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Recensione – 20 days in Mariupol: uno straziante documentario sugli orrori della guerra

Un’eroica missione forte ed indigesta che va ben oltre lo scopo filmico dei 94 minuti, rispecchiando in pieno la valenza documentaristica e premiando il coraggio dietro la macchina da presa e di un’intera categoria.
La recensione del film documentario 20 days in Mariupol

Presentato in anteprima al Sundance Film Festival, dove ha conquistato il Sundance World Cinema Documentary Competition, 20 days in Mariupol è il film documentario scritto e diretto dal regista ucraino Mstyslav Černov, vincitore anche del premio BAFTA per il Miglior Documentario oltre ad altri innumerevoli riconoscimenti ed essere candidato all’Oscar per la stessa categoria.

La recensione di 20 days in Mariupol: la trama del documentario di Mstyslav Cernov

Il regista Mstyslav Černov è un giornalista di Associated Press, oltre ad essere il presidente dell’Associazione Ucraina dei Fotografi Professionisti (UAPF), diventato particolarmente noto per il suo lavoro di reportage durante la rivoluzione ucraina, la guerra nel Donbass e molti altri eventi geopolitici particolarmente determinanti. In questo caso il regista, grazie anche alla sua squadra con Vasilisa Stepanenko, Evgeniy Maloletka e Lori Hinnan, ha ricevuto il premio Pulitzer proprio per il servizio reso durante l’invasione russa dell’Ucraina.

Come indicato già dal titolo, 20 days in Mariupol è infatti un intenso documentario volto a registrare e diffondere al mondo alcuni dei momenti più tragici di questo sanguinoso conflitto. La visione è sostanzialmente un “diario di bordo” nel cercare di riprendere la trasformazione della città di Mariupol, le drammatiche testimonianze dei sopravvissuti e le innumerevoli difficoltà affrontate nel salvare tutto questo materiale informativo, mentre per strada continuano a scoppiare le bombe e fuori dai confini continua a diffondersi anche la piaga delle fake news.

La trama e la recensione del film documentario 20 days in Mariupol

La recensione di 20 days in Mariupol: l’eroica missione per documentare gli orrori della guerra

<<Fallo vedere a Putin! Fagli vedere i dottori in lacrime!>> è quello che afferma un disperato medico al regista in una rimediata sala operatoria. Si inaugura la recensione di 20 days in Mariupol sottolineando come ogni commento sarebbe superfluo dopo la visione, essendo sufficienti e sovrabbondanti le terrificanti immagini e le strazianti testimonianze raccolte. La pacata voce del narratore cozza decisamente infatti con le sequenze di morte che si susseguono, quasi a voler cercare di tranquillizzare lo spettatore ed essendo consapevole come ciò non sia possibile con i protagonisti su schermo.

Un diario di bordo, quello del regista e della sua eroica troupe, volto a registrare il caos, la carneficina e la trasformazione di una città all’inferno della guerra: una mutazione tanto nei luoghi urbani, sempre più devastati dalle arme di distruzione, quanto nella popolazione stessa, sempre più disperata e dimezzata. In un repentino cambiamento avvenuto in una manciata di giorni, la macchina del regista – a mo’ proprio di atto giornalistico – si colloca e si trascina come puro osservatore esterno, nel cercare di documentare gli orrori di questi drammatici momenti dando sfogo a ciò che avviene sul campo, cercando di raccogliere più testimonianze possibili, come del resto il film stesso.

La straziante preparazione all’arrivo delle bombe, non sapendo dove o quando ma essendo consapevoli che avverrà. L‘isolamento e l’impossibilità di contattare i propri parenti e le persone care. Gli innumerevoli problemi del personale sanitario nella carenza di scorte, oltre al dover lavorare senza luce, internet o acqua. Il regista sceglie una visione tutt’altro che edulcorata, con le immagini mostrate che sono poi incommentabili e bucano lo schermo, per una visione di orrore puro nel mostrare – senza censure e senza alcun vincolo – un vero e proprio inferno in terra.

Una bambina piange guardando in camera ed affermando che non vuole morire, che spera possa finire presto questo incubo; auto in corsa distrutte dal fuoco; un padre che si dispera sul corpo senza vita del figlio, Ilya, di 16 anni; le fosse comuni riempite di sacchi neri, corpi giovani, corpi freddi; il vano tentativo di rianimare un’altra bambina, Evangelina, di 4 anni ed innumerevoli altre sequenze al cardiopalma. Soffermandosi anche sulla vigliacca operazione della manipolazione mediatica attraverso le fake news, il regista con 20 days in Mariupol non si limita tuttavia a “documentare” ciò che vede con i propri occhi, ma infonde anche una certa valenza cinematografica estremamente significativa.

Innanzitutto – e quasi per stretta necessità – nel lavoro di montaggio, che si traduce nella selezione delle impressionanti e desolanti sequenze (dove anche la ripresa del dettaglio diventa fondamentale) oltre alla gestione del ritmo, che viaggia spedito anche per incarnare la corsa frenetica collettiva nel cercare riparo, nel fuggire, nel voler salvare un’altra vita o per filmare l’ennesimo disastro. Una potenza cinematografica che si rispecchia anche nell’incessante comparto sonoro, che assorda e stordisce proprio come il rombo delle armi portatrici di morte ed intensificano la drammaticità delle immagini, sebbene non ce ne fosse bisogno.

Il film si chiude poi con la panoramica di uno scenario degno di un grande film distopico ed apocalittico… peccato che sia la realtà di un inferno ancora pienamente rovente. 20 days in Mariupol non è dunque solo un grandissimo reportage di guerra, che esegue perfettamente il suo compito nel documentare i fatti di cronaca accompagnato dal mezzo cinematografico, ma rappresenta una prova di coraggio impressionante da parte del regista e della sua troupe che non può non venire elogiato, rendendo onore ad un’intera categoria.

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La recensione e la locandina del documentario 20 days in Mariupol
20 days in Mariupol
20 days in Mariupol

Un'impressionante prova di coraggio da parte del regista e della sua troupe che non può non venire elogiata, soprattutto se ci si trova davanti ad un documentario che esegue perfettamente il suo compito informativo anche attraverso una certa valenza cinematografica.

Voto del redattore:

10 / 10

Data di rilascio:

23/01/2024

Regia:

Mstyslav Černov

Cast:

-

Genere:

documentario, guerra

PRO

Il coraggio di mettersi in prima linea da parte del regista e della troupe.
La scelta di non censurare le immagini e mostrare gli orrori della guerra nudi e crudi.
L’aver ammantato la visione del documentario con una certa valenza cinematografica.
Il prediligere l’osservazione dei fatti da un occhio terzo.
Nessuno.