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Inside Out 2: come finisce? La spiegazione del finale del sequel Pixar

Finalmente è arrivato anche nei cinema di tutta Italia il sequel Pixar Inside Out 2: ma come finisce il film d’animazione?
La spiegazione del finale di Inside Out 2, il sequel della Pixar

Il film evento dell’estate cinematografica 2024 è pronto per sbancare i botteghini di tutto il mondo ed oltre alla curiosità di capire quanto sia all’altezza del suo predecessore è importante analizzare la conclusione di questo sequel. Ma come finisce Inside Out 2? Di seguito il contenuto e la spiegazione del finale del film d’animazione Pixar, diretto da Kelsey Mann (qui trovate la recensione).

Inside Out 2, il finale del film d’animazione Pixar

ATTENZIONE!!!! SPOILER!!!

Durante la partitella d’allenamento della squadra, al Hockey Campus, mentre sta scontando in cabina i due minuti di penalità, Riley ha sconfitto il predominare dell’ansia, riflettendo così sul suo comportamento. Finalmente riesce ad appacificarsi con le sue due migliori amiche: Grace e Bree; la continuazione del match “in famiglia” è caratterizzato dalla gioia, senza alcuna ossessione del risultato personale. Mentre le sequenze del film proseguono con Gioia in voice over, Riley è in attesa spasmodica della decisione della coach Roberts per l’ammissione nella prima squadra del liceo; il cellulare della ragazza squilla per una notifica, davanti allo specchio alza la testa, si guarda e sorride in modo più che sollevato.

Inside Out 2, la spiegazione del finale del sequel di Kelsey Mann

In una società mondiale che concepisce il fallimento come condanna inappellabile, la pellicola animata della Pixar, ancora una volta, dimostra quanto l’errore sia una tappa indispensabile per la crescita di ogni singolo individuo. È vero che nella sostanza possa risultare simile al precedente, ma forse per un franchise come Inside Out ha bisogno di seguire una struttura narrativa collaudata, d’altronde la storia dei generi cinematografici lo insegna, ma è nel come si mette in scena il contenuto a fare la differenza. Il destino di Gioia e compagni è quello di concludere il loro percorso ottenendo ogni volta sfumature diverse con altre emozioni, ciò deve quasi per forza avvenire attraverso lo sbaglio; anche se può risultare ripetitivo all’apparenza, per raccontare l’essenza della vita occorre rappresentarla nella sua ciclicità e per l’appunto, l’essere umano ciclicamente sbaglia, da quando è bambino fino a quando diventa anziano.

Il contesto è determinante nel modo di sviluppare il contrasto di emozioni, la nascita di nuove e il reprimere quelle vecchie, come detto in precedenza la dinamica è piuttosto simile di volta in volta, ma la chiave sta nell’età diversa in cui si affrontano gli ostacoli dell’esistenza. Ogni fascia ha le sue peculiarità, appunto le emozioni stesse, ma essendo differenti tra loro non possono essere affrontate allo stesso modo: la tristezza del primo lungometraggio non è l’ansia protagonista del sequel, anche se si raggiunge lo stesso risultato, il percorso è totalmente nuovo, poiché l’adolescenza è una fase d’intermezzo decisamente particolare, rispetto soprattutto all’innocenza infantile.