Articolo pubblicato il 22 Gennaio 2024 da Andrea Barone
“The Flash“, nonostante il grande flop al botteghino, ha fatto enormemente discutere sul web. Uno dei principali motivi dei dibattiti accesi riguarda i camei postumi di diverse star nel ruolo di iconici supereroi, cosa che ha spaccato in due gli appassionati a causa della decisione controversa. A quanto pare tali controversie legate ad un cameo nello specifico non sono finite.
Il cameo di Christopher Reeve in The Flash
Probabilmente l’apparizione speciale più ricordata in “The Flash”, dopo quella inaspettata del Superman di Nicolas Cage, è il cameo di Christopher Reeve nei panni del Superman realizzato da Richard Donner. Nel film si vede questa versione dell’Uomo D’Acciaio che osserva il multiverso che collassa, mentre a lui si unisce la Supergirl interpretata da Helen Slater in “Supergirl: La Ragazza D’Accaio“. In questo modo Christopher Reeve è l’ultimo dei tanti attori che vengono resuscitati al cinema dopo la morte.
Christopher Reeve è apparso in The Flash senza l’approvazione della famiglia
Durante un’intervista a Variety, in occasione dell’arrivo del documentario “Super/Man” dedicato alla carriera di Christopher Reeve, il figlio di quest’ultimo, Will Reeve, ha dichiarato che la Warner Bros non ha contattato nessun membro della famiglia per chiedere il permesso o il parere per resuscitare l’attore in “The Flash” attraverso la CGI. La Warner Bros era legalmente autorizzata a poter inserire Christopher Reeve nel film, essendo tutte le versioni cinematografiche di Superman una proprietà intellettuale dell’azienda.
In seguito all’intervista di Will Reeve, molte persone non hanno preso bene la decisione di non coinvolgere la famiglia, definendola moralmente scorretta. Effettivamente in altri casi, come quello di Peter Cushing in “Rogue One: A Star Wars Story” o di Harold Ramis in “Ghostbusters: Legacy”, le famiglie sono state contattate dalla LucasFilm e dalla Sony, quindi è strana questa grossa mancanza da parte della Warner Bros.