Recensione – Nessuno ti salverà: un alienante horror fantascientifico su Disney+

Arrivato un po’ in sordina sulla piattaforma streaming di Casa Topolino, questo horror-fantascientifico cerca di lasciare il segno per via di un’impostazione molto particolare, ottenendo buonissimi risultati.
Recensione del film horror fantascientifico Nessuno ti salverà disponibile su Disney+

Articolo pubblicato il 25 Dicembre 2023 da Vittorio Pigini

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Nessuno ti salverà
Genere: Fantascienza, horror
Anno: 2023
Durata: 93 min
Regia: Brian Duffield
Sceneggiatura: Brian Duffield
Cast: Kaitlyn Dever
Fotografia: Aaron Morton
Montaggio: Gabriel Fleming
Colonna Sonora: Joseph Trapanese
Paese di produzione: Stati Uniti d’America

Atterrato sul pianeta streaming di Disney+ dal 22 settembre 2023, “Nessuno ti salverà” è il secondo lungometraggio scritto e diretto dal regista Brian Duffield dopo “Spontaneous” del 2020, successivamente anche aver ideato e scritto altri film come “Love and Monsters” e “Underwater” sempre dello stesso anno. Ecco di seguito la recensione di “Nessuno ti salverà”, horror fantascientifico con Kaitlyn Dever protagonista.

Nessuno ti salverà: la trama del film di Brian Duffield

La storia di “Nessuno ti salverà” è quella della giovane Brynn, donna di talento che, tuttavia, è stata completamente emarginata dalla propria comunità. Respinta per qualche evento del passato, Brynn vive così isolata nella propria casa dove è cresciuta, relegando le uniche attività fuori da essa alle necessità della spesa quotidiana e della consegna della posta. Ormai la ragazza è così costruito la propria vita da condurre finché, una notte, qualcuno le entra in casa ma non si tratta di un semplice ladro. Brynn viene infatti attaccata da una creatura extraterrestre e, nella colluttazione, riesce ad uccidere l’invasore. Questo però è solo l’inizio, con la ragazza chiamata a fronteggiare l’ostilità delle creature e, soprattutto, a fare i conti con il proprio passato.

La recensione del nuovo film di Brian Duffield Nessuno ti salverà

Nessuno ti salverà, la Recensione del film di Brian Duffiel: alienarsi dalla società

Al momento della sua uscita in streaming, il nuovo film di Brian Duffiel aveva subito fatto suscitare particolare interesse nel pubblico, anche e soprattutto a causa delle parole d’elogio di molti nomi di spicco del suo “campo di gioco”. Tra queste, infatti, emergono tra tutte le parole al miele per “Nessuno di salverà” spese da Stephen King e Guillermo Del Toro, dalle quali si potrebbe trovare un trait d’union per il coinvolgimento e il divertimento del film di Disney+. Con “divertimento” ovviamente non si vuole fare riferimento alla commedia, come magari il film d’esordio di Duffiel “Spontaneous”, quanto proprio all’intrattenimento di una pellicola horror fantascientifica capace di far tenere in tensione lo spettatore praticamente per tutta la durata della visione, provando a spingersi anche oltre. Questo perché, sostanzialmente, l’incontro ravvicinato di 3° tipo viene infatti sfruttato qui a puro mezzo allegorico per raccontare l’ansia ed angoscia di fare i conti con il peso dei sensi di colpa, quel macigno introspettivo che ti spinge verso l’isolazionismo. Una guerra interiore sfiancante e di difficile realizzazione ma, quando questa arriva, la presa di coscienza della situazione spingerebbe al più delle volte a non vedere più il mostro allo specchio, ma alieni chi ti circonda e si ciba delle tue paure. Quando infatti la tua casa, la tua stanza, diventa il tuo intero mondo, l’home-invasion si trasforma con troppa semplicità in un vero e proprio world-invasion, per un film ultracitazionista del grande cinema di fantascienza.

 

Le atmosfere conturbanti di “Signs” di M. Night Shyamalan incontrano così una peculiare caratteristica legata al “A quiet place – un posto tranquillo” del 2018, farcendo la visione di molti elementi tanto cari alla fantascienza anni ’50 soprattutto nell’epocale “L’invasione degli Ultracorpi” di Don Siegel. Se infatti è vero che il carattere dell’originalità rimane un elemento sempre vitale per qualsiasi film (soprattutto) di fantascienza, il diretto ed esplicito citazionismo – anche nella riproposizione degli immancabili “Grigi” di data ingiallita – comunque non si divora negativamente la freschezza di un prodotto che presenta la propria personalità. Arrivando all’elefante nella stanza, la tematizzazione introspettiva del personaggio di Brynn viene infatti mostrata su schermo attraverso l’intraprendente uso del mutismo e dell’incapacità di comunicazione tra i personaggi “umani”. La peculiare caratteristica di “Nessuno ti salverà” è infatti quella di presentare un film senza dialoghi, per una visione di 93′ che sarebbe da considerare muta se non fosse per le urla, i cacofonici versi alieni e gli ancor più deplorevoli sputi umani. Un’incomunicabilità, data dall’isolazionismo e dall’alienazione, che viene così confluita anche diegeticamente nel film, spezzata dell’unica prova di coraggio – forse artisticamente accomodante e preventivata, non necessariamente in termini dispregiativi – al di là, ovviamente, della continua lotta fisica con il mostro invasore.

Nessuno ti salverà, la Recensione del film di fantascienza di Disney+: un’ansiogena corsa ad una sopravvivenza irraggiungibile

Lasciando tuttavia da parte il discorso introspettivo del nuovo film di Brian Duffield, “Nessuno ti salverà” resta una piccola grande perla del cinema horror-fantascientifico di oggi, soprattutto per il coinvolgimento tecnico-visivo restituito dalla visione. Un film che infatti riesce ad innalzare l’asticella del terrore, tanto nell’ottima gestione della tensione al primo incontro nella casa – nella quale ad essere privilegiate rimangono atmosfere vicine al gotico da casa infestata, dove anche gli eventi legati alla telecinesi ben si interscambiano con quelli di natura spettrale – quanto nell’ansiogena corsa alla sopravvivenza con rari momenti di respiro. In tutto ciò gioca infatti un ruolo di prim’ordine l’inquietante ed accattivante fotografia di Aaron Morton, capace di giostrarsi ottimamente nella perenne oscurità per poi adattarsi ai giochi di luce rigorosamente raggelanti. Ma se la costruzione dell’immagine diventa qui determinante – proprio per sopperire all’assenza di dialogo e presentare un racconto ed il suo background con la forza espressiva delle sequenze visive – ad essere quasi di pari rilevanza è ovviamente anche il montaggio sonoro del film che, tra la soundtrack creata da Joseph Trapanese (“Prisoners of the Ghostland” e lo stesso “Sponatneous”) ed il lavoro sulla realizzazione effettistica (specialmente nella comunicazione aliena), restituisce un’esperienza ansiogena e coinvolgente.

 

In questo corre in aiuto ovviamente la stessa regia di Duffield, che non si lascia mai andare allo spavento facile ma impartisce la tenuta della tensione in maniera rigorosa, pur impazzendo nella dinamicità della macchina da presa che da agonizzante e tenue esplode nei movimentati raccordi di montaggio. Una regia che infatti riesce anche ad esaltare l’immaginifica presenza aliena che, nonostante il classico “testa a lampadina”, presenta creature dall’ottimo design, come tutta la fattura degli effetti speciali che riesce a mantenersi sempre ad un elevato livello. La sceneggiatura dello stesso Duffield regala poi trovate accattivanti ed intriganti, specialmente nell’onirico finale dalla risoluzione cinica e beffarda che colpisce ad effetto. In tutto ciò, una menzione onorevole a parte deve essere riconosciuta anche alla prova di Kaitlyn Dever (“Detroit”, “La rivincita delle sfigate”), che da assoluta protagonista e praticamente unica interprete, riesce pienamente a bilanciare il gap dell’assenza di dialogo con la sua sofferente prova mimica e sostenendo l’intera durata del film sulle sue spalle. Insomma con “Nessuno ti salverà” il genere horror-fantascientifico non può ottenere nulla che non fosse stato già mostrato, per via soprattutto dell’ipercitazionismo del film e per una sceneggiatura che mira principalmente a curarne l’intrattenimento piuttosto che la sua introspezione tematica; tuttavia, Brian Duffiel realizza un’opera che non solo non merita l’anonimato, ma regala un’esperienza sensoriale decisamente avvincente tanto per il coraggio di voler raccontare una narrazione ricca di contenuto privata del dialogo, quanto per la sua abilissima fattura tecnica tra regia, fotografia e sonoro, senza considerare l’ottima prova della Dever protagonista.

Voto:
4/5