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C’è ancora domani: il significato del film di Paola Cortellesi

C'è ancora domani: il significato del film di Paola Cortellesi

Il grande successo di C’è ancora domani non è assolutamente casuale: il film rappresenta uno spaccato culturale e sociale importantissimo per il nostro paese, parlando non soltanto del passato ma anche del presente e facendo sì che molte di quelle situazioni rappresentate trovino il terreno fertile anche nell’ambito della contemporaneità. Non è un caso che in molte, tra le spettatrici, si siano sentiti rappresentati da una condizione che, cronologicamente parlando, è relativa al passato ma che, per la violenza e l’efferatezza espressa può essere rappresentativa anche della quotidianità del presente. Per questo motivo, è importante sottolineare quale sia il significato di C’è ancora domani.

Il significato di C’è ancora domani di Paola Cortellesi

Per riuscire a offrire il significato di c’è ancora domani di Paola Cortellesi, bisogna partire da un presupposto fondamentale: il film sceglie, volutamente, una fotografia e un’ambientazione che rimanda al passato e, in particolar modo, alla seconda guerra mondiale ma, allo stesso tempo, parla anche dell’oggi, della quotidianità a cui siamo abituati e di quel senso di potere, molto spesso coercitivo, che viene esercitato nei confronti delle donne. Nonostante la prospettiva storica del film, dunque, il lavoro di Paola Cortellesi vuole essere anche attuale, parlando delle donne di oggi e, soprattutto, sapendo offrire una panoramica che racconti la triste storia a cui molte donne sono assoggettate.

 

Il film racconta di Delia, una donna che viene costantemente maltrattata dal marito e che sembra non trovare la possibilità di riscatto e di salvezza, se non da una misteriosa lettera che giunge all’interno della sua cassetta delle poste. Quello che sembra essere il legame con un uomo che ama e che appartiene al suo passato, altro non è che un mcguffin particolarmente congegnato da parte di Paola Cortellesi, che regala allo spettatore una seconda parte del film assolutamente straordinaria: quella lettera, in realtà, contiene la tessera elettorale e l’invito, per una donna, a votare per la prima volta nella sua storia. Ci troviamo, infatti, nel 1948, anno in cui in Italia c’è, per la prima volta, un suffragio universale propriamente detto e in cui anche le donne possono votare ed esprimere la propria preferenza. Il domani chiamato in causa dal titolo del film, dunque, altro non è che la prospettiva di quella redenzione rispetto alle difficoltà che la donna vive, attraverso l’unico strumento possibile: la propria identità sociale e culturale, che può cambiare le cose attraverso il voto.

Il contesto di C’è ancora domani e i legami con la contemporaneità

Nell’offrire il significato di C’è ancora domani bisogna, però, anche analizzare bene il contesto che viene mostrato dal film con Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea. Il lungometraggio in questione non cede alla facile lusinga di mostrare una realtà che possa terminare con il lieto fine o con l’atteggiamento idilliaco: la condizione della donna mostrata e e continuerà essere sempre difficile, con Delia che non troverà la possibilità di salvezza ma che affida, a sua figlia, tutti i suoi risparmi accumulati nel corso dei mesi, con la speranza di consegnare, alla generazione successiva, un’ancora di salvataggio, sia attraverso il concreto denaro, sia per mezzo dello strumento del voto, che può davvero cambiare le cose.


Sotto un certo punto di vista, dunque, il film acquisisce il tono della speranza ma non dimentica dimostrare quanto difficile sia la condizione della donna, pur nel momento in cui cambia l’istituzione: per far sì che un cambiamento diventi tale, infatti, non c’è soltanto bisogno di dichiararlo e declamare in pubblico, ma c’è necessità che quest’ultimo si verifichi anche nell’ambito del privato. Così non è in casa di Delia, che continua ad essere picchiata e abusata da suo marito e suo suocero ogni giorno, ma la prospettiva di un cambiamento è l’unica arma a cui la donna, e per traslazione tutte le donne, può affidarsi in un momento in cui, almeno per lei, la salvezza non è possibile.