Articolo pubblicato il 4 Agosto 2024 da Arianna Casaburi
Ne Il punto di rugiada, il regista Marco Risi ripropone la tematica dell’impegno civile e sociale a lui cara ma in chiave sentimentale, in quella che sembra essere una favola dove i protagonisti sono le due generazioni messe a confronto: giovani e anziani si ritrovano a convivere nello stesso microluogo e a condividere le stesse insicurezze sul loro passato. Di seguito la spiegazione del perché Il punto di rugiada si chiama così e quella del finale.
Il punto di rugiada: perché si chiama così
Il film Il punto di rugiada porta un titolo alquanto peculiare e ermetico, il cui significato potrebbe sfuggire e non essere del tutto evidente e chiaro, per cui se ne propone qui di seguito un possibile approfondimento. Oltre a comparire in sovraimpressione in quanto titolo del film, l’espressione “il punto di rugiada” viene nominata una sola volta durante tutta la durata del film da uno degli anziani che dimorano nella casa di riposo Villa Bianca. Scopriamo che ciascuno degli ospiti, unici e indiscussi protagonisti del film, si ritrova in quel luogo per un motivo diverso: alzheimer, depressione, disturbi della personalità, demenza senile, ognuno con i propri gesti ritualizzati. Tra questi vediamo un anziano che vestito di tutto punto, una delle prime mattine invernali, sta in piedi alla porta finestra della Villa Bianca ed esclama “Eccoci. Siamo andati oltre. Abbiamo scavalcato il punto di rugiada. Signori, l’evento avrà luogo alle 8:36 minuti.”
Nella sua accezione principale, l’espressione “punto di rugiada” definisce in fisica la temperatura di raffreddamento alla quale un composto d’aria contenente del vapore, come aria o vapore acqueo, deve essere portata in modo costante, affinché possa verificarsi il processo di condensazione del vapore presente all’interno del composto aeriforme. Con quella frase, il signore intendeva prevedere e annunciare l’esatto momento in cui si sarebbero verificate le condizioni atmosferiche necessarie per far nevicare. Di fatto, dopo poco vediamo che la neve inizia a scendere sempre di più e tutti gli anziani e i dipendenti della Villa Bianca escono nel giardino circostante per ballare sotto la pioggia di fiocchi. In questo senso, il punto di rugiada diventa l’espressione simbolica di un qualcosa che si attende febbricitanti, così come si aspetta la morte.
Il finale de Il punto di rugiada
Le scene finali de Il punto di rugiada sono ambientate nell’estate del 2019, quando una coppia di anziani della Villa Bianca celebrano felicemente il loro matrimonio. In secondo piano vediamo inquadrata la signora Livia che di soppiatto sta cercando di scappare, in mano la sua valigia così come ha sempre fatto ogni mattina, convinta di andare a prendere la corriera che la porti via dalla Villa Bianca, ma per farla rimanere le dicono che c’è sciopero. Questa volta però Livia riesce nella sua impresa poiché tutti sono presi dai festeggiamenti per il matrimonio. La signora si avvicina al cancello della Villa Bianca che si spalanca davanti a lei e lo schermo diventa tutto bianco.
La spiegazione del finale de Il punto di rugiada
Così come l’evento atmosferico del punto di rugiada, anche l’ossessione di Livia di aspettare la corriera si fa portavoce di un significato ben più profondo di un semplice capriccio di un anziano che non possiede più le capacità cognitive di una volta. La corriera, infatti, può essere interpretata sia come mezzo di trasporto fisico, ma anche figuratamente dal mondo terreno a quello dell’al di là al momento della morte. A supportare questa ipotesi vi è anche il fatto che quando Livia si trova davanti al cancello della casa di riposo, dietro all’inferriata tutto è bianco e luminoso come se quella fosse la soglia di un mondo ultraterreno e paradisiaco. Anche il nome stesso della casa di riposo, “Villa Bianca”, comunicherebbe lo stereotipo tipico delle rappresentazioni del paradiso quale luogo pieno di luce, pace e tranquillità.
Inoltre, un altro indizio che potrebbe avvalere questa teoria è il fatto che prima dei titoli di coda, Marco Risi ha deciso di inserire una parte in cui si inventa un proseguo della vita dei protagonisti, ambientato all’epoca dello scoppio del covid nella primavera del 2020, in cui omaggiare coloro che non sono sopravvissuti al contagio. Tra questi, vi è l’anziano che finalmente può dire di aver “raggiunto il punto di rugiada”, che fa sottintendere che la realizzazione dell’evento atmosferico diventa una vera e propria metafora per esprimere delicatamente l’arrivo inevitabile della morte. Anche la morte, dunque, può essere interpretata come un processo fisico in cui non si cessa puramente di esistere, ma consiste in una vera trasformazione dell’essere, in cui l’ostinata speranza di varcare i cancelli della vita equivale finalmente ad assistere allo spettacolo dell’arrivo del punto di rugiada.