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Recensione – Firebrand, il film di Karim Aïnouz presentato a Cannes76

Karim Aïnouz torna alla regia e lo fa con “Firebrand”, presentato a Cannes76 e con Jude Law e Alicia Vikander protagonisti.
Alicia Vikander e Jude Law sul set di Firebrand, di Karim Aïnouz

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Firebrand
Genere: Drammatico, storico
Anno: 2023
Durata: 120′
Regia: Karim Aïnouz
Sceneggiatura: Jessica Ashworth, Henrietta Ashworth
Cast: Alicia Vikander, Jude Law, Sam Riley, Eddie Marsan, Simon Russell Beale, Erin Doherty, Patsy Ferran, Amr Waked
Fotografia: Hélène Louvart
Montaggio: Heike Parplies
Colonna Sonora: Dickon Hinchcliffe
Paese di produzione: Regno Unito

La recensione di Firebrand, il nuovo film diretto da Karim Aïnouz (Madame Sata, La Vita Invisibile di Euridice Gusmao) presentato in anteprima alla 76esima edizione del Festival di Cannes e, successivamente, alla 18esima Festa del Cinema di Roma. Nelle sale italiane a febbraio 2024. A seguire, trama e recensione di Firebrand.

La trama di Firebrand, film diretto da Karim Aïnouz

Di seguito la trama di Firebrand, il nuovo film di Karim Aïnouz presentato in anteprima a Cannes76 e, successivamente, alla 18esima Festa del Cinema di Roma. Il lungometraggio narra la storia della Regina Catherine Parr (Alicia Vikander), sesta ed ultima moglie di Re Enrico VIII d’Inghilterra (Jude Law). Ambientato nel XVI secolo, Catherine è sovrana al posto di Enrico e vorrebbe introdurre pensieri protestanti nel regno, mentre egli sta combattendo oltreoceano. Al suo ritorno però, tra paranoie ed una brutta malattia, Enrico prende di mira la categoria stessa e, in particolar modo, una cara amica della Regina, accusata di essere eretica. Da qui tutto un intreccio ricco di complotti e colpi di scena che rendono Firebrand un film tutto da scoprire.

Alicia Vikander in Firebrand, il nuovo film di Karim Aïnouz

La recensione di Firebrand: Karim Aïnouz e la rappresentazione del mondo femminile

Che quello di Cannes sia da sempre il più importante festival cinematografico del mondo, è piuttosto assodato. Con l’edizione numero 76 si è però riusciti a raggiungere un livello che non si toccava da anni e risulterebbe oltremodo tedioso elencare ogni titolo degno di nota perché dal Concorso al Fuori Concorso, passando per Un Certain Regard, di titoli meritevoli ce ne sono stati a decine. L’ultimo film di Karim Aïnouz si è così perso, sovrastato dalla concorrenza e da una critica piuttosto tiepida. Eppure Firebrand – che ha successivamente avuto un’anteprima italiana alla 18esima Festa del Cinema di Roma – è un’opera che merita eccome di essere menzionata.

 

Le critiche mosse nei confronti del film sono molteplici: dall’interpretazione di Alicia Vikander – inizialmente era stata scelta Michelle Williams – ad una regia fredda e asettica, a colpire di più sono però quelle relative alla sua attinenza storica. Ciò che viene da domandarsi è allora se e quanto la storia si possa piegare ad una chiara necessità narrativa. In Napoleon per esempio, Ridley Scott si è preso moltissime libertà pur di poter raccontare il suo Napoleone – e, verrebbe da dire, la sua Giuseppina – ed è stato accolto con molto più entusiasmo rispetto a Firebrand. A differenza di Scott però, Karim Aïnouz non ha la minima voglia di prendere in giro il pubblico ed il suo unico obiettivo è quello di raccontare la storia di una donna e veicolare, attraverso la stessa, dei messaggi. D’altronde, è ciò che il regista brasiliano ha sempre fatto, in particolar modo con il suo capolavoro, La Vita Invisibile di Euridice Gusmao.

 

Aïnouz decide di raccontare l’attualità attraverso il mito e la sacralità della corona – il rapporto tra Enrico VIII e la sua sesta ed ultima moglie Catherine Parr – ed è proprio riprendendo degli stilemi classici che decide di aprire il film, con quell’albero spoglio su cui stagliano dei corvi neri, un evidente presagio di sventura che cita William Shakespeare. Non a caso, il suo primo film in lingua inglese arriva proprio in un momento di grande cambiamento per la corona britannica – con la morte di Elisabetta II e l’incoronazione di Carlo III – ed è quindi simbolica la scelta di Aïnouz, che non si interessa alla veridicità storica non in quanto sbruffone, ma perché arrabbiato, indispettito. Più che asettica, la sua regia è rigorosa, regale, con il fuoco del titolo che non è altro che il fuoco che arde dentro una donna che non vuole più essere succube di nessuno e che desidera emanciparsi. Per carità, si parla di critiche più che legittime, ma bisogna anche capire le ragioni che spingono un autore a prendere determinate decisioni. Karim Aïnouz ha il coraggio di mettersi in gioco e tanto basta per rendere Firebrand un film da scoprire, estremamente attuale ed in linea con l’ambiziosa carriera del regista di Fortaleza.

Voto:
4/5
Arianna Casaburi
4/5
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0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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