “La Mosca” del 1986 con Jeff Goldblum rimane in tal senso uno dei massimi esempi per la Settima Arte, per un film sulla sfuggevole manipolazione scientifica da parte dell’uomo sull’uomo che strappa consensi tanto dal pubblico quanto dalla critica, arrivando a vincere il Premio Oscar al Miglior Trucco per il celebre lavoro svolto sull’attore protagonista.
Society – The Horror, di Brian Yuzna – 1989
Appena menzionato, proprio al finire del decennio viene rilasciato un altro dei migliori film horror degli anni ’80, ovvero l’opera prima da regista dello statunitense Brian Yuzna. “Society – The Horror” rimane un’opera dirompente e sorprendente, che traccia inizialmente la strada verso una teen-comedy dai toni grotteschi per poi sfociare in una mefistofelica e spietata critica all’edonismo e alla borghesia (statunitense), nel voler strappare la maschera di omertoso conformismo alla società che ci circonda. Realizzato con gran classe da Yuzna, il debutto dietro la macchina da presa per il regista viene principalmente ricordato per la sua orgiastica e disturbante discesa verso gli Inferi.