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Il male non esiste: la spiegazione del finale del film di Hamaguchi

Il male non esiste: svelata la data di uscita in Italia

Il male non esiste (Evil does not exist) è stato presentato in concorso alla ottantesima Mostra d’arte cinematografica di Venezia e, oltre a essersi guadagnato il plauso di pubblico e critica, è anche riuscito a vincere il Gran Premio della giuria. Il film è diretto da Ryusuke Hamaguchi, già vittorioso al Festival di Cannes con Drive my car, che si continua a confermare come uno degli autori più intriganti del panorama cinematografico contemporaneo. Di seguito il finale di Il male non esiste e la sua spiegazione.

Il finale di Il male non esiste, diretto da Ryusuke Hamaguchi

Nel finale di Il male non esiste, un film in cui il numero degli avvenimenti è estremamente contenuto, Takumi, accompagnato dal membro della compagnia che è rimasto sedotto dai ritmi della vita rurale giapponese, riesce a ritrovare la figlia dispersa. Tuttavia la scena che si para di fronte agli occhi dei due protagonisti è quantomeno insolita: Hana, la figlia di Takumi, si trova di fronte a una cerva morta a causa di una fucilata e la sua cucciola. A questo punto Takahashi corre verso Hana nel tentativo di trarla in salvo, tuttavia viene fermato da Takumi che con prontezza lo strangola, forse uccidendolo. Il film si conclude con Takumi che cinge tra le sue braccia una Hana improvvisamente incosciente e la riporta verso casa, lasciando un Takahashi forse deceduto nel cuore della foresta.

Il Male Non Esiste: il nuovo film di Ryusuke Hamaguchi

La spiegazione del finale di Il male non esiste

Forse un intero saggio di cinematografia potrebbe essere scritto attorno all’ultima scena di Il male non esiste. Il modo in cui il regista giapponese porta a compimento l’ermetismo dello stile che applica per tutta la durata della pellicola è encomiabile e lo fa posizionare di diritto tra i più stimolanti autori cinematografici della modernità. Innumerevoli spiegazioni possono essere fornite per il finale di questa pellicola che volutamente risulta quasi intellegibile se non si ripercorre a ritroso l’opera in cerca di elementi in grado di fornire strumenti interpretativi utili.

 

Per chi scrive questo articolo l’ultima sequenza di Il male non esiste getta inquietanti ombre sul passato di Takumi e sul suo rapporto con la figlia Hana e la madre deceduta. Per tutta la durata della pellicola la figlia del protagonista non fa altro che correre e errare per i boschi giapponesi, ma quello che sembra essere a prima vista come un segno di vitalità può essere anche interpretato a posteriori come un volontario e costante allontanamento dalla figura paterna, con la quale la piccola infatti non scambia quasi una parola. Per di più la madre viene mostrata di sfuggita in una foto di famiglia e nel corso di una conversazione con Takahashi il protagonista spiega come le cerve diventino molto protettive quando percepiscono che i loro cuccioli sono in uno stato di pericolo. A corollario di tutto ciò Takumi, seppur si possa configurare come una figura assolutamente sfuggente, pare covare qualcosa di oscuro nel suo animo e il modo in cui aggredisce prontamente Takahashi sul finire della pellicola pare esserne la dimostrazione lampante. Non a caso poi la sua prima azione nel corso del film è quella di tagliare ripetutamente e incessantemente dei blocchi di legna, quasi a richiamare il modo geniale con cui Robert Eggers in The Witch esprimeva il profondo malessere del padre delle protagoniste.

 

Fatte queste considerazioni non sembra implausibile sospettare che la cerva morta e il suo cucciolo non siano altro che una rappresentazione di ciò che è accaduto a Hana e sua madre, forse proprio a causa di un delitto commesso da Takumi. Va infatti sottolineato anche come questi due animali, inizialmente presenti in scena, scompaiano una volta che Hana viene presa in braccio dal padre, quasi a avvalorarne la loro portata allegorica.