Recensione – What If…? 2×02: E se… Peter Quill avesse attaccato gli eroi più potenti della Terra?

Per il secondo episodio della sua serie animata, la Marvel destruttura la storia dei Guardiani rendendo Peter Quill un’arma.
Recensione What If...2x02: e se Peter Quill avesse attaccato gli Eroi più potenti della terra?

Articolo pubblicato il 24 Dicembre 2023 da Bruno Santini

E come sarebbero i Vendicatori se si fossero uniti negli anni ’80? Il secondo episodio di What If…? 2, riesce a darci uno scorcio di quello che sarebbe stato il gruppo di eroi più potenti della Terra se si fosse formato qualche decennio prima. Una prospettiva che, in realtà, si presenta quasi come un nostalgico riferimento a quella che è la squadra degli Avengers che il pubblico ha avuto modo di conoscere attraverso il mondo dei fumetti per quasi 80 anni, raccontando dinamiche, eroi e realtà socio-politiche che erano profondamente legate agli eventi storici che si svolgevano nel momento in cui quelle storie venivano scritte. What If…?, fin dal primo momento, ha avuto la capacità di aprire delle finestre su altri universi nati da una semplice e minima deviazione dello sviluppo delle storie dell’MCU così come le conosciamo, raccontando e mostrando allo spettatore come le cose sarebbero potute andare se le scelte fossero state differenti. È questo che si pone alla base del secondo episodio di What If…? 2 che sviluppa la sua storia prendendo una “deviazione” dell’arco narrativo di un giovanissimo Peter Quill. Oltre ad essere perfettamente inserito nel contesto storico in cui è ambientato, l’episodio ci ripresenta anche delle vecchie conoscenze a cui qualcuno tra il pubblico avrebbe potuto non dare particolare peso quando sono arrivati per la prima volta sul grande schermo.

What If 2, la trama della 2×02 della serie animata targata Marvel Studios

Il secondo episodio di What If…? 2, comincia seguendo quella che è l’origin story di Peter Quill già svelata nel primo film de I Guardiani della Galassia. L’importante cambiamento, però, comincia nel momento in cui Yondu decide di non tenere con se il ragazzo e crescerlo come membro dei Ravagers ma consegnarlo a suo padre Ego che ha intenzione di renderlo un’arma di distruzione e di conquista. E’ il 1988, in piena Guerra Fredda, e tra le vie di New York compare un oggetto non identificato che si schianta alla Gran Central Station che poi, si scoprirà essere una navicella spaziale con dentro un giovane Peter Quill che, nei suoi mesi passati con il padre, era stato introdotto al suo piano di “espansione”.

Nel frattempo, nel Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D Howard Stark e Peggy Carter si rendono conto della gravità della situazione e di come, ogni sistema solare che ha visto il passaggio di Peter sia andato distrutto. Decidono, quindi di riunire una squadra di Avengers diversa da quella che abbiamo conosciuto sul grande schermo, composta da Hank Pym, che convive con il lutto della morte della moglie e il rapporto complicato con la figlia, il re T’Chaka, Bill Foster, Mar-Vell e Il Soldato d’Inverno ancora sotto il controllo dei russi. A questi si aggiunge a fine episodio un Thor sempre più intenzionato a “distruggere la minaccia”, senza tener conto che si parla di un bambino di 8 anni che ha come unica intenzione scappare dalle angherie di suo padre e ritornare a casa.

Recensione What If...2x02: e se Peter Quill avesse attaccato gli Eroi più potenti della terra?

La recensione della 2×02 di What If 2: le storie cambiano ma i rapporti tornano

Il secondo episodio di What If…? 2, nonostante proponga una storia alternativa, ci riporta comunque a delle tematiche familiari agli amatori della Marvel in particolare associate ad alcuni personaggi. L’esempio più eclatante è sicuramente Hank Pym che, proprio come nel primo film di Ant-Man conferma di avere un rapporto particolarmente complesso con la figlia, profondamente influenzato dalla scomparsa improvvisa ed imprevedibile di Janet. Altra operazione simile coinvolge, invece, Il Soldato D’Inverno.

Nonostante venga presentato, all’inizio, come un personaggio quasi in ombra, mandato da Gorbaciov come mezzo per collaborare con gli americani in una crisi capace di mettere da parte le differenze politiche, iniziamo a vedere delle “crepe” nel suo condizionamento, molto simili a quelle che lo stesso Bucky ha dovuto affrontare in Captain America: The Winter Soldier e che l’hanno portato al percorso di consapevolezza e deprogrammazione che lo ha coinvolto poi nel corso dei film e delle serie tv dell’MCU. Questo piccolo arco narrativo interno, per chi conosce il mondo dei fumetti, può ricordare molto (anche se riscritto e adattato ad un contesto differente), il modo in cui Bucky ha affrontato i suoi dubbi e le sue “falle” nella serie su carta stampata di Ed Brubaker che, nel 2005, ha portato alla reitroduzione del Soldato D’Inverno nei fumetti Marvel dopo decenni.

What If 2×02: una squadra che diventa famiglia

Proprio come nei film originali degli Avengers, in particolare Avengers: Endgame, diventa importantissimo il modo in cui viene affrontato il concetto di famiglia. La squadra diventa quasi una famiglia “scelta” che sarà sempre pronta a sostenerti e ad aiutarti nel momento in cui ci si trova soli ed in difficoltà. A capire per prima tutto ciò è proprio una giovanissima Hope che, parlando con un Peter imprigionato nella base dello S.H.I.E.L.D, riesce a capire quanto, l’obiettivo del giovane, non sia in alcun modo distruggere la Terra o aiutare l’espansione di suo padre ma, semplicemente, tornare a casa nel Missouri. Una bambina, insomma, si è rivelata capace, più degli adulti accecati dalle responsabilità e dalla paura, di capire di cosa Peter avesse bisogno e in che modo potesse riuscire a capire il suo posto nel mondo.

Nonostante l’inizio non convenzionale e la deviazione presa dalla storia di Peter, la conclusione è sempre la stessa: incanalando il potere, il giovane riesce a distruggere la forma fisica di Echo, dopo aver scoperto l’omicidio di sua madre. Gli ultimi minuti dell’episodio dove tutti i membri della squadra si ritrovano a casa di Hank, seduti a tavola pronti a condividere un pranzo “in famiglia”, ricorda nella sensazione di unione, le tante scena di quotidianità all’Avengers Campound che si sono viste nei film dell’MCU. Un team che, per raggiungere il massimo della propria forza non ha bisogno di superpoteri particolari o colpi di scena, ma di essere una famiglia pronta ad accogliere e ad aprire le braccia a coloro che sono in difficoltà.

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