Articolo pubblicato il 19 Giugno 2024 da Arianna Casaburi
Presentato in anteprima nella sezione fuori concorso alla 41esima edizione del Torino Film Festival, Il punto di rugiada è un film diretto e co-scritto da Marco Risi, Riccardo de Torrebruna e Francesco Frangipane. A cinque anni di distanza dal suo ultimo lungometraggio Natale a 5 stelle, Marco Risi, figlio d’arte del regista Dino Risi (Pane, amore e…, Il sorpasso), torna dietro la camera con Il punto di rugiada, un film drammatico toccante sull’importanza di dare un senso alla propria vita, al di là dell’età. Di seguito la trama e la recensione de Il punto di rugiada, il film di Marco Risi prodotto da Rai Cinema e distribuito nelle sale italiane a partire dal 18 gennaio 2024.
La trama de Il punto di rugiada, film scritto e diretto da Marco Risi
Di seguito si riporta la trama de Il punto di rugiada, il film di Marco Risi presentato al 41° Torino Film Festival in uscita il 18 gennaio 2024 nelle sale italiane:
Carlo, un ragazzo viziato e sregolato, una notte provoca da ubriaco un grave incidente d’auto per il quale viene condannato a scontare un anno di lavori socialmente utili in una casa di riposo. Insieme a lui a Villa Bianca arriva anche Manuel, un giovane spacciatore colto in flagrante. Luisa, infermiera che lavora da anni nella struttura, guiderà i due ragazzi in un mondo senza età dove condivisione, conforto e accoglienza cambieranno per sempre il loro sguardo sul mondo e sulla vita.
Dopo aver approfondito la sinossi de Il punto di rugiada per sapere di che cosa tratta, è utile conoscere le informazioni circa la genesi del progetto del film di Marco Risi. Il regista confessa che l’idea è nata grazie all’ispirazione ricevuta da un incontro casuale, successivamente fatta fermentare dentro di sé per un lungo periodo:
Erano circa tredici anni che pensavo a questo film sui vecchi e, nel frattempo, si può dire che lo sono diventato. Ero a Pordenone ad un incontro per Fortapàsc. Mi si avvicina un giovane maestro di scuola che nel frattempo è diventato uno scrittore di successo, Enrico Galiano, e mi parla della sua esperienza di qualche anno prima in una casa di riposo come alternativa al servizio militare. Quei racconti mi sono rimasti dentro, sentivo che c’era materiale da romanzo come avrebbe detto Balzac ma anche da cinema.

La recensione de Il punto di rugiada, l’incontro tra due mondi al di là dell’età
Il punto di rugiada è una favola ambientata ai giorni nostri, nell’arco temporale che copre quattro stagioni, dall’estate del 2018 fino a quella dell’anno successivo, fino ad arrivare allo scoppio della pandemia nella primavera del 2020, in cui ogni personaggio sembra essere finito all’interno del medesimo luogo per redimersi dal proprio passato. La narrazione è perciò scandita tramite una suddivisione temporale in stagioni. La tematica dell’impegno civile e socialmente utile dell’essere umano, in quanto soggetto calato in una collettività, è molto cara al regista e ricorda per certi aspetti il rapporto tra giovane e anziano rappresentato in Tutto quello che vuoi (2017) del regista Francesco Bruni.
Nel film, la riabilitazione personale dell’individuo assume le tonalità del sentimentale, in un microluogo, quello della casa di riposo Villa Bianca, in cui due giovani che devono scontare i propri errori del passato, Carlo e Manuel, si improvvisano assistenti per la cura degli anziani che vi dimorano. Quello rappresentato ne Il punto di rugiada è un inevitabile confronto generazionale che, non solo costituisce il motore della narrazione del film, ma fa sì che due mondi apparentemente inconciliabili, quello dei giovani da un lato e quello degli anziani dall’altro, si rivelino più simili che mai. In particolare Carlo stringerà un forte legame con l’anziano Dino – non a caso, omonimo del padre di Marco Risi – un ex fotografo che soffre di depressione, amante dell’arte in tutte le sue forme, ma ossessionato dal pensiero di dover porre fine alla sua vita.
Periodicamente i parenti e famigliari degli anziani ospiti vengono a fare loro visita e durante questi incontri scopriamo che alcuni degli anziani ospiti hanno un comportamento burbero, o che nascondono dei segreti sul proprio passato a loro volta, così come Carlo e Manuel, che raffiorano sulla loro pelle come cicatrici. Tra questi, vediamo Dino essere molto scontroso con sua figlia e suo nipote, i quali tuttavia sembrano fregarsene di passare del tempo con l’anziano. L’unico a non ricevere mai visite è “Il Colonnello”, il cui figlio rimane sempre nel giardino senza mai entrare. Quando finalmente si incontrano il giorno di Natale, scopriamo che l’anziano non è mai stato un padre affettuoso e suo figlio, per lasciare il segno indelebile di questo dolore, gli ha provocato delle ferite profonde sulla schiena.
Oltre a momenti delicati di fotografia in cui la camera si sofferma paziente sui volti e le espressioni degli anziani, il film vanta di avere come curatore delle musiche Leandro Piccioni, musicista, direttore d’orchestra, compositore di colonne sonore per film scomparso nel maggio 2023, che ha lavorato anche in stretta collaborazione con Ennio Morricone. Il punto di rugiada è un film che preferisce parlare per immagini, per frasi non dette, in cui talvolta i momenti più “poetici” sono rovinati in qualche modo dalla presenza di scene imbarazzanti e ridicole. Alla fine i veri protagonisti sono le persone anziane le quali, anche se davanti alla camera si ritrovano a non dire niente per paura di essere di troppo, senza accorgersene, comunicano in egual modo tramite il loro sguardo intenso e saggio.