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Recensione – Madame Web: lo strano film Marvel senza Spider-Man

Il quarto capitolo del Sony’s Spider-Man Universe vede l’esordio dell’omonima supereroina Marvel interpretata da Dakota Johnson e non solo.
Madame Web: la recensione del film del Sony's Spider-Man Universe

Se i Marvel Studios hanno tirato fuori i muscoli pubblicando il trailer di Deadpool E Wolverine, adesso tocca alla Sony Pictures dimostrare di aver creato delle buone fondamenta con il suo universo condiviso. Infatti è uscito nelle sale Madame Web, il nuovo film del Sony’s Spider-Man Universe che ha come protagonista Dakota Johnson nel ruolo dell’omonima donna con superpoteri mistici, ma questi ultimi saranno apparsi imponenti al suo esordio analizzato nella recensione?

La trama di Madame Web

Pur essendo ambientato nel Sony’s Spider-Man Universe, Madame Web si discosta dal dittico di Venom e da Morbius perché la timeline si svolge nel 2003 e presenta la seguente trama:

Cassandra Webb è un paramedico che, durante un incidente sul lavoro, viene risvegliato in lei un incredibile superpotere che le permette di vedere nel futuro. Grazie a questa caratteristica, Cassandra scopre che un uomo, il quale è dotato anche lui di superpoteri che gli permettono di avere le abilità di un ragno, sta cercando di uccidere tre ragazze prima che diventino Spider-Women. Cassandra decide di aiutare le adolescenti per salvare il loro futuro.”

Recensione - Madame Web lo strano film Marvel senza Spider-Man

La recensione di Madame Web

La regia di Madame Web è uno dei grandi punti deboli del cinecomic Marvel: S. J. Clarkson tenta di impreziosire il lato visivo con dei virtuosismi che prevedono l’uso della cinepresa che gira su sé stessa per immergere lo spettatore nell’azione. Il problema è che tale scelta registica appare l’unico guizzo che la cineasta sembra conoscere, finendo per diventare banale dopo i primi 20 minuti a causa della sua eccessiva ripetitività nell’utilizzo, il quale spesso diventa anche non richiesto perché l’immersione cercata dalla Clarkson si trasforma in confusione, rendendo inutilmente complicate e poco chiare delle sequenze che dovrebbero risultare invece immediate e precise. Il montaggio delle visioni futuristiche della protagonista è un disastro: in delle sequenze mancano i tagli nei punti giusti, ottenendo una dilatazione che cancella il pathos che si cerca di costruire, mentre in altre vengono appositamente inseriti scavalcamenti di campo introdotti da dissolvenze improvvise e casuali per far sentire lo smarrimento di Cassandra, ma ciò risulta soltanto fastidioso.

Non tutto è registicamente deludente: ci sono dei momenti che si rifanno ai lontani ottimi risultati raggiunti nella direzione di Jessica Jones (a cui S. J. Clarkson ha lavorato). Il miglioramento avviene in particolare durante la scena di un locale, ma soprattutto nell’ultimo quarto d’ora finale che presentano un climax inaspettatamente efficace, con una gestione divertente ed originale dei poteri dei personaggi, tanto che fa pensare che l’ultima parte sia stata diretta da una regista diversa. Gli effetti visivi che ricreano i veicoli e le scenografie sono buoni, mentre quelli che ricreano le controfigure umane e gli animali in CGI ricordano i tristi risultati visti in The Flash. I costumi disegnati dal premio Oscar Ngila Dickson sono deliziosamente fumettosi, soprattutto quello di Julia Cornwall, anche se fa eccezione quello della stessa Madame Web che invece appare troppo kitsch. Niente male le musiche di Jonah Söderqvist, capaci di rendere piacevoli anche i momenti più piatti.

Madame Web: la recensione del film Marvel con Dakota Johnson e Sidney Sweeney

Il grande spreco di Madame Web

Il soggetto di Madame Web non è stupido: l’idea di sovvertire un cinecomic in una corsa adrenalinica, destrutturando il genere supereroistico attraverso un thriller sovrannaturale in cui un uomo simile a Spider-Man è invece il cattivo, aveva tutti gli elementi per creare qualcosa di epico. Il problema è che gli spunti potenzialmente efficaci del film emergono a malapena e, quando sembra che le cose si stiano facendo finalmente più interessanti, queste vengono immediatamente soffocate non solo dalla brutta regia citata in precedenza, ma anche da dialoghi inutili e risvolti narrativi che non hanno il minimo senso. In un cinecomic è più che lecito sorvolare sui buchi logici, perché non sono mai elementi che debbano rovinare l’esperienza quando vengono serviti, in cambio, personaggi intriganti ed una forte dinamicità dell’action. Tuttavia è proprio la mancanza di credibilità delle reazioni dei personaggi a rovinare la loro caratterizzazione, perché non solo creano situazioni ai limiti dell’assurdo, ma interrompono anche i momenti in cui l’approfondimento delle loro personalità dovrebbe essere invece fondamentale. Il villain Ezekiel Sims, nonostante la recitazione di Tahar Rahim sia al minimo sindacale e la caratterizzazione non vada mai oltre quella di un semplice bracconiere, è almeno temibile con i suoi poteri e con la sua irremovibile convinzione omicida, nonostante anche lui sia depotenziato dalla regia e da imperdonabili momenti in cui vede i suoi obiettivi e come prima azione per raggiungerli e ucciderli… decide di picchiare dei passanti a caso.

Julia Cornwall, Mattie Franklin e Anya Corazon sono le ragazze che Cassandra deve proteggere e che sono destinate a diventare Spider-Women. L’idea di rendere tutte e tre delle adolescenti che si sentono abbandonate per motivi diversi tra loro è efficace alla base per creare immedesimazione nei giovani spettatori, ma purtroppo la cosa si limita a pochissimi momenti in cui loro introducono i propri problemi senza mai approfondirli veramente. La cosa è un vero peccato, perché Sydney Sweeney, Celeste O’Connor e Isabela Merced sono ben calate nella parte ed hanno una buona alchimia, per questo sarebbe bastata una maggiore cura nei dialoghi per creare dei personaggi efficaci ed attuali. Inoltre la parte supereroistica legata al trio, che dovrebbe simboleggiare il traguardo della loro crescita, è inspiegabilmente poco sfruttata, come se al film mancasse un pezzo. La protagonista Cassandra Webb è una donna a cui è mancato l’amore materno, per questo l’idea che lei, passando tanto tempo a proteggere le ragazze, sembra quasi adottare queste ultime per diventare lei stessa la madre che non ha mai avuto, è interessante e rispecchia le origini fumettistiche delle storie cartacee (in cui la donna diviene una guida per tutti i giovani con poteri ragneschi). Tuttavia, ancora una volta, le scene in cui Cassandra passa tempo con le tre fuggitive sono troppo poche e non basta la buona interpretazione di Dakota Johnson a reggere un film di due ore.

Recensione - Madame Web: un film sottovalutato

A cosa serve Madame Web nel Sony’s Spider-Man Universe?

Se la qualità del film è deludente, lo è ancora di più il tassello che dovrebbe contribuire a comporre la struttura del Sony’s Spider-Man Universe. Nel film sono presenti Ben Parker e la sorella Mary Parker, con quest’ultima che è ancora incinta di Peter. I loro personaggi servono sicuramente agli scopi narrativi, ma qualsiasi cosa apparentemente collegata a Spider-Man viene ritirata, come se il lungometraggio avesse avuto paura di compiere un passo importante all’ultimo momento. In Madame Web non c’è infatti alcun riferimento né al Marvel Cinematic Universe e né al Sony’s Spider-Man Universe, tanto che manca persino una scena post credit. La Sony non ha voluto dare un ruolo preciso al Peter Parker nascituro (che sulla carta potrebbe benissimo essere la versione interpretata da Tom Holland) a causa di divergenze creative con i Marvel Studios ed ha cambiato idea all’ultimo, come già successo in passato? In questo caso si può comprendere la decisione di rimuovere alcune scene chiave, ma allora perché non concepire dei reshoot in cui si fanno almeno dei collegamenti con Venom o Morbius per dare allo spettatore l’idea di un futuro crossover e dare la speranza che il progetto stia andando verso una direzione?

Un cinecomic non è costretto ad avere collegamenti con altri film per essere bello, ma non è possibile che al quarto film del Sony’s Spider-Man Universe non ci sia ancora una linea editoriale precisa con un obiettivo finale. La gestione ormai rende il piccolo universo condiviso Marvel degno della confusione che regnava nel DC Extended Universe dopo il fallimento dei film di Zack Snyder, se non addirittura peggiore. Madame Web avrebbe potuto avere tutte le carte in regola per essere un lungometraggio avvincente e per lanciare finalmente l’universo Marvel della Sony verso un trionfo, ma la mancanza di una buona regia, la presenza di una scrittura estremamente confusionaria e la pessima coerenza editoriale hanno trasformato un ambizioso progetto in un mediocre fallimento.

1,0
Rated 1,0 out of 5
1,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
A cosa serve Madame Web nell'universo Marvel
Madame Web
Madame Web

Il nuovo capitolo del Sony's Spider-Man Universe che vede l'esordio delle controparti femminili dell'Uomo Ragno.

Voto del redattore:

5 / 10

Data di rilascio:

14/02/2024

Regia:

S. J. Clarkson

Cast:

Dakota Johnson, Sydney Sweeney, Celeste O'Connor, Isabela Merced, Tahar Rahim, Adam Scott, Emma Roberts

Genere:

Supereroistico, thriller, fantasy

PRO

Il soggetto avvincente
La buona alchimia tra le protagoniste
La recitazione
Il finale
La regia confusionaria
La sceneggiatura incoerente con momenti ridicoli
Il montaggio schizofrenico
Gli effetti visivi