Recensione – Suncoast, diretto da Laura Chinn, con Woody Harrelson e Laura Linney

Presentato al Sundance Film Festival 2024, l’esordio alla regia di Laura Chinn è ispirato ed avvenimenti autobiografici e contestualizzato tra fatti realmente accaduti. Sarà stata in grado di trattare una tematica importante nel modo adeguato?
La recensione di Suncoast, scritto e diretto da Laura Chinn

Articolo pubblicato il 13 Febbraio 2024 da Giovanni Urgnani

Presentato in anteprima alla quarantaseiesima edizione del Sundance Film Festival, distribuito negli Stati Uniti sulla piattaforma digitale Hulu il 9 febbraio 2024, mentre nel resto del mondo lo stesso giorno sulla piattaforma digitale Disney+. Ma qual è il risultato di Suncoast? Di seguito la trama e la recensione del film di Laura Chinn.

La trama di Suncoast, film di Laura Chinn

Di seguito la trama ufficiale di Suncoast, diretto da Laura Chinn:

“Clearwater, Florida. Doris è un’adolescente che vive con la madre Kristine e il fratello Max che ormai passa tutto il suo tempo steso in un letto a causa di un tumore al cervello. Dopo che Max viene trasferito alla Suncoast, una struttura specializzata, Doris inizia a organizzare delle feste nella loro abitazione riuscendo così ad avere delle nuove amiche. Inoltre, fuori la Suncoast, conosce Paul Warren, un attivista vedovo che sta protestando contro l’eutanasia.”
La recensione di "Suncoast", scritto e diretto da Laura Chinn

La recensione di Suncoast, con Laura Linney e Woody Harrelson

La tematica dell’eutanasia, o come viene denominata al giorno d’oggi “fine vita”, è una questione sociale assai delicata che riguarda tutti indistintamente, senza esclusioni di nessun tipo. Nello sviluppo di tale discorso occorre una sensibilità capace di andare oltre la faziosità, oltre anche il proprio vissuto personale. Laura Chinn per la sua opera prima dietro la macchina da presa, responsabile anche della sceneggiatura, fa l’esatto contrario, costruendo un racconto con personaggi fittizi, ispirandosi ad eventi autobiografici, contestualizzati all’interno di vicende realmente accadute.

Struttura molto simile a Bella addormentata (2012), il meraviglioso film di Marco Bellocchio, in cui i suoi personaggi ruotavano attorno alla vicenda di Eluana Englaro; in questo caso invece a fare da sfondo è il caso di Terri Schiavo, cronologicamente accaduto prima di quello italiano, ma pressoché identico per l’esito finale e per il clamore mediatico ad esso collegato, causando una netta divisione nell’opinione pubblica. Gli aspetti in comune con il lungometraggio sopracitato finiscono qui, la pellicola con Woody Harrelson e Laura Linney intraprende la strada più sbagliata, rinunciando a costruire un dibattito serio e costruttivo, limitandosi alla focalizzazione del sentimentalismo; una visione di parte non in grado di elaborare la faccenda senza cadere nella faziosità.

Il punto di vista è quello di una ragazza adolescente schiacciata dal dolore e dal peso di essere la figlia sana della famiglia, inevitabilmente condizionata nella vita di tutti i giorni da una situazione dolorosa e drammatica; la sua voglia naturale di evasione viene sempre più, involontariamente, colpevolizzata, soprattutto nei momenti “trasgressivi” tipici dei licei americani: le classiche feste casalinghe clandestine con fiumi di alcol e situazioni al limite, messe in scena in modo parecchio banale. Le interazioni che la protagonista, interpretata da un’ingessata Nico Parker, si trova a sviluppare sono principalmente tre: con la madre, i compagni di classe e Paul; nessuna delle tre può dirsi costruita e trattata in maniera approfondita, uno svolgimento alquanto lineare, quasi artefatto, in particolare la risoluzione del conflitto con la figura materna.

Quest’ultima caratterizzata per tutto il film in maniera negativa, una donna nevrotica, frustrata e incapace di accettare l’evento traumatico avvenuto, rabbia perennemente sfogata sul personaggio di Doris, guarda caso in seguito si viene a scoprire che non ha un buon rapporto con la fede cattolica, per poi in maniera repentina, sul finale, raggiungere una prevedibile evoluzione, non riuscendo ad essere del tutto veritiera. Infine una riflessione va fatta sul personaggio di Paul: un attivista militante nella protesta contro la decisione di staccare la spina a Terri Schiavo, infatti, da contorno dell’ambientazione principale, la struttura ospedaliera, si notano file di credenti appostati fuori dall’edificio, come democraticamente è giusto che sia; peccato non vi siano per tutta la durata rappresentati della controparte con la possibilità di esprimersi o di presentare un’argomentazione differente, lo stesso Paul è divulgatore della solita retorica religiosa propagandistica, mai incalzato da un vero contradditorio, contribuendo in modo decisivo a rendere il tutto noioso e ben poco stimolante.

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La recensione di Suncoast, scritto e diretto da Laura Chinn
Suncoast
Suncoast

Doris è una ragazza diciassettenne ma già profondamente segnata dalla vita; la sua convivenza con la madre, che insieme a lei accudisce il fratello malato terminale, si fa ogni giorno più difficile.

Voto del redattore:

3.5 / 10

Data di rilascio:

09/02/2024

Regia:

Laura Chinn

Cast:

Laura Linney, Woody Harrelson, Nico Parker, Ella Anderson, Daniella Taylor, Cree Kawa

Genere:

Drammatico

PRO

Nessuno
La trattazione della tematica principale in modo fazioso
La caratterizzazione dei personaggi
Lo sviluppo poco approfondito dei rapporti tra i protagonisti
La performance attoriale di Nico Parker