Articolo pubblicato il 11 Gennaio 2024 da Bruno Santini
“Echo” (di cui è uscita la recensione) è stata la prima serie Marvel prodotta per Disney Plus ad essere stata rilasciata in binge watching, con tutti e cinque gli episodi distribuiti nello stesso giorno. Con questa distribuzione, il finale della serie, la prima vietata ai minori dei Marvel Studios, viene inevitabilmente discusso molto prima.
Cosa accade nel finale di Echo
Durante il confronto finale tra Maya Lopez e Wilson Fisk, la prima, avendo ottenuto superpoteri grazie alle sue antenate, riesce a calmare suo zio, intento ad uccidere lei e la sua famiglia per averlo abbandonato. Maya infatti entra nella testa di Wilson Fisk, facendo confrontare quest’ultimo con le sue paure, cosa che lo sciocca talmente tanto che decide di lasciare perdere il confronto con sua nipote. Dopo che Wilson Fisk lascia l’Oklahoma, il giorno dopo si vede Maya tornare dalla sua famiglia, unendosi ad un pranzo in cui sono presenti nonna Chula, nonno Skully, lo zio Henry ed i cugini Bonnie e Biscuits.
La spiegazione del finale di Echo
Nel finale di “Echo”, Maya prende piena consapevolezza dell’eredità che porta sulle sue spalle: prende i lati positivi di ogni antenata che è vissuta prima di lei e li utilizza per affrontare le avversità. Tutta l’energia delle sue antenate si riversa nel suo spirito e lei diventa definitivamente una supereroina. Questo insieme di lati positivi e l’eco lanciato dalle sue generazioni che diventa il simbolo del suo soprannome, il quale diviene infatti Echo,da cui la serie prende titolo. Con questa nuova consapevolezza di sé stessa, Maya non è più la ragazza sanguinaria che sfoga la sua rabbia dando ferite agli altri. Lei capisce che per affrontare la vita bisogna ricostruire le proprie cicatrici e quelle degli altri. Per questo, nonostante Wilson Fisk abbia cercato di uccidere la sua famiglia, Maya prova a connettersi a lui per non farlo più sentire infelice, ricordandogli che, nonostante tutto, rimane sempre suo zio e gli vuole bene, anche se lui è un mostro.

Quando Maya entra nella testa di Kingpin, quest’ultimo è all’interno della sua stanza da bambino, di fronte ad un muro che lentamente si sta sgretolando a causa delle urla di sua madre mentre suo padre la sta picchiando. Quel muro grigio è la parete che per Wilson Fisk rappresenta il vuoto del mondo, che gli ricorda che lui è solo ed ha bisogno di essere rintanato nella sua stanza per non soffrire. La sua stanza è il simbolo della mancanza di amore e di affetto nelle quali è intrappolato. Tale simbologia e caratterizzazione si rifanno ai discorsi detti dallo stesso Wilson Fisk nella prima stagione di “Daredevil“, nel quale proprio il concetto di muro grigio simboleggia lo stesso significato appena spiegato. All’interno della sua mente, Maya prova a connettersi allo zio, esortandolo a lasciare andare il suo dolore, ma Kingpin, pur essendo emotivamente provato, non ci riesce, perché ormai è troppo abituato all’idea di violenza e di ferocia che circonda il mondo. Questo è il motivo per cui il villain, anche se viene scosso da Maya che ha cercato di curare la sua anima tanto da lasciarla andare, non riesce davvero a fare pace con sé stesso.
Invece, a differenza di suo zio, Maya riesce finalmente a mettere una pietra sopra tutto il dolore che ha dovuto passare durante la sua infanzia e durante la sua adolescenza. Decide infatti di tornare dalla sua famiglia perché capisce che la soluzione non è allontanarsi dalle persone a lei care, così come nonna Chula si prende d’ora in poi la responsabilità di aiutare sua nipote anche nei momenti di difficoltà, senza più aver paura di possibili minacce. D’ora in poi Maya sarà una ragazza al servizio del bene e non seguirà mai più la strada di Kingpin, il quale le aveva offerto un impero. Nei fumetti Maya si unisce perfino agli Avengers, ma il futuro di Echo all’interno del Marvel Cinematic Universe è ancora misterioso, nonostante delle importanti tracce lasciate nella scena post credit.