Articolo pubblicato il 4 Gennaio 2024 da Emanuela Di Pinto
Lo scorso 13 luglio qualcosa si è rotto ad Hollywood. Se lo sciopero degli sceneggiatori era stato una frattura importante nel sostrato cinematografico, i picchetti organizzati dal sindacato attori hanno dato il colpo di grazia ad una situazione complicatissima dal punto di vista produttivo e, soprattutto, economico. A quattro mesi dall’inizio dello sciopero del SAG-AFTRA, con il mondo dell’intrattenimento ridotto al lastrico, produttori e attori hanno trovato finalmente un accordo per mettere da parte le proprie divergenze e riuscire a far ripartire l’intero settore. Il modo in cui nessuna pellicola negli ultimi mesi ha ottenuto promozione, i red carpet vuoti nei principali festival di tutto il mondo e le ingenti perdite (stimate intorno ai 10 miliardi di dollari) hanno spinto i produttori a premere sull’acceleratore per cercare degli accordi validi in modo che rinnovassero in maniera soddisfacente per gli attori il contratto nazionale.

Nonostante i grandissimi scontri delle ultime settimane, che aveva portato i produttori addirittura a dare un ultimatum al SAG-AFTRA, nella notte italiana è stato trovata un’intesa che, ovviamente, si tradurrà in un testo che verrà reso pubblico le prossime settimane. Secondo alcune indiscrezioni, si parlerebbe di un contratto di tre anni che aumenterebbe lo stipendio minimo per gli attori e tutelerebbe la loro immagine dall’uso dell’intelligenza artificiale, aprendo una grande e complessa parentesi riguardo i diritti d’autore. Tra le tutele date ce ne sarebbero anche alcune riguardo il guadagno dalla riproduzione dei prodotti in tv e in streaming. Il sindacato, infatti, aveva chiesto una garanzia del 2% dei guadagni di visione che, però, si sarebbe tradotta in un bonus. I picchetti, che si sono tenuti in tutti gli Stati Uniti, ma in particolare a Los Angeles e New York, hanno dato voce anche agli “attori silenziosi” del settore, coloro che lavorano in ruoli minori e che, ovviamente, non possono sfruttare il proprio status di vip hollywoodiani per ottenere compensi adeguati.
Sciopero degli attori, una pagina storica dell’intrattenimento
Si sono rivelati a sostegno della causa la maggior parte dei divi del cinema americano che hanno contribuito a rifocillare il fondo creato dal SAG-AFTRA per sostenere economicamente le proteste e i membri del sindacato inattivi durante lo sciopero. Inizialmente, lo sciopero degli attori era sembrato un modo per sostenere la battaglia degli sceneggiatori che si è conclusa ufficialmente alla fine di settembre con un nuovo accordo con le major. Successivamente, poi, è stato ben chiaro quanto nel settore si senta la necessità di un rinnovamento totale, professato anche dalla presidente del SAG-AFTRA Fran Drescher, che più volte durante i discorsi ha parlato di quanto un cambiamento sia inevitabile dopo tanti anni passati a nascondere i problemi sotto il tappeto. Con l’annuncio della sera dell’8 novembre si è chiuso un capitolo storico della storia dell’intrattenimento: uno sciopero durato ben 118 giorni, che ha piegato il mondo del cinema e che, soprattutto, è diventato, di diritto, la protesta più lunga della categoria degli ultimi 40 anni.