Articolo pubblicato il 16 Giugno 2024 da Andrea Barone
La saga di Star Wars continua a tracciare dei nuovi percorsi in televisione grazie alla serie The Acolyte: La Seguace. Dopo aver analizzato i primi due episodi, adesso è il turno del terzo, intitolato Destino ed attualmente disponibile sulla piattaforma streaming Disney Plus.
La trama di The Acolyte – La Seguace 1×03
Stavolta la terza puntata di The Acolyte: La Seguace è un gigantesco flashback che mostra l’infanzia delle protagoniste prima che queste vengano separate. L’episodio infatti presenta la seguente trama:
16 anni prima, Osha e Mae vivono con una congrega di streghe su Brendok. La loro madre e leader della congrega, Madre Aniseya, si occupa dei gemelli insieme a Madre Koril. Aniseya insegna ai bambini che la Forza, che loro chiamano il Filo, viene utilizzata in modo improprio dai Jedi, da cui cercano di nascondersi. Sia Osha che Mae devono sottoporsi ad una cerimonia per essere inserite in una congrega: Mae è entusiasta, mentre Osha ha la sensazione di volere altro dalla vita. Tuttavia le cose cambiano quando i maestri Jedi Indara, Kelnacca, Torbin e Sol scoprono il tempio.

La recensione del terzo episodio di The Acolyte – La Seguace
L’incredibile ambizione mostrata in questo lungo flashback è evidente: mostrare nuove culture che utilizzano la Forza in modo diverso rispetto ai Jedi. Il worldbuilding di Brendok è molto interessante, specialmente nella descrizione delle tradizioni delle Madri Koril. Non è un caso che molte streghe siano interpretate da attrici nere oppure abbiano la fisicità di aliene (diversi quinde dalla bellezza canonica imposta dalla società odierna): il tempio ha infatti l’aspetto di un villaggio che ricorda le culture afroamericane. In questo modo le tensioni tra le Madri Koril ed i Jedi sono molto evidenti, dal momento che questi ultimi si presentano con la pretesa di poter esaminare le bambine come potenziali fruitori di Forza e, di conseguenza, potenziali Padawan. Questa cosa, che prevederebbe il portare via Mae e Osha in caso di successo, non è approvata dalle streghe perché va contro tutti i loro principi, eppure i Jedi assumono una forte insistenza. Anche se si nota la sensibilità del maestro Sol rispetto alla freddezza degli altri Jedi, è evidente la grande ostilità che c’è tra le due culture, accompagnata anche da tensioni politiche.
George Lucas non aveva mai nascosto i parallelismi tra i Jedi ed i preti nella trilogia prequel, criticando il distacco dai sentimenti e dagli istinti umani che è proprio della Chiesa Cattolica. Dal momento che la serie di Leslye Headland prende spunto proprio dai prequel, l’imposizione dei Jedi sulle Koril può essere un riferimento al colonialismo, in cui la nazione più forte vuole imporre la propria cultura non prestando alcuna attenzione alle esigenze del popolo, creando quindi una frecciata alle imposizioni dell’America sui paesi del terzo mondo. Un altro riferimento potrebbe essere alle Crociate: l’imposizione, seppur “diplomatica”, dei Jedi sulle Merkel potrebbe simboleggiare l’imposizione dei Cristiani sui Musulmani. A prescindere da quali siano i riferimenti, il rapporto tra i Jedi e le Merkel e, di conseguenza, tra la Forza e il Filo (che sono lo stesso concetto ma applicato a due mentalità diverse), rappresenta l’apparente incompatibilità tra due religioni diverse che creano conflitti.

La paura dell’ignoto in The Acolyte – La Seguace
Il dualismo tra Osha e Mae (interpretate dalle bravissime Lauren Brady e Leah Brady) è evidente: la seconda vuole continuare con fierezza le tradizioni delle Merkel per onorare la sua famiglia e seguire il suo talento di strega, mentre la prima sente che il suo posto non è quello e vorrebbe dedicarsi a qualcosa che la porti in altre galassie, così nasce in lei il fascino per i Jedi. Mae è spaventata dall’idea che Osha si allontani dalla tradizione della famiglia, poiché fare qualcosa di diverso equivarrebbe ad affrontare elementi ignoti: per Osha si seguirebbe un cammino differente, mentre Mae starebbe lontano da sua sorella, una persona con cui si è sempre legata. La paura delle Merkel per i Jedi e la paura di questi ultimi per le Merkel è proprio quella di aprirsi a nuove vie che metterebbero in dubbio gli scritti della Forza o del Filo. Mae rappresenta quel coraggio di allontanarsi dai soliti schemi non per un senso di ribellione, bensì per un bisogno di esprimersi attraverso una forma nuova che lei avverte dentro, così come il bisogno di sentirsi diversa da sua sorella per ottenere un’identità propria. La speranza di Mae di inseguire il cammino dei Jedi, distinguendosi dalle streghe, è l’idea di una nuova generazione che può costruire i ponti con culture differenti, sperando anche che i genitori accettino le decisioni dei propri figli.
Parlando di qualcosa diverso dalla tradizione, per i fan è stato una grande fonte di shock scoprire che Mae e Osha sono delle gemelle nate dalla Forza, esattamente come Anakin Skywalker. Per quanto Anakin sia considerato il prescelto della profezia, non c’è scritto da nessuna parte che l’uso della Forza per il concepimento possa essere applicato una sola volta, soprattutto quando la serie è ambientata 100 anni prima dei prequel e con l’idea che ci siano altre culture con regole nuove e punti di vista diversi: la stessa profezia può essere una semplice idea legata soltanto alla religione dei Jedi. La creazione di Mae e Osha è un elemento coraggioso che non contraddice la mitologia di Star Wars, anzi, la espande e procura maggiore fascino. L’autrice crea nuovi modi di vedere Star Wars tenendo fede all’idea che George Lucas aveva in mente, esattamente come Osha vuole esplorare nuovi orizzonti tenendo fede a quello che ha imparato dalle madri.

Il flashback, raccontato quasi tutto dal punto di vista di Osha, omette alcune parti del racconto affinché il mistero possa essere aumentato, perché si capisce che qualcosa è successo al di fuori dell’incendio causato da Mae. Sono state fatte azioni controverse in cui sono coinvolti i Jedi? I Sith sono intervenuti? Tutto ciò accresce l’interesse per una storia che diventa sempre più avvincente e che ha ancora numerose potenzialità da esplorare. Il terzo episodio di The Acolyte: La Seguace è una delle migliori origin story dell’universo di Star Wars non soltanto per l’ottima caratterizzazione dei personaggi, ma soprattutto per gli interessanti sottotesti politici creati da elementi originali che ribaltano la mitologia della saga senza tradirla.