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Recensione – Unicorn Wars: il pasticcio animato di Alberto Vázquez

Unicorn Wars: la recensione del film di Alberto Vazquez

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Unicorn Wars
Genere: Animazione, Guerra, Fantasy
Anno: 2022
Durata: 85 min
Regia: Alberto Vázquez
Sceneggiatura: Alberto Vázquez
Cast: Jon Goiri, Jaione Insausti, Ramón Barea, Txema Regalado, Maribel Legarreta, Itxaso Quintana
Montaggio: Iñigo Gómez, Estanis Bañuelos
Colonna Sonora: Joseba Beristain, Víctor García
Paese di produzione: Spagna, Francia

Il regista Alberto Vázquez è tornato a fare parlare di sé con la sua nuova opera animata intitolata “Unicorn Wars“. Il lungometraggio, presentato in anteprima al Comicon di Napoli ed in seguito proiettato al Fipili Horror Film Festival, ha vinto il premio Goya come miglior film d’animazione.

La trama di Unicorn Wars, diretto da Alberto Vázquez

Il nuovo film di, attualmente disponibile in streaming sul canale Prime Video di I Wonder Pictures, presenta la seguente trama:

Le giovani reclute dell’esercito degli orsacchiotti vengono addestrate a combattere contro i ferocissimi Unicorni e a difendere la città dalla terribile guerra in corso. I fratelli Azzurrino e Cicciotto, assieme a un plotone di reclute inesperte, dovranno affrontare una pericolosa missione per salvare il Bosco Magico. Tuttavia le cose non sono come sembrano…

Recensione: Unicorn Wars di Alberto Vázquez

La recensione di Unicorn Wars

L’animazione colpisce con i suoi colori accesi ed il suo design semplicistico nei personaggi, i quali hanno volutamente l’aspetto di creature adorabili che ricordano gli Orsetti del Cuore, eppure ciò non impedisce di vedere questi teneri orsetti massacrati in scene dove il gore e lo splatter fanno da padroni. Ciò crea un contrasto molto forte e scioccante, per evidenziare che anche la tenerezza più innocente degli “orsetti coccolosi” può disgustare per colpa della brutalità della guerra. Molto bello anche il contrasto con gli unicorni, rappresentati come delle creature nere e oscure, nonostante abbiano una natura pacifica diversamente dagli orsetti colorati. Si notano anche alcune influenze visive provenienti da “Principessa Mononoke” di Hayao Miyazaki, specialmente quando entra la componente fantasy rappresentata dalle parti più cupe della foresta: una sequenza in particolare riprende il film dell’autore nipponico, attraverso cui un sacro rituale della natura viene interrotto dagli intrusi che irrompono con le loro armi, macchiando il terreno di sangue.

È evidente l’obiettivo del film nel voler condannare gli orrori della guerra, puntando molto sulla propaganda religiosa: gli orsetti sono decisi ad invadere e ad uccidere gli unicorni semplicemente perché la loro bibbia dipinge questi ultimi come degli esseri spregevoli che hanno rubato loro la terra. Gli orsetti non si fanno mai nessun dubbio, inculcati dal loro credo e decisi a tutto pur di uccidere degli unicorni che vengono rappresentati come degli esseri innocui. Tuttavia, nonostante la condanna al fanatismo religioso, le scelte narrative sul personaggio del prete risultano molto goffe, perché quest’ultimo è presentato come un estremista che incita i soldati ad uccidere gli unicorni, ma le sue successive scelte, dettate dal suo credo, sono le uniche che mostrano una preoccupazione umana nei confronti delle vite dei soldati (escludendo Cicciotto) e che presentano una vera moralità almeno nell’apparenza. Forse l’autore ha cercato di inserire distinzione tra le imposizioni religiose dettate dalla società e tra il percorso spirituale, ma aver affidato entrambe le cose da un solo personaggio, il quale ha alla base una chiara ideologia fascista e fanatica, crea confusione.

Pur mostrato con meno spazio, le cose vanno meglio quando si tratta di rappresentare la dittatura che guida il governo degli orsetti: il saluto di questi ultimi richiama infatti a quello nazista, mostrando i politici che sono decisi ad utilizzare ogni soldato come carne da macello, manipolando il morale dei propri ragazzi ingannandoli e mandandoli a morire come semplici perdite collaterali.

Unicorn Wars: la recensione

La mancanza di chiarezza in Unicorn Wars

L’opera costruisce numerosi momenti importanti attraverso il rapporto tra i fratelli Azurrino e Cicciotto: il primo è presentato come un orsetto forte e bello, il secondo è grasso e preso in giro da tutti. Cicciotto tuttavia è buono ed odia la violenza, mentre Azzurrino è prepotente e feroce, odiando tutti quelli che provano ad oscurare il proprio ego ed uccidendo chiunque senza alcuna pietà. Azzurrino è cresciuto attraverso un complesso di inferiorità, incontrando fin da piccolo delle situazioni problematiche che lo hanno portato all’ossessione di essere primo in tutto scavalcando gli altri. La violenza di Azzurrino è una conseguenza reazionaria alla sua mancanza di affetto, pretendendo che l’attenzione sia costantemente rivolta su di lui. Proprio questa ricerca di attenzione è mostrata come parallelismo alla supremazia del fascismo, con l’orsetto feroce che vuole imporsi su tutti, generando odio verbale e fisico. Anche stavolta, tuttavia, l’autore risulta essere perspicace nella presentazione ma non nello sviluppo, perché poi viene sempre più evidenziato che Azzurrino è un essere spregevole fin dalla sua nascita. Tale scelta narrativa rende completamente inutile tutto il discorso sulle incomprensioni familiari e sulla società che genera mostri sanguinari, perché Azzurrino è fin dall’inizio un mostro sanguinario. Il concetto della banalità del male non è ben integrata con il costrutto sociale ed individuale.

Al contrario, Cicciotto risulta un personaggio molto più efficace perché rimane lo stesso dall’inizio fino alla fine senza inutili complicazioni: lui vede sempre il buono nella vita e non cerca violenza inutile, tanto da essere l’unico a non avercela con gli unicorni e vuole fare amicizia con tutti. Lui è il simbolo di quel poco di bene rimasto in una società razzista. Tuttavia la buona figura di Cicciotto non basta a mantenere l’equilibrio narrativo, perché un altro problema risulta essere proprio gli unicorni. Sicuramente questi ultimi vengono presentati come le vittime e come il popolo invaso, quindi basterebbe questo a far empatizzare con gli spettatori… però viene dato spazio ad un cucciolo femmina che sembra importante, ma la sua caratterizzazione non è chiara, a causa di scene oniriche che non rendono la simbologia ben integrata con tutto il contesto che si sta vedendo. Inoltre è ben chiara la storia che ha portato gli orsetti alla costruzione della loro società, ma non viene dato alcuno spazio al punto di vista degli unicorni e a come gli orsetti siano diventati i loro nemici, dal momento che è chiaro che la storia è diversa da quella che viene raccontata nella bibbia dei “teneri” animali antromofizzati. Il contesto politico tra i due popoli viene lasciato a metà, risultando incompleto ed insoddisfacente.

“Unicorn Wars” è un film visivamente elegante ed ha al suo interno diverse scene d’impatto che, prese a se, offrono degli spunti importanti ed interessanti. Il problema è che il regista non riesce a trovare equilibrio tra il lato politico ed il lato individuale, con numerose cose che non vengono approfondite, mentre quelle che hanno un vero sviluppo risultano fin troppo contraddittorie, realizzando quello che alla fine sembra essere un grande pasticcio.
Voto:
2/5
Matteo Farina
4/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
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Cast:
Genere:

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