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Recensione – Gremlins, film del 1984 diretto da Joe Dante

Segue la recensione del film Gremlins

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Gremlins
Genere: Fantasy, Commedia, Horror
Anno: 1984
Durata: 105 minuti
Regia: Joe Dante
Sceneggiatura: Chris Columbus
Cast: Hoyt Axton, John Louie, Keye Luke, Frances Lee McCain, Zach Gallican, Corey Fedman, Dick Miller, Phoebe Cates, Polly Holliday, Arnie Moore, Scott Brady, Harry Carey Jr., Susan Burgess, Belinda Balaski, Edward Andrews, Judge Reinhold, Chuck Jones, Kenny Davis, Glynn Turman, John C. Becher, Gwen Willson, Jackie Joseph
Fotografia: John Hora
Montaggio: Tina Hirsch
Colonna Sonora: Jerry Goldsmith, Noel Regney
Paese di produzione: USA

Gremlins è un film da considerare come un cult generazionale, tramandato nel tempo. Diretto da Joe Dante, scritto da Chris Columbus e prodotto anche da Steven Spielberg, il lungometraggio che mescola fantasy, commedia e horror ha riscosso un enorme successo a fronte di un budget pari a 11 milioni di dollari, incassando all’epoca una cifra che si aggira intorno ai 150 milioni di dollari. Di seguito la trama e la recensione del film Gremlins.

La trama di Gremlins, di Joe Dante

Segue la trama di Gremlins, diretto da Joe Dante:

 

“L’inventore dilettante Rand Peltzer (Hoyt Axton) è alla ricerca di un regalo natalizio originale per suo figlio Billy (Zach Galligan). Mentre gira per Chinatown, l’uomo rimane colpito da una strana creatura, un Mogwai, grazioso animaletto peloso con la facoltà di pronunciare qualche parola e amante della musica. Il padrone della bottega, Wing, non è intenzionato a cederlo, ma di nascosto il nipote lo vende a Peltzer per pochi soldi con delle importanti raccomandazioni. Per allevare Il Mogwai si devono seguire tre regole fondamentali: non esporlo al sole e a nessuna luce forte, non dargli del cibo dopo la mezzanotte e non metterlo mai a contatto con l’acqua. Il bizzarro animaletto, ribattezzato Gizmo, ha un carattere mite e affettuoso, e viene molto apprezzato da Billy. Ma le indicazioni ricevute sono difficili da rispettare.

 

Il giorno stesso del suo arrivo in famiglia, infatti, la madre di Billy scatta ingenuamente una foto a Gizmo facendolo impazzire per qualche secondo a causa della luce abbagliante del Flash, mentre il giorno seguente un amico di Billy fa cadere per errore un bicchiere d’acqua addosso all’animaletto. Le conseguenze di quest’ ultima disattenzione sono gravissime: dal corpo dell’indifeso Gizmo appaiono progressivamente numerose e strane escrescenze dalle quali fuoriescono pian piano cinque piccoli animaletti. I nuovi arrivati, capeggiati da un Mogwai dal ciuffo bianco, hanno un carattere meno docile rispetto a Gizmo e sono molto vivaci ed aggressivi. Di fronte a questa anomala situazione, Billy decide di consultare il professor Hanson, ricercatore universitario, affidandogli uno dei Mogwai riprodotti. Ma la situazione degenera repentinamente. Gli animaletti duplicati si nutrono di nascosto in orari proibiti trasformandosi in “gremlins”, orribili mostriciattoli dalla pelle verde molto malvagi e pericolosi. Prima vittima di queste perfide creature è il professor Hanson, ucciso dal gremlin che stava analizzando. La città diviene velocemente ostaggio dei temibili mostriciattoli, sempre più numerosi. Riuscirà Billy ad arrestare la squadra malvagia che sta seminando caos e terrore ovunque?”

Segue la recensione del film Gremlins

La recensione di Gremlins: un cult generazionale che mescola generi

Gremlins è uno di quei suggestivi casi in cui l’inventiva regna sovrana per dar vita a una narrazione semplice e citazionista, ma linfatica per la messa in scena dei contenuti. In una piccola realtà urbana americana, si delinea la presenza di personaggi perlopiù scorbutici, privi di interessi e sempre pronti a rendere la vita dell’altro più complicata. Il continuo susseguirsi di situazioni in cui la coppia di giovani protagonisti, Billy e Kate, vengono messi alle strette perché si differenziano per la loro bontà d’animo, lascia trapelare il grigiore e la piattezza di una società colpita dalle nefandezze storiche. Non è un caso che i bambini qui facciano fatica a stupirsi anche di fronte la visione di uno strano animaletto che si riproduce a contatto con l’acqua, o che un veterano della Seconda Guerra Mondiale faccia riferimento ai gremlins (prima volta in cui vengono citati) come esseri diabolici introdotti all’interno della nazione per mano nemica. Le avversità dal punto di vista economico coinvolgono i cittadini, e inaspriscono le differenze di classe e gli atteggiamenti reciproci, sottolineati da una perenne acidità di base. In un quadro generale di questo tipo, in cui la commedia traccia il solco con equivoci, battute inserite con il senso del tempo e degli scambi anche teneri tra i personaggi, arrivano dall’esterno (Cina) i Mogwai, inizialmente inseriti come un dolce dono della natura. 

 

Sul labile confine del cattivo uso che la società può fare di un determinato oggetto, e per di più delle trasformazioni che si manifestano proprio per mano umana, casualmente il piccolo Gizmo si riproduce e apre la pista alle peripezie dei suoi ben più esagitati ‘colleghi’. La presentazione delle tre regole fondamentali da seguire a poco è servita, perché i personaggi adattatisi a uno stile di vita piuttosto depresso e poco stimolante, fanno fatica a tenere alta la soglia dell’attenzione e peccano costantemente di superficialità. Infatti, l’obiettivo comune appare unico: fare soldi. Il capitalismo dirige le danze in qualunque occasione, e anche un esserino innocuo come un Mogwai può tramutarsi in una macchina per fare soldi, da vendere a tutte le famiglie per sostituire i cani. Il problema è che, ancora una volta, le persone non si fanno scrupoli e non riescono ad osservare oltre la superficie delle cose, travolgendole e snaturandole per assecondare l’obiettivo. Lo sfondo natalizio evidenzia il contrasto tra la falsa idea di buonismo presente durante le feste, e la ben più cinica realtà; a tal proposito, semplicemente agghiacciante la sottotrama relativa alla morte del padre di Kate. Inoltre, è un ulteriore pretesto quello del Natale per far emergere senza pudore l’assetto capitalistico della società moderna. Così facendo, il film si trasforma simultaneamente all’ingresso in scena del lato più spietato dei Mogwai, e introduce degli elementi da far accapponare la pelle anche agli adulti, passando dalla commedia al fantasy e poi all’horror più sfrenato. Gli omaggi al cinema classico non sono per nulla scontati e randomici, poiché si cita La vita è meravigliosa che è perfettamente distorto dal contenuto del film, e L’invasione degli ultracorpi, da cui si prende qualche spunto.

 

Questa brillante combinazione di generi ha fatto sì che Gremlins risultasse ancora oggi un prodotto di culto, sempre fresco e ambiguamente piacevole da guardare nei suoi scorrevoli 105 minuti. L’ingegno messo in campo per ciò che concerne la morte di alcuni personaggi può tranquillamente far scuola a tanti horror contemporanei, sia per la sottigliezza dell’estetica proposta che per l’audacia registica. Le reazioni sono perfettamente plausibili, seguono un loro senso logico e forniscono un senso di soddisfazione allo spettatore, che può ammirare la madre di Billy districarsi in cucina o nei pressi dell’albero di Natale per far fuori i gremlins. Ci sono alcune scelte registiche notevoli, a partire proprio dagli occhi rossi della creatura all’interno della già citata con protagonista l’albero di Natale in salotto, passando per alcuni fattori tipici della commedia demenziale: i Mogwai al bar sembrano dei gangster in pausa, mentre al cinema tornano ingenui come dei bambini. L’atmosfera fantasy viene avvalorata dal lavoro fotografico, poiché la selezione dei colori freddi si contrappone a quelli caldi dovuti alle decorazioni natalizie, ponendo il bianco della neve alle spalle. Ciò che si genera è, in connubio con alcune semi-soggettive e piani stretti, uno strano senso di malinconia in divergenza con la delirante riproposizione del comico. Gremlins, alla luce di ciò, risulta un incubo da film horror che però non dimentica mai le sue origini di prodotto di intrattenimento per ragazzi, e in maniera consequenziale deride le convenzioni sociali innescano un gioco che riesce ad essere fanciullesco e unpolitically correct, unendo gli opposti. 

Gli animatronics e l’artigianalità in Gremlins

In Gremlins c’è un uso sapiente e invidiabile degli animatronics, i quali rendono gli effetti speciali memorabili e ancora da prendere come esempio oggigiorno. Gli animaletti sia nella loro forma ‘buona’ che da ‘cattivi’, sono perfettamente amalgamati con la poco adoperata computer grafica, e risultano credibilissimi in ogni scena, senza svarioni di alcun tipo. Il film di Joe Dante insegna che, anche a fronte di un budget piuttosto ridotto, è possibile produrre artisticamente il meglio con l’inventiva. D’altronde, sono bastati dei giochi di luce in combinazione alla fuoriuscita del fumo per rendere l’atmosfera ambigua, per certi versi spaventosa ma in grado di destare della (sana?) curiosità. Si tratta di un’artigianalità che al cinema non dovrebbe mai mancare, eppure la maggioranza delle produzioni contemporanee si avvalgono pedissequamente di effetti visivi digitali che, in determinate occasioni, minano la sospensione dell’incredulità, scacciando via il patto tra l’opera e lo spettatore. 

Voto:
4/5
Andrea Barone
4/5
Andrea Boggione
4/5
Arianna Casaburi
3.5/5
Emanuela Di Pinto
4/5
Matteo Farina
4/5
Gabriele Maccauro
3/5
Alessio Minorenti
3.5/5
Matteo Pelli
4/5
Vittorio Pigini
4/5
Bruno Santini
3.5/5
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