Articolo pubblicato il 5 Marzo 2024 da Bruno Santini
Nei numerosi aspetti visivi di Dune – Parte 2 spicca soprattutto la caratterizzazione di scenografie e di fotografia, che vedono un importantissimo contributo – soprattutto per quanto riguarda la seconda – con il lavoro di Greg Fraiser (noto anche per la fotografia di The Batman). Uno degli elementi che emerge maggiormente è il bellissimo bianco e nero utilizzato su Giedi Primo: ma perché le scene sono realizzate in questo modo? A spiegarlo è stato lo stesso Denis Villeneuve.
Il bianco e nero di Dune – Parte 2 e il world building di Denis Villeneuve
Sono numerose le differenze tra Dune – Parte 2 e la seconda parte del libro di Frank Herbert, per una precisa volontà del regista canadese di ricostruire la narrazione e gli aspetti visivi in modo completamente differente. Tra queste, anche la trattazione degli Harkonnen, che nei libri sono molto più brutali (soprattutto il Barone Vladimir, come si osserva nel film di Lynch) e compiono, ad esempio, spesso atti di pederastia violenta e sodomia. A cambiare è anche la caratterizzazione del pianeta, che non viene descritto nel dettaglio così come altri dettagli e che, nel film diretto da Villeneuve, diventa in bianco e nero.
Ma per quale motivo Giedi Primo è rappresentato con scene in bianco e nero? La volontà del regista di Dune – Parte 2 è offrire delle componenti organiche nel lavoro di world building, tanto da portare i popoli ad essere differenti. Su Caladan, ad esempio, i volti del popolo sono molto più pallidi rispetto che su Arrakis, in cui la spezia gioca un ruolo fondamentale sia per il colore degli occhi del popolo Fremen, sia per quanto riguarda il colore della pelle che viene maggiormente influenzato dall’aridità del territorio. Il bianco e nero di Giedi Primo starebbe a sottolineare, dunque, una totale eclissi di sole (per cui appare molto più vicino al negativo che al bianco e nero classico), che renderebbe quindi più “brutale”, perché non filtrato dal colore e dall’armonizzazione dell’esistenza, il mondo Harkonnen.
Le parole di Denis Villeneuve sul bianco e nero di Giedi Primo
Anche Denis Villeneuve ha spiegato perché su Giedi Primo le scene sono realizzate in bianco e nero, restituendo soprattutto la sua idea di sceneggiatura e di estetica:
“L’idea è nata dal libro. Uno degli aspetti che amo del libro è l’idea che, si tratta di uno studio dell’impatto dell’ecosistema sugli esseri umani, tutto dalla natura dell’ecosistema, l’uomo ha sviluppato religioni, tecniche e modi di sopravvivenza, tutta la sua cultura, siamo il prodotto del nostro ambiente e quando vuoi sapere dei Fremen, basta guardare il deserto e ti dirà quello che vuoi sapere sui nativi. Mi piaceva questa idea e ho voluto provarci anch’io. Per Giedi Prime, il mondo natale di Harkonnen, c’erano meno informazioni nel libro ed è un mondo disconnesso dalla natura. È un mondo di plastica. Quindi, ho pensato che sarebbe stato interessante se la luce, la luce del sole, ci avesse dato qualche idea della loro psiche. E se invece di rivelare i colori, la luce del sole li uccidesse e creasse un mondo in bianco e nero molto inquietante, questo ci darebbe informazioni su come queste persone percepiscono la realtà, sul loro sistema politico, sui modi di questa cultura brutalista primitiva e questo era nella sceneggiatura”.