Cerca
Close this search box.

Come rapinare una banca, ovvero Netflix e l’empatia per il crimine

A partire dal 5 giugno 2024 ha fatto esordio, sulla piattaforma di streaming Netflix, il documentario Come rapinare una banca, che racconta la vita e il crimine di Scott Scurlock, conosciuto anche con lo pseudonimo di Hollywood: ma con quale risultato?
Come rapinare una banca, ovvero Netflix e l'empatia per il crimine

Continuando ad alimentare la sua etichetta più florida e ricca di successo, il true crime, Netflix ha diffuso – in tutti i paesi in cui è attualmente attivo il servizio – Come rapinare una banca a partire dal 5 giugno 2024. Il documentario, che racconta la vita e il crimine di Scott Scurlock aka Hollywood, impiega 88 minuti per ricostruire uno degli eventi più determinanti nella Seattle del grunge e del cambiamento culturale: la serie di rapine che vennero realizzate dall’uomo, fino al suo suicidio. Ma con quale risultato? Di seguito, si indica tutto ciò che c’è da sapere a proposito della trama e della recensione di Come rapinare una banca.

La trama di Come rapinare una banca, il documentario Netflix su Scott Scurlock

Prima di proseguire con la recensione di Come rapinare una banca, si indica innanzitutto la trama del documentario che racconta la vita e il crimine di Scott Scurlock:

Seattle, anni ’90. Il più prolifico rapinatore di banche del mondo vive lavita dei suoi sogni: ha tutto quello che si può desiderare, fascino, denaro, un nasondiglio fantastico sull’albero e una lunga lista di successi comecriminale.

La recensione di Come rapinare una banca: troppa empatia per il crimine in un prodotto discreto

È difficile che Netflix sbagli una scelta, in materia di true crime, così come è senz’altro complesso realizzare un documentario che – attingendo da una materia interessante – si traduce in qualcosa di non riuscito; anche Come rapinare una banca, lo si dice immediatamente in sede di recensione del documentario, fa dunque il suo e porta a casa il risultato, raccontando per bene la sua storia con grande compattezza e servendosi di un minutaggio piuttosto ridotto di 88 minuti. Il documentario, che racconta la storia di Scott Scurlock, compie una scelta spesso molto comune in sede di racconto biografico o storico, alternando materiale d’archivio con interviste che vengono realizzate ai diretti interessati: naturalmente, difettando di questo secondo aspetto per ovvie motivazioni, Scott Scurlock viene sostituito da un attore (Jordan Burtchett) per le sequenze di rapina e per i brevi soliloqui che permettano di restituire una caratterizzazione della persona.

Fin da subito, Come rapinare una banca rivela la sua volontà di andare oltre la mera ricostruzione degli eventi, soffermandosi piuttosto su una disamina del carattere e della personalità di Scott aka Hollywood, fin dalla sua infanzia; tuttavia, molto spesso si compie un errore comune in casi di crimine, lasciando che le parole della famiglia o degli amici, inevitabilmente positive nel tratteggiare elementi caratteriali della persona, appaiano gli unici elementi descrittivi di una personalità sì complessa, ma mai definita del tutto; il risultato, allora, è quello di un documentario che sembra essere anche troppo empatico nei confronti di quello che, comunque, resta un criminale che ha bersagliato banche per anni, mettendo a dura prova anche il sistema di polizia americano. È interessante la ricostruzione del clima culturale della Seattle raccontata, soprattutto grazie al materiale d’archivio raccontato e alla compresenza, spesso esplicita, di tracce artistiche sullo schermo: da Point Break a Heat – La sfida, passando per l’ascesa dei Nirvana all’interno della città, tutto sembra definire il complesso animo di Scott Scurlock, che fin da subito appare una persona incapace di seguire con regolarità un percorso di studi o una carriera professionale; per questo motivo, dopo aver tentato la strada della produzione di meth, l’uomo si lancia nelle rapine che perfeziona, di volta in volta, fino a renderle perfette.

Più che nella gestione dei momenti delle rapine, tutto sommato molto simili l’uno all’altro, il documentario è interessante nel mostrare le forze di polizia in campo: uomini che hanno un obiettivo comune ma che ragionano in maniera differente, spesso opponendosi e, anche a distanza di anni, continuando a portare avanti le medesime idee circa la gestione del criminale e delle indagini che lo riguardassero. Ancora, ciò si tramuta in un vero e proprio campo e controcampo nel momento in cui la banda criminale viene scoperta e inizia uno scontro a fuoco, con le diversi parti in causa che hanno un modo diverso di raccontare quello che accadde e che ha portato al suicidio di Scott Scurlock. Insomma, un documentario tutto sommato compatto e sufficiente nella sua resa e nella sua struttura, che trova negli abbondanti disegni (utilizzati per compensare la mancanza di materiale d’archivio) il suo limite principale e che forse, con un maggior lavoro di fino, sarebbe apparso anche più “freddo” rispetto al criminale, ma che porta comunque a casa il risultato. Nulla di inaspettato, parlando di true crime e di Netflix, per intendersi.

0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Come rapinare una banca
Come rapinare una banca

Come rapinare una banca è un documentario che Netflix ha rilasciato sulla sua piattaforma e che, con l'etichetta di true crime, racconta una delle storie di rapine più affascinanti del secolo scorso.

Voto del redattore:

6 / 10

Data di rilascio:

05/06/2024

Regia:

Stephan Robert Morse, Seth Porges

Cast:

Jordan Burtchett, Mark Biggins, Susan Dodd, Ellen Glasser, Steven Harper

Genere:

Documentario

PRO

Il buon utilizzo del materiale d’archivio
L’interessante campo-controcampo proposto tra colleghi della polizia o tra polizia e criminali
La compattezza del prodotto
L’utilizzo dei disegni per colmare le lacune di materiale
Il clima di empatia per il criminale che si genera nel documentario