Articolo pubblicato il 24 Gennaio 2024 da Bruno Santini
La stagione dei premi sta arrivando al suo culmine e, l’annuncio delle candidature agli Oscar 2024, non sono altro che l’ultima trionfale cavalcata al tramonto. In un’annata di tanti festival, fatta di tanta qualità, e di moltissime pellicole meritevoli di essere nominate tra i film migliori dell’anno, le nomination delle cinquine degli Academy si sono rivelate abbastanza prevedibili e in linea con l’umore generale ad Hollywood e tra le varie kermesse a cui i lungometraggi hanno partecipato del 2023. Se sono state affrontate come una sorpresa le tante categorie conquistate da Anatomia di una Caduta (non candidato a miglior film dalla Francia) e di The Zone of Interest, uno dei grandi colpi di scena degli annunci è sicuramente stata la mancata candidatura di Margot Robbie come miglior attrice protagonista per Barbie. La possibilità che il film potesse fare incetta di nomination era già nell’aria ma in molti non avevano minimamente prevista che la cinquina a venir meno potesse essere quella di miglior attrice protagonista, unica data quasi per scontata.
A salvare dalla mancanza di nomination attoriali femminili per Barbie, però, è stata America Ferrera, candidata quasi a sorpresa come miglior attrice protagonista e che, dopo aver notato la mancanza di Greta Gerwig in cinquina come miglior regista, ha avuto qualcosa da dire dimostrandosi molto delusa dalle scelte fatte. Ma per quale motivo gli Academy hanno deciso di nominare la Ferrera e non Margot Robbie, attrice e produttrice simbolo della rivoluzione Barbie del 2023?
Oscar 2024, cosa significa la nomination di America Ferrera?
I motivi possono essere ricercati sia facendo due tipi di analisi: una meramente utilitaristica e un’altra che abbia le sue fondamenta nell’impatto che Barbie ha avuto nel cinema mainstream e, soprattutto, nel rilancio generale della sala quest’estate. Che Barbie sia stato un enorme successo commerciale, è un dato di fatto. Con quasi un miliardo e mezzo incassato è stato il primo film al box office nel 2023 in tantissimi paesi del mondo (tranne l’Italia, dove ha trionfato C’è ancora domani) e una delle poche pellicole che, negli ultimi anni, ha avuto una enorme risonanza anche al di fuori dei cinema.
Le conseguenze del fenomeno Barbie sono state profondamente culturali, in un periodo dove è ritornato violentemente al centro il tema dell’indipendenza femminile e del patriarcato. In maniera, forse troppo scontata e citofonata, il film di Greta Gerwig è diventato un tramite perfetto (arrivato al posto giusto e al momento giusto) per inviare un messaggio ben confezionato e capace di arrivare a tutti. A dispetto di quello che molti vogliono far credere, Barbie è un film incredibilmente semplice il cui obiettivo è chiaro fin dal primo istante.

Barbie, un film veicolo di un messaggio ben preciso
La scena di tutto il film che meglio incarna i principi e le idee (forse troppo semplificate) che la pellicola vuole trasmettere è il discorso che Gloria, il personaggio interpretato da America Ferrera, fa per “risvegliare” le Barbie dal loro torpore e dalla passiva sottomissione ai Ken. La semplice argomentazione portata avanti nella scena, nella sua immediatezza, è stata capace di arrivare a tutti in maniera indiscriminata riassumendo in pochi momenti quello che è l’interno cuore “filosofico” (se così si può chiamare) del film. La scena, che per mesi è stata virale sui social e che è diventata uno dei momenti più importanti e celebrati di Barbie, potrebbe esser stata il motivo principale che ha portato l’Academy a scegliere di voler candidare America Ferrera. Il suo personaggio, attraverso quel discorso, è diventato quasi una bandiera dell’intero film che, a sua volta, si è trasformato nel manifesto del femminismo mainstream del 2023. Insomma, più che premiare l’attrice per la sua bravura, sembra che gli Oscar abbiano voluto celebrare l’idea che il suo personaggio incarna all’interno della pellicola.
Oscar 2024, una candidatura – paracadute?
Invece, se si vuole ridurre il tutto alla complicata partita a scacchi delle candidature agli Oscar, il discorso potrebbe essere un pò più semplice. Mai come quest’anno, le cinquine attoriali si sono dimostrate incredibilmente forti e, soprattutto, incerte per quanto riguarda il risultato finale. Sia sul fronte dei migliori attori protagonisti che per quello delle migliori attrici i papabili vincitori si stanno dividendo equamente tutti i premi di settore (Paul Giamatti e Cillian Murphy per gli uomini, Lily Gladstone e Emma Stone per le donne), per i non protagonisti, le vittorie di Robert Downey Jr e Da’Vine Joy Randolph, invece, sembrano essere già archiviate da mesi, salvo improbabili colpi di scena.
La mossa dell’Academy nel candidare America Ferrera come non protagonista potrebbe esser vista anche come un “contentino” per rinfoltire il numero di candidature di Barbie, soprattutto sul fronte degli attori. Inserendo l’attrice in una categoria già praticamente annunciata e che, oltre per la sua probabilissima vincitrice, non si è dimostrata particolarmente forte di star appeal, potrebbero aver seguito la logica del “premio di consolazione” per un film che, per quanto le interpretazioni siano state all’altezza e di buon livello, non ha il suo cuore nella recitazione dei suoi protagonisti.