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Recensione: Wonder – White Bird, diretto da Marc Forster con Helen Mirren e Gillian Anderson

La recensione di Wonder - White Bird, dalla grapich novel di R.J. Palacio

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Wonder – White Bird (White Bird – A Wonder story)
Genere: drammatico
Anno: 2023
Durata: 120 minuti
Regia: Marc Forster
Sceneggiatura: Mark Bomback
Cast: Bryce Gheisar, Helen Mirren, Gillian Anderson, Jacob Tremblay, Orlando Schwerdt, Ariella Glaser, Olivia Ross, John Bubniak, Stuart McQuarrie, Nadine Leon Gobet, Philip Lenkowsky, Jim High, Jem Matthews, Ishai Golan, Yelisey Kazakevich, Jordan Cramond
Fotografia: Matthias Koeningwieser
Montaggio: Matt Chesse
Colonna Sonora: Thomas Newman
Paese di produzione: Stati Uniti

Tratto dalla graphic novel A Wonder Story – Il libro di Julian di R.J. Palacio, distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 25 agosto 2023 mentre in quelle italiane il 4 gennaio 2024. Spin-off/Sequel della pellicola Wonder (2017) con protagonisti: Helen Mirren, Gillian Anderson, Ariella Glaser e Orlando Schwerdt. Qui sotto la trama ufficiale del film diretto da Marc Forster.

La trama di Wonder – White Bird, diretto da Marc Forster

Di seguito la trama ufficiale di Wonder – White Bird, diretto da Marc Forster:

Julian, un ragazzo un po’ arrogante, a scuola ha la fama di essere un bullo, tanto da prendere di mira chiunque veda come “diverso”, ed a causa di questo suo carattere, il ragazzo viene anche espulso da scuola. Dopo questa esperienza, Julian cambia istituto, ma fatica ad integrarsi, quando un pomeriggio si trova a casa sua nonna, che durante un caldo pomeriggio gli racconta una storia: come da ragazza sia riuscita a scappare ai nazisti nel corso della Seconda guerra mondiale. Ad aiutarla a salvarsi è stato un suo coetaneo, un giovane di nome Julien, proprio come suo nipote, che, nonostante soffrisse di deformità alle gambe, è riuscito a compiere un gesto che lo ha reso un vero eroe.”

 

La recensione di Wonder - White Bird, con Helen Mirren e Gillian Anderson

 

 

La recensione di Wonder – White Bird, con Helen Mirren e Ariella Glaser

A seguito del grande successo ottenuto da Wonder, distribuito nelle sale cinematografiche nel 2017, capace di sbancare il botteghino, superando i trecento milioni di dollari globali, si è creato un universo narrativo condiviso intorno alle trasposizioni delle opere letterarie di R.J. Palacio. A legare le due pellicole è il personaggio di Julian Albans, reinterpretato da Bryce Gheisar, le cui vicende seguono quelle del lungometraggio sopracitato, con tanto di easter egg per l’occasione. Rispetto al precedente tutto viene amplificato e sovraccaricato, sia dal punto vista della tematica sia nel modo in cui viene sviluppata: l’avversione nei confronti della diversità rimane il punto di partenza, ma stavolta dal bullismo scolastico si passa alla persecuzione nazifascista in Europa, durante il secondo conflitto mondiale; mentre il contesto e la tonalità crescono esponenzialmente nella retorica, nel melodramma e nella ricerca spasmodica della commozione generale. Il finale, ad esempio, si suddivide in tre parti, ognuna delle quali cerca di far piangere di più rispetto alla precedente, ottenendo però l’effetto contrario, nonostante sia comprensibile la volontà di rivolgersi ad un pubblico di riferimento specifico, magari più emotivamente coinvolgibile.

 

 

L’intenzione è quella di spiegare ai bambini e ragazzi come sia stato terribile, per una fetta della popolazione, vivere nel terrore causato dall’odio e dall’intolleranza, incarnato dall’esercito nazista in quel preciso periodo, ma allo stesso tempo dimostrare che nei momenti più difficili, la bontà dell’essere umano è in grado di saltar fuori, facendo così da contraltare alla ceca cattiveria. Ogni minuto che passa però, mostra una serie di mancanze e di lacune: per prima cosa la durata non è affatto giustificata, con un quarto d’ora abbondante decisamente superfluo; non funziona a livello estetico, con una regia non pervenuta, anzi, deficitaria nelle occasioni in cui si utilizza la macchina a mano, senza contare gli inserimenti della computer grafica, capaci di farsi notare per il loro effetto posticcio. Infine, non convince nemmeno per come l’intreccio narrativo viene sbrogliato, non mancano infatti, momenti dove si resta confusi per l’assurdità dei risvolti, arrivando a mettere in scena pseudo interventi divini tramite gli elementi naturali, senza che questi abbiano un adeguato approfondimento o discorso concettuale alle spalle. Nota di demerito per la scelta complessiva dei membri del cast, escludendo Helen Mirren dall’insieme, data la sua indiscutibile classe, unico bagliore di luce in un buio recitativo generale che coinvolge tutte le parti in causa: dai protagonisti ai personaggi secondari buoni, senza dimenticare i personaggi secondari cattivi.

Voto:
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Data di rilascio:
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