Recensione – The Piper: tra assonanza e discordanza a vincere è il caos nell’horror di Thoroddsen

Attingendo dalla celebre leggenda tedesca, il regista islandese dimentica completamente la sostanza per concentrarsi su una forma che, purtroppo, non riesce a convincere.
La recensione del film horror di Erlingur Thoroddsen The Piper

Articolo pubblicato il 22 Gennaio 2024 da Vittorio Pigini

Distribuito nelle nostre sale dal 18 gennaio, The Piper è il quarto lungometraggio scritto e diretto dal regista islandese Erlingur Thoroddsen, che inaugura di fatto la nuova stagione del cinema horror sul grande schermo.

La recensione di The Piper: la trama del film horror di Erlingur Thoroddsen

Il film horror diretto da Erlingur Thoroddsen riprende e riadatta la celebre leggenda del Pifferaio di Hamelin (meglio nota come la leggenda del Pifferaio Magico) ed oggetto di grandi trascrizioni dai Fratelli Grimm a Goethe, passando per l’inglese Robert Browning. La trama di The Piper ha come protagonista Melanie, abile flautista di un’orchestra e madre di Zoe che, come la madre, condivide la passione per la musica, nonostante quest’ultima debba indossare un apparecchio acustico per sentire meglio.

Un giorno, la mentore di Melanie viene trovata morta carbonizzata e per il gruppo dell’orchestra – guidato dal direttore Gustafson – è uno shock, anche perché c’è un nuovo spettacolo da portare in scena è manca il nuovo spartito da poter eseguire. Melanie, per stima ed in debito con la sua mentore, sceglie di farsi carico di recuperare il suo spartito mancante, anche per farsi ben vedere dal suo direttore. Scoprirà che l’anziana musicista è morta proprio nel tentativo di distruggere quella musica, che nasconde un oscuro segreto.

La recensione di The Piper: tra assonanza e discordanza a vincere è il caos

Una maledizione quella di un motivetto che non si riesce a debellare dalla nostra testa. Quel “meme musicale”, quel ritornello che si insinua a forza nella mente. E se quello stesso tema finisse per far impazzire una persona provocandone anche la morte? Leggende sulla sindrome di Lavandonia a parte, diversi sono i casi sfruttati nel cinema in cui un particolare tema musicale venga in un modo o nell’altro collegato alla pazzia, a visioni oniriche e ad istinti omicidi/suicidi (viene in mente lo splendido Le streghe di Salem di Rob Zombie). Anche questo nuovo film horror The Piper non farebbe sconti a tal proposito, volendo riproporre su schermo una storia che sarebbe in questo caso decisamente perfetta.

Il film diretto da Erlingur Thoroddsen intenderebbe, infatti, riprendere e riadattare sul grande schermo la celebre leggenda tedesca legata al Pifferaio Magico che – a parte i popolari trascritti dei Fratelli Grimm di Wolfgang Goethe e di Robert Browning – è ancora essenzialmente orfana di una grande proposizione al cinema, se non si considerano il film muto del 1918 (scritto, diretto e interpretato da Paul Wegener) e Il pifferaio di Hamelin di Jacques Demy. La sensazione, tuttavia, sarebbe proprio quella che il regista, una volta sedutosi al tavolo per scrivere la sceneggiatura del suo film, abbia pensato effettivamente ad una bella storia da portare su schermo, ma che sia finito a renderla decisamente caotica man mano che la scrittura proseguiva.

Con un potenziale orrorifico e tematico così affascinante come quello della leggenda teutonica, The Piper alla fine non vuole raccontare altro che la sua trama filmica – con troppi buchi e forzature qua e là – senza alcun riversamento in termini d’analisi. Discorsi inerenti magari la bramosia del successo per un musicista, legati alla maternità o alla diversità per handicapp ed altri vengono messi completamente in terzo piano rispetto ad uno sviluppo narrativo che non riesce nemmeno a strecciarsi liberamente senza dover far uso di continui “spiegoni”. Un soggetto di partenza dunque particolarmente affascinante, ma decisamente annacquato da forzature ed elementi più imbarazzanti che altro; una fiaba riadattata alla modernità, ma che di moderno ha ben poco, continuando a registrare in questo film come tra assonanza e discordanza a vincere è il caos.

Portando la croce dei soliti ed inutili jump scare, tanto per alimentare gli odiosi cliché resi tali dal fatto che le premesse per incutere sano terrore ci sarebbero pure, a dare fastidio nella visione sono proprio le forzature di trama solo per regalare uno spavento gratuito e i buchi della stessa che risulterebbero più chiassosi di quelli presenti nel flauto. Così in un velato omaggio ad IT (più forse che ad un Mario Bava) un palloncino rosso diventa un pallone bianco e rimane un mistero quale ruolo abbiano effettivamente avuto determinati personaggi, su tutti la piccola Zoe (una bambina sorda che dalle premesse sembrerebbe decisiva per il racconto, soprattutto dopo che il film dice esplicitamente come sia stata “lei” ad avvertire i popolani nella fiaba, ma alla fine è una di tante).

The Piper, comunque, non è un film totalmente da bruciare per alcuni elementi che riescono a funzionare a dovere. Il comparto fotografico riesce alla fine a ben districarsi nell’oscurità, regalando un “rosso Argento” particolarmente affascinante ed alcune idee visive intriganti (ne segue un pessimo utilizzo di CGI); in un cast praticamente anonimo a “salvarsi”, sebbene con un’interpretazione un po’ troppo sopra le righe, sarebbe la prova dell’ormai compianto Julian Sands (oltre a Il pasto nudo di Cronenberg, il Fantasma nel film di Dario Argento del 1998); una scena splatter in particolare (effettivamente l’unica) riuscirebbe finalmente a dare valore a quella che dovrebbe essere una visione orrorifica – con omaggi più o meno volontari tanto a Yuzna quanto a Miike – ma ecco che torna il “caos”, con dialoghi e soluzioni narrative forzate se non ridicole. La creatura del Pifferaio, poi, è tutto sommato interessante nel suo character design, ma niente di particolarmente originale o convincente.

Ciò che effettivamente funziona molto in The Piper è la sua co-protagonista, ovvero quella stessa musica – al tempo terapeutica e diabolica – che riesce a colpire lo spettatore. Con il comparto sonoro che diventa a tutti gli effetti un elemento funzionalmente determinante per la narrazione, il lavoro che è stato fatto sul coinvolgimento musicale è infatti decisamente pregevole, con il diegetico che si confonde con l’extradiegetico e regalando i momenti più incisivi ed incalzanti. Quel “motivetto” di inizio recensione riesce così a rimanere in testa, sperando però che l’ascolto di questa melodia sia stata la prima ed unica volta, nonostante il finale lasciato (ovviamente e fatalmente) aperto speri nel continuo di una saga che non dovrebbe vedere la luce.

0,0
0,0 out of 5 stars (based on 0 reviews)
La locandina del film horror The Piper e recensione
The Piper
The Piper

Il nuovo film horror del regista islandese vorrebbe riproporre su schermo l'inquietante leggenda del Pifferaio Magico, ma si dimentica di fare un film intelligente.

Voto del redattore:

4 / 10

Data di rilascio:

18/01/2024

Regia:

Erlingur Thoroddsen

Cast:

Charlotte Hope, Julian Sands, Kate Nichols, Philipp Christopher

Genere:

Horror

PRO

Il soggetto di partenza sarebbe perfetto per un horror
Convincente il coinvolgimento musicale
Continue forzature e buchi di trama nella sceneggiatura che spreca il materiale di partenza
I fastidiosi cliché di genere vengono alimentati
Cast anonimo