Articolo pubblicato il 28 Dicembre 2023 da Emanuela Di Pinto
Non è facile raccontare storie che molto spesso vengono cancellate. In epoca romana si parlava di damnatio memoriae, l’eliminazione totale di qualsiasi passaggio storico di imperatori che, in qualche modo, avevano disonorato l’Impero. Ne furono vittime Marco Antonio, Caligola e, addirittura, Seiano, confidente ed amico dell’Imperatore Tiberio. Ci sono stati personaggi che, nel corso della storia, sono stati soggetto di un implicito e ben organizzato “annullamento” poiché definiti scomodi, pericolosi o inadatti al ruolo che ufficialmente avrebbero dovuto ricoprire. In un caso in particolare, però, questa damnatio memoriae storica è stata imposta non per comportamenti ritenuti inopportuni ma, semplicemente, per essere diverso. Questo è solo una parte della storia di Alessandro De Medici, discendente della famiglia fiorentina, detto Il Moro poiché primo aristocratico di colore nella storia della cultura italiana.
Il Moro, la storia dimenticata di Alessandro De Medici
Il principe fiorentino è protagonista de Il Moro, cortometraggio di Daphne Di Cinto, uno dei prodotti pronti a concorrere per ottenere la candidatura agli Oscar 2024. A differenza del resto della famiglia De Medici, la storia di Alessandro è sempre passata maggiormente sotto traccia proprio “a causa” della sua particolarità e diversità. Riconosciuto come figlio illegittimo di Lorenzo II De Medici, in realtà alcune fonti storiche si riferirebbero a lui come un erede naturale del Cardinale Giulio De Medici (futuro Papa Clemente VII) avuto da una relazione clandestina con una serva mulatta. Nonostante il razzismo come oggi lo definiamo in epoca rinascimentale non esistesse, il valore di Alessandro De Medici nella linea dinastica fu costantemente messo in discussione per le sue origini “umili”. Quando si parla de Il Moro si racconta una storia fondamentale non solo per la cultura nazionale italiana ma per il mondo intero. Alessandro De Medici, nominato poi primo Duca di Firenze, fu il primo sovrano con origini africane della storia, nonché prima vera rivoluzione etnica e culturale in Occidente.

Un’ ennesima vittima della normalizzazione storica
Il valore storico de Il Principe Nero (come è stato più volte chiamato) è indiscutibile ma ciò che non è mai stato realmente approfondito sono le sue origini. Un dibattito a riguardo è ancora aperto ma, nel suo cortometraggio Daphne Di Cinto, decide di esplorare il lato più controverso e meno conosciuto di questa storia che vedrebbe a capo di una delle più grandi potenze rinascimentali un uomo di colore. In continui parallelismi tra il passato e il presente, Il Moro affronta il tema della normalizzazione della storia e come, molto spesso, si tenda “a cancellare” figure come Alessandro De Medici poiché definite scomode o, quanto meno, più complicate da spiegare ambientandole in un racconto che, storicamente, è prevalentemente bianco. Nel corso dei secoli, la storia del sovrano fiorentino, per quanto avvincente e sempre circondata da un’aura di dubbio sulle sue effettive origini, è stata (volutamente o non, non è dato saperlo) messa nel dimenticatoio mancando un tassello fondamentale capace di raccontare l’evoluzione e la crescita della cultura e della politica occidentale nell’epoca rinascimentale.
Il Moro: una nuova nomination per l’Italia?
Il Moro è scritto e diretto da Daphne Di Cinto, salita agli onori della cronaca per la sua interpretazione della Duchessa di Hastings in Bridgerton, e vede nel ruolo di Alessandro De Medici l’attore Alberto Boubakar Malanchino, già conosciuto per i suoi ruoli in Summertime e Doc Nelle tue mani. La scelta di affrontare una storia così poco conosciuta ma dal valore culturale così importante ha spinto il cortometraggio ad entrare in shortlist per una possibile candidature agli Oscar 2024 come miglior cortometraggio. Nel caso entrasse in cinquina, sarebbe il secondo anno di fila in cui un titolo italiano riesce ad ottenere questo enorme riconoscimento dopo il successo raggiunto da Alice Rohrwacher con Le Pupille.