Articolo pubblicato il 23 Dicembre 2023 da Bruno Santini
“La Società della Neve” è il nuovo film targato Netflix diretto da J. A. Bayona (“The Orphanage”, 2007, “The Impossible”, 2012 e “Jurassic World – Il Regno Distrutto”, 2018), presentato in anteprima come film di chiusura all’80° Mostra del Cinema di Venezia e selezionato per rappresentare la Spagna ai prossimi premi Oscar, tratto dall’omonimo libro di Pablo Vierci che racconta del famoso disastro aereo avvenuto sulla catena montuosa delle Ande. Cosa è successo esattamente il 13 ottobre 1972 e quali sono state le conseguenze del disastro aereo? Di seguito la storia vera che ha ispirato il film Netflix diretto da J. A. Bayona in uscita il 4 gennaio 2024 sulla piattaforma.
Il disastro aereo delle Ande raccontato nel nuovo film Netflix
Negli anni ’70 la Fuerza Aérea Uruguaya, l’aeronautica militare dell’Uruguay, per via di problemi finanziari fu costretta a dare in affitto alcuni dei propri aeroplani con annessi equipaggi per una serie di voli lungo il Sud America. Il 13 ottobre del 1972 uno di questi aerei, più precisamente un Fokker/Fairchild FH-227D, per un susseguirsi di errori tecnici e di un forte maltempo si schiantò sulla cordigliera delle Ande, a Malargüe, una cittadina argentina nella provincia di Mendoza provocando 29 vittime (12 nell’impatto)tra passeggeri ed equipaggio. Il volo 571, decollato la mattina precedente da Montevideo, Uruguay, e diretto all’aeroporto di Santiago del Cile, era stato affittato da una squadra di rugby pronta a pretendere parte ad una tournée lungo l’America del Sud.
I primi problemi si verificarono proprio la prima fase del volo: la presenza di una nebbia fitta e diverse perturbazioni sulla catena montuosa costrinse il comandante, il colonnello Julio César Ferradas, ed il suo copilota, il tenente colonnello Dante Héctor Lagurara, ad optare per uno scalo non previsto dall’itinerario. Il giorno seguente, quello dell’effettivo terribile disastro, l’aereo riprese la sua rotta in direzione del Cile, ma, a parte i picchi più alti, molte delle montagne circostanti erano ancora ricoperte da folte nubi che costrinsero i due piloti a dover calcolare, tenendo conto del tragitto e della velocità dell’aeroplano, la loro posizione. È proprio qui avvennero gli errori decisivi: i calcoli portarono a delle segnalazioni errate alla torre di controllo cilena che, a sua volta, diede poi il via libera per la discesa ed il fatale schianto. L’aereo con a bordo 45 persone tra passeggeri ed equipaggio alle ore 15:31, più o meno a 4 200 metri di altitudine, colpì la parete di una montagna perdendo immediatamente l’ala destra che trancio di netto la coda del velivolo precipitando, dopo aver colpito un’altra parete rocciosa, su una spianata nevosa.

Le conseguenze dell’incidente aereo e la storia dei sopravvissuti
Nei primi giorni dopo la tragedia, i sopravvissuti dovettero lottare duramente con freddo, carenza di cibo, motivo per il quale furono costretti successivamente a doversi cibare dei cadaveri per poter sperare di sopravvivere, una scelta inizialmente non condivisa da tutti, ma l’unica soluzione per non morire di fame ed assiderati. Come se non bastasse, il 29 ottobre persero la vita altre 8 persone per colpa di una valanga che sommerse la fusoliera del relitto dove alcuni erano al riparo dal freddo.
Una serie di avversità che portarono il gruppo a scegliere dei volontari per prendere parte ad una spedizione alla ricerca d’aiuto. Dopo alcune prove, lungo il mese di novembre, più precisamente il 12 dicembre del 1972, a due mesi circa dalla data del disastro aereo, Fernando Parrado e Roberto Canessa, entrambi oggi ancora in vita, presero parte ad un’ultima e definitiva spedizione nel tentativo di raggiungere a piedi il Cile. Finalmente, il 23 dicembre due elicotteri Bell UH-1 riescono a raggiungere il luogo dell’incidente ed a portare in salvo i 16 superstiti, nonostante ulteriori difficoltà. Negli anni successivi al doloroso incidente molti di loro hanno deciso di tornare a visitare il posto dove è avvenuto il disastro, ora divenuto una sorta di simbolo della terribile tragedia.