Il Cacciatore: Il significato del film di Michael Cimino

“Il Cacciatore” è il secondo film di Michael Cimino, un’opera dal profondo significato che racconta del lato più oscuro e sofferente della guerra e delle sue conseguenze.
Il significato de Il Cacciatore

Articolo pubblicato il 21 Gennaio 2024 da Andrea Boggione

Il periodo della cosiddetta Nuova Hollywood, uno dei momenti storici tra i più splendenti e produttivi per l’industria cinematografica statunitense nato a cavallo tra gli anni ’60 e ’80, dopo una profonda crisi per via della popolarità della televisione e il successo di diversi film europei, è stato segnato dalla nascita di diversi autori e dalla realizzazione di un gran numero di titoli che in un modo o nell’altro hanno fatto la storia del cinema: da Martin Scorsese a Francis Ford Coppola, passando per Stanley Kubrick e Roman Polański, senza dimenticare registi del calibro di Steven Spielberg, Woody Allen e John Carpenter, solo per citarne alcuni. Tra questi vari cineasti si fece largo anche il regista newyorchese Michael Cimino con il suo sorprendente quanto straordinario “Il Cacciatore”, in originale “The Deer Hunter”. Un film del 1978 con protagonisti Robert De Niro e Christopher Walken, vincitore di 5 premi Oscar e riconosciuto come uno dei migliori film della storia della settima arte. Di seguito il significato dell’opera e la spiegazione del motivo per cui è considerata ancora oggi un capolavoro. 

Il significato de “Il Cacciatore” di Michael Cimino (1978) 

Michael Cimino al suo secondo film, dopo una commedia dalle sfumature thriller, viene scritturato per un titolo decisamente diverso dai toni profondamente differenti. “Il Cacciatore”, nel raccontare la storia di un gruppo di amici alle prese con la scelta obbligata di partire per la guerra in Vietnam, si concentra nel trasporre sul grande schermo il famoso conflitto, ma da un punto di vista diverso ovvero quello degli effetti ed i traumi che una guerra può provocare nell’essere umano. L’autore fin dalla presentazione dei vari personaggi pone l’attenzione proprio sui loro volti, completamente avulsi da ogni qualsivoglia stereotipo e largamente approfonditi lungo tutto il proseguire del racconto. La suddivisione in tre atti aiuta sia il film stesso sia lo spettatore a lasciarsi trasportare completamente all’interno della storia, empatizzando con questo gruppo di operai, figli di immigrati, considerati quindi agli occhi della società americana come “stranieri”, che condividono la passione per la caccia. Quest’ultima rappresenta la metafora più pura e profonda del film: la lealtà che il personaggio di De Niro mostra con la storica citazione “Ricordati: un solo colpo. Il cervo non ha un fucile e tu devi sparare un solo colpo. Questa è lealtà!” è il vero significato di un’opera che tenta di raccontare qualcosa che va oltre la semplice maturazione di un’amicizia, di una ragione di vita o di una grave perdita.

La prima parte funge da grande presentazione ed introduzione delle varie tematiche che verrano affrontate dai protagonisti, quella centrale è ambientata, invece, direttamente in Vietnam, quella che mostra in parte il conflitto, le torture e la tragica missione a cui prendono parte Mike, Nick e Steven, quella missione che segnerà inevitabilmente il loro futuro, mentre il terzo ed ultimo atto ripercorre il percorso che intraprende Michael nella spasmodica ricerca e voglia di ritrovare il suo migliore amico. Un tragitto che il personaggio percorre sia esteriormente sia interiormente affrontando un viaggio nella natura intima dell’essere umano, ma anche della cultura americana. Il film, proprio come il capolavoro di Francis Ford Coppola “Apocalisse Now” (1979), ragiona seppur in maniera differente sullo stesso tipo di argomento: la sconfitta avvenuta in Vietnam che ha indissolubilmente segnato gravemente un’intera generazione di americani. I due film figli della New Hollywood pare quasi si completino a vicenda raccontando quello che l’altro non riesce a mostrare. “Il Cacciatore” non fa altro che mostrare i seri problemi di un intero Paese, criticandone diversi aspetti e sottolineando questioni importanti mediante un racconto sull’elaborazione dei traumi, del dolore, della sofferenza e del lutto

Il significato de Il Cacciatore

Perché il film di Cimino è considerato un cult ed un capolavoro 

Il Cacciatore” è considerato un cult ed un capolavoro perché restituisce quell’autenticità ad un racconto che, nonostante la visione sul grande schermo all’interno di un cinema, appare così reale e vicino anche ad un pubblico non americano. Inoltre, come se non bastasse, Michael Cimino, dopo un’intero film dalla considerevole durata, decide di completare l’opera con un finale ambiguo, una sorta di grande allegoria di quanto appena visto e vissuto sulla propria pelle da parte del pubblico e dei personaggi sulle note della patriottica canzone intitolata “God Bless America”, una preghiera di pace che viene intonata dagli stessi protagonisti, quelli sopravvissuti al terribile quanto tragico conflitto. Il regista, nonostante tutto, chiude il film con un pizzico di speranza, quella voglia di andare avanti nonostante tutto, senza dimenticare quel fardello imponente e carico di sofferenza costruito passo dopo passo e scelta dopo scelta. Questi sono i motivi per il quale ancora oggi una pellicola datata 1978 fa parte dell’immaginario collettivo e resta uno dei titoli più significativi di un periodo storico fondamentale per la rinascita del cinema americano, influenzando ed ispirando la successiva generazione di autori e cineasti, non solo quella di stampo unicamente statunitense.