Recensione: The Acolyte – La Seguace 1×01-1×02: Perso Ritrovato / Vendetta Giustizia

Sono stati rilasciati i primi due episodi di The Acolyte – La Seguace, la prima serie di Star Wars ambientata prima della trilogia prequel.
The Acolyte: la recensione dei primi due episodi

Articolo pubblicato il 8 Giugno 2024 da Andrea Barone

Mentre l’espansione di Dave Filoni ha chiuso un altro capitolo con Ahsoka, la saga di Star Wars esplora un nuovo lato della galassia lontana lontana con la serie The Acolyte: La Seguace. I primi due episodi, chiamati Perso Ritrovato e Vendetta Giustizia, sono attualmente disponibili su Disney Plus. A seguire la recensione dell’inizio della serie.

La trama di The Acolyte – La Seguace 1×01 – 1×02

The Acolyte: La Seguace è la prima serie di Star Wars che presenta un soggetto molto lontano da tutti i film della saga. Infatti gli avvenimenti sono ambientati 100 anni prima di quelli Star Wars – Episodio I: La Minaccia Fantasma e presentano la seguente trama:

Durante la fine dell’era dell’Alta Repubblica si verifica qualcosa di molto oscuro: una misteriosa ragazza ha ucciso una jedi. Il consiglio dei cavalieri ritiene che sia Osha, un’ex padawan che ha lasciato l’ordine a causa di problematiche legate al suo addestramento. Sol, ex maestro di Osha, decide di partire per ritrovare la ragazza, convinto che non possa essere stata lei ad aver assassinato la maestra Idara. Le cose si complicano quando si scopre che dietro la minaccia si nasconde qualcosa di molto più potente: un essere misterioso infatti conosce la forza, ma non si tratta di un jedi. Come se non bastasse, l’assassina continua a bramare l’uccisione di molti altri maestri…

The Acolyte La Seguace: la recensione della serie di Star Wars

La recensione dei primi due episodi di The Acolyte – La Seguace

Dal punto di vista tecnico, le scenografie ed i costumi sono molto ben curati, così come sono le coreografie dei combattimenti con le spade laser, i quali utilizzano anche espedienti originali per dare una ventata di novità (come le abilità con i pugnali, le barriere di forza o lo sfruttamento dell’ambiente stesso). Tuttavia la regia di Leslye Headland è standard e non presenta guizzi particolari, anche in momenti che dovrebbero apparire pieni di spettacolo, come il duello nella locanda che si rifà sia ai western che ai wuxia, oppure nella scena dell’astronave alla deriva. Inoltre gli effetti in CGI appaiono poco efficaci a tratti. Diversamente dagli altri prodotti di Star Wars, si percepisce molto di più il limite tecnico legato al mezzo televisivo e ciò è una critica paradossale dal momento che si sta parlando di una serie, però bisogna evidenziare che si è lontani dall’eccellenza tecnica di The Mandalorian e Ahsoka, i quali hanno regalato sequenze capaci di competere con il cinema stesso. Nonostante le problematiche riscontrate, non si è di certo vicini ai disastri tecnici riportati in Obi-Wan Kenobi.

La cosa che colpisce dei primi due episodi è il dualismo nella protagonista Osha, che ricorda quello di Anakin Skywalker. L’idea di riportare al centro una jedi che ha avuto numerosi problemi durante il suo addestramento, tanto da essere ritenuto un pericolo dai suoi maestri, è molto interessante perché riporta a galla delle sfumature legate all’umanità dietro la perfezione ambita dai jedi stessi. Tuttavia, diversamente da Anakin Skywalker o da Kylo Ren che sono passati al lato oscuro, Osha non ha finito il suo addestramento ed ha persino lasciato il cammino della forza, il quale, inevitabilmente, sarà costretta ad intraprendere ancora una volta. Questa introduzione, che presenta per la prima volta una figura abbandonata dal consiglio dei jedi e che deve riscoprire le cicatrici del proprio passato, è una cosa che aggiunge sicuramente originalità a Star Wars e rende la protagonista al centro di uno sviluppo potenzialmente molto interessante. L’interesse è generato anche dal suo trauma, poiché Osha ha perso i genitori da piccola in una vicenda molto cruda, tanto da tormentarla ancora dopo 15 anni, avvolgendola con un odio che la consuma. Allo stesso tempo è evidente che Osha, pur essendo impulsiva, non è una cattiva persona ed è molto influenzata dagli insegnamenti positivi dei suoi jedi che cerca di ricordare in ogni momento.

La mossa più intelligente è dovuta al confronto tra la sua parte killer e quella più innocente: la prima, che simboleggia il lato oscuro, sente un vuoto dentro ed è continuamente alla ricerca di qualcosa che ha perduto, mentre la seconda, che simboleggia il lato chiaro, è costantemente corrotta dalla rabbia di non riuscire a lasciarsi alle spalle il proprio passato per accettare un nuovo cambiamento. Sarà molto importante, da parte degli showrnunner, trovare un’evoluzione che renda uno sviluppo soddisfacente per questo personaggio potenzialmente intrigante. Inoltre Amandla Stenberg è eccellente e tira fuori una delle performance più difficili di tutta la saga di Star Wars.

I jedi di The Acolyte – La Seguace

La serie si rifà molto all’idea politica di George Lucas con la trilogia prequel, mostrando dei jedi rispettabili ma allo stesso tempo ambigui ed imperfetti. Infatti è impossibile non pensare a Qui-Gon Jinn quando si osserva il maestro Sol, uno dei cavalieri più apprezzati dalla Repubblica ma che ripensa costantemente ad errori commessi anni prima, stando attento ai sentimenti di Osha, con la quale condivide un legame affettivo che non se ne è mai andato. Infatti è molto interessante il dialogo con la padawan Jecki Lon, la quale è sorpresa dall’attegiamento di Sol che sembra, apparentemente, staccato dalle regole tradizionali dei jedi, chiedendo al maestro se non sia pericoloso seguire i propri sentimenti dal momento che è sempre stato insegnato il contrario. Se infatti Sol avesse seguito le regole degli jedi, basandosi semplicemente sulle prime prove riportate e non sul suo istinto e sulla sua esperienza con Osha, quest’ultima sarebbe stata incriminata immediatamente. Non è un caso che Sol abbia anche un diverbio con Vernestra Rwoh dopo che quest’ultima chiede al maestro di attenersi al consiglio dei Jedi pure se il prezzo sia perdere un’importante pista, in nome di una burocrazia schematica e fredda.

Attorno alle dinamiche controverse dei jedi, è ancora più d’impatto la presenza del maestro antagonista misterioso, il quale sicuramente è un sith che sta preparando una rivolta contro il consiglio dell’ordine. In questo modo è palese che The Acolyte: La Seguace voglia esplorare cosa ha portato al fallimento dei jedi prima dell’ascesa di Palpatine 100 anni dopo, approfondendo le dinamiche che riguardano il loro distacco dai sentimenti in nome di una perfezione spirituale che non esiste. Inoltre si può creare l’occasione perfetta per approfondire finalmente la leggenda dei Sith e la battaglia che li ha portati a covare un profondo sentimento di vendetta accennato da Darth Maul in Star Wars: Episodio I – La Minaccia Fantasma. Con questi elementi citati e l’interessante introduzione dei primi due episodi, The Acolyte: La Seguace mostra tutte le potenzialità per diventare un’opera di Star Wars originale ed interessante.

0,0
0,0 out of 5 stars (based on 0 reviews)