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I Soprano: la spiegazione del finale della serie tv ideata da David Chase

I Soprano è indubbiamente una delle serie tv più importanti di sempre e con un finale ambiguo. Qual è dunque la sua spiegazione?
Made in America: la spiegazione dell'ultimo episodio de I Soprano

I Soprano è una serie tv ideata da David Chase ed andata in onda su HBO dal 1999 al 2007. Nell’arco delle sue 6 stagioni e 86 episodi, di momenti chiave ce ne sono stati molti – tanto da spingerci a stilare la classifica dei migliori episodi de I Soprano – ma nessuno riesce a raggiungere il vero e proprio finale della serie, Made in America. Esso ha lasciato basiti ed esterrefatti gli spettatori di tutto il mondo che ancora oggi si chiedono quale sia stato il destino di Tony Soprano. Dunque cos’è davvero successo? Di seguito, ecco la spiegazione del finale de I Soprano.

Il finale della serie tv I Soprano

Prima di procedere con la spiegazione del finale de I Soprano, è importante citare innanzitutto le sue battute finali. Dopo gli avvenimenti degli episodi precedenti che hanno portato alla morte di Christopher prima e Bobby poi – con Silvio finito in coma e la Dottoressa Melfi che decide invece di chiudere definitivamente il loro rapporto professionale – Tony è rimasto solo. Egli è stato infatti mostrato per la prima volta debole, indifeso, impaurito e senza nessuno che gli guardi le spalle. Eppure Phil Leotardo – il capo della famiglia che si è opposta al suo potere e mandante di svariati omicidi – è stato a sua volta assassinato, dunque non vi è un nemico in carne ed ossa che si oppone al potere dei Soprano. Tony si reca dunque in uno dei classici diner americani per cenare insieme alla sua famiglia che, nonostante tutto, è rimasta al suo fianco.

La spiegazione del finale de I Soprano, la serie tv ideata da David Chase con protagonista James Gandolfini

Tony si trova dunque seduto ad un tavolo con sua moglie Carmela. Alza lo sguardo e vede un uomo entrare nel locale e dirigersi in bagno, poi guarda di nuovo e nota l’arrivo di suo figlio, Anthony Junior, che si siede con loro. Meadow è in ritardo ma, con un montaggio alternato, la vediamo arrivare e tentare di parcheggiare la macchina, con molta fatica. Sbaglia una volta, sbaglia due volte e nel frattempo entrano altri due uomini. Tony ordina degli anelli di cipolla, ride e scherza con i suoi cari e decide di mettere una canzone al jukebox: il campanello della porta del diner suona nuovamente, Tony alza lo sguardo per l’ennesima volta e, sulle note di Don’t Stop Believin’ dei Journey, l’episodio viene troncato. 10 interminabili secondi di schermo nero e poi titoli di coda. Finisce così Made in America, finisce così I Soprano.

Cos’è successo? Semplice creazione hitchcockiana della suspense o c’è di più? E soprattutto, la domanda che ogni spettatore si è sempre posto: Tony Soprano viene ucciso? Nonostante la serie chiuda praticamente ogni arco narrativo, l’ideatore David Chase e lo sceneggiatore Terence Winter decidono di lasciare questo punto interrogativo. Quest’ultimo dichiarò successivamente che per lui non era tanto importante se Tony fosse morto in quell’episodio, quanto il fatto che esso rappresentava un punto di non ritorno ed il fatto che, per un uomo come lui, la morte fosse ormai questione di tempo.

Nonostante non ci venga data una risposta netta, ci sono però diversi elementi da poter analizzare, più o meno simbolici. Per esempio, Meadow che non riesce a parcheggiare per ben due volte prima di entrare nel diner, due come i tentati omicidi di Tony che vediamo nel corso della storia. Che questo fosse dunque il terzo ed ultimo? Allo stesso tempo, la serie è ricca di citazioni al mondo del cinema e, in particolar modo, a quello gangster e di mafia e le influenze de Il Padrino di Francis Ford Coppola sono enormi ed evidenti. Il fatto che un uomo si sia recato in bagno e che due lo abbiano poi seguito, ha fatto pensare a molti alla scena nel ristorante del primo capitolo della trilogia di Coppola, quando Michael Corleone – interpretato da Al Pacino – va in bagno per recuperare una pistola nascosta ed uccidere Sollozzo e McCluskey.

Resta poi l’interrogativo legato a quei 10 secondi di buio che precedono i titoli di coda. Essi potrebbero infatti rappresentare l’ignoto di un futuro incerto, come anche dell’anima di un uomo che si è salvato ma che ha indubbiamente le mani sporche di sangue. Il futuro è sì incerto, ma il destino sembra ormai scritto: Tony Soprano è l’uomo più potente del New Jersey, ha perso tutti i suoi amici e compagni, coloro che lo hanno sempre protetto. Come detto in precedenza è debole, impaurito e indifeso e si trova ormai in una situazione per cui anche andare a mangiare fuori con la propria famiglia mette a repentaglio la sua vita. L’episodio non ci dà risposte concrete ma quello che sembra sicuro è che la morte di Tony Soprano sia imminente. In questo senso però, David Chase e Terence Winter sembrano comunque lasciare una piccola speranza per ogni spettatore, se si pensa al titolo della canzone che fa da colonna sonora a questi ultimi minuti di Made in America, ovvero Don’t Stop Believin’: non smettere di credere, di sperare, perché Tony Soprano è sì un antieroe e tutt’altro che un modello da seguire, ma anche il miglior personaggio nella storia della serialità televisiva senza cui, tanto per fare un esempio, non esisterebbe nessun Walter White (Breaking Bad). A voi l’interpretazione di questo finale dunque, ciò che è certo però è che I Soprano resterà per sempre uno dei punti più alti – se non il punto più alto – della televisione mondiale.