Articolo pubblicato il 23 Giugno 2024 da Gabriele Maccauro
Uno degli attori di maggior prestigio nell’intera storia della settima arte, icona assoluta dentro e fuori dai set cinematografici, Marlon Brando è una leggenda. Nato ad Omaha il 3 aprile 1924 e morto a Los Angeles il 1 luglio 2004, l’attore ha avuto una carriera dagli alti e bassi, momenti di assoluto splendore che hanno contribuito a scrivere pagine indelebili nella storia del cinema e buchi nell’acqua fragorosi. Ha collaborato con registi del calibro di Francis Ford Coppola, Elia Kazan e Bernardo Bertolucci ed ha ricevuto molteplici riconoscimenti per le sue interpretazioni, tra cui due premi Oscar (1955, 1973), due Golden Globes (1955, 1973), tre BAFTA (1953, 1954, 1955) ed un Prix d’Interprétation Masculine al Festival di Cannes (1955). In 50 anni di attività, i ruoli da lui interpretati sono stati moltissimi, ed è quindi bene stilare una classifica dei migliori film con Marlon Brando.
Marlon Brando: la classifica dei migliori film con l’attore statunitense
Attore poliedrico che ha collaborato con alcuni tra i maggiori registi di sempre ed è stato premiato nei più importanti festival del mondo, Marlon Brando occupa indubbiamente un posto nella storia del cinema. Ma quali sono i migliori film con lui? Segue una classifica dei suoi ruoli più iconici.
1) Apocalypse Now – Francis Ford Coppola (1979)
La prima posizione di questa classifica potrebbe già far storcere il naso a qualcuno. Diversi i ruoli in cui ha avuto più minutaggio ed è stato vero protagonista assoluto. Eppure, con la sua interpretazione in Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, Marlon Brando ha semplicemente zittito le critiche e regalato una delle più grandi prove attoriali nell’intera storia del cinema.
La storia dietro la produzione del film è ormai cosa nota, come anche gli atteggiamenti di Brando e la sua forma fisica – si presentò in evidente sovrappeso, motivo per cui Coppola fu costretto a riprenderlo sempre in penombra o quasi – ma nel momento in cui ha iniziato a fare sul serio, non ce n’è stato più per nessuno. Troppo grande, troppo magnetico: Marlon Brando si mangia tutto e tutti ed è certamente uno dei fattori decisivi che hanno convinto la giuria della 32esima edizione del Festival di Cannes ad assegnare al film la Palma d’oro nel 1979.
2) Il Padrino – Francis Ford Coppola (1972)
Se nel 1979 Marlon Brando ha avuto modo di recitare in Apocalypse Now, questo lo deve sì a Francis Ford Coppola, ma bisogna tornare indietro di 7 anni. Nonostante abbia recitato in decine di film e sia già un attore grandioso, il suo comportamento e vita privata convincono le varie case di produzione a non volerlo più tra i piedi. Coppola però si imporrà e riuscirà ad ottenere da Paramount – al netto di alcune clausole sui loro contratti – la possibilità di far recitare Marlon Brando nel suo nuovo film. Ecco, il film in questione è Il Padrino e la storia del cinema stava cambiando per sempre.
Il Padrino fu un successo assoluto, rilanciò le carriere di Coppola e Brando ed ottenne un’infinità di riconoscimenti, tra cui un BAFTA, un David di Donatello, cinque Golden Globes e soprattutto 3 premi Oscar su 10 candidature. Tra questi, uno proprio per l’interpretazione di Marlon Brando, che però non si presentò alla cerimonia di premiazione in segno di protesta per come venivano trattati gli indiani nativi d’America dagli Stati Uniti ed Hollywood. Poco altro da aggiungere: il suo Don Vito Corleone è uno dei personaggi più iconici, meglio scritti ed interpretati ed influenti di tutta la storia della settima arte e vale a Brando un posto nell’Olimpo.
3) Ultimo Tango a Parigi – Bernardo Bertolucci (1972)
Oltre a Francis Ford Coppola, nel 1972 ci fu però un altro regista interessato a lavorare con Marlon Brando. Si tratta di Bernardo Bertolucci che, dopo i no ad attori del calibro di Jean-Louis Trintignat, Alain Delon e Jean-Paul Belmondo, decide di realizzare un’opera anarchica che purtroppo, per questioni arcinote legate alla figura di Maria Schneider che non verranno trattate qui in quanto non la sede appropriata, ma che segnerà la storia del cinema italiano ed internazionale.
Ultimo Tango a Parigi venne candidato a due premi Oscar, due Golden Globes ed un BAFTA, ma fu anche pesantemente censurato, alzando un gran polverone. Il cinema resta cinema però e la potenza e rilevanza di un’opera come quella di Bernardo Bertolucci è semplicemente innegabile. Tra lui e Brando si instaurò un rapporto di amore ed odio – con quest’ultimo che si risentì per alcuni cenni autobiografici all’interno del film – decisivo per la buona riuscita della pellicola, dove Brando recita forse il ruolo più libero della sua intera carriera.
4) Un Tram che si chiama Desiderio – Elia Kazan (1951)
Nonostante il debutto ufficiale sia arrivato un anno prima, Un Tram che si chiama Desiderio è il film che lancia la carriera di Marlon Brando. Diretto da Elia Kazan, il film si aggiudicherà 4 premi Oscar su 12 candidature – tra cui la stessa nomination di Brando come miglior attore protagonista – un Golden Globes, un BAFTA, ma anche due premi premi alla 12esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: Gran premio della giuria e Coppa Volpi femminile.
Per quanto sia stata Vivien Leigh la star della pellicola e la più premiata, Marlon Brando rubò la scena a tanti suoi colleghi, riuscendo così a debuttare nel miglior modo possibile ed assicurandosi, tra l’altro, molte altre collaborazioni con lo stesso Elia Kazan. Nelle prime interpretazioni del primo Brando c’è tutta la voglia di sfondare, di affermarsi e di farlo anche con una certa strafottenza perché, per quanto fosse solo agli inizi, era evidente fin da subito la sicurezza nei propri mezzi che hanno contraddistinto successivamente la sua carriera.
5) Fronte del Porto – Elia Kazan (1954)
Se Un Tram che si chiama Desiderio lancia la sua carriera, le successive collaborazioni con Elia Kazan non fanno altro che far brillare, in men che non si dica, la stella di Marlon Brando che, nel 1954, recita in uno dei titoli più acclamati del regista greco naturalizzato statunitense, ovvero Fronte del Porto, che gli varrà il primo premio Oscar in carriera.
Di nomination agli Oscar, Fronte del Porto ne otterrà 12, riuscendo a trionfare in ben 8 categorie, riscrivendo così anche la storia degli Academy Awards. Se tre anni prima era comunque Vivien Leigh a giocare il ruolo principale, qui Marlon Brando diventa invece mattatore assoluto e, dopo soli 4 anni di carriera, egli dimostra la sua incredibile versatilità, approcciandosi ai ruoli sempre con una straordinaria naturalezza e sicurezza.
6) Pelle di Serpente – Sidney Lumet (1960)
A fine anni ’50, Marlon Brando è ormai una star di Hollywood ed uno degli attori più richiesti dell’industria americana. Nel 1960, piuttosto che adagiarsi sugli allori, egli dimostra di saper anche scegliere con attenzione i propri ruoli e decide di recitare in Pelle di Serpente, il nuovo film di un regista ancora giovane ma con alle spalle già un capolavoro assoluto come La Parola ai Giurati, ovvero Sidney Lumet.
Il film non otterrà candidature agli Oscar e verrà presentato in un contesto diverso dal solito, ovvero al Festival di San Sebastián, ma si tratta di una gemma assoluta dove Marlon Brando recita al fianco non solo di Joanne Woodward, ma anche della grandissima Anna Magnani. Oltre ad Elia Kazan dunque, Brando è parte integrante anche della crescita ed esplosione di un altro regista enorme come Sidney Lumet.
7) Viva Zapata! – Elia Kazan (1952)
A proposito di Elia Kazan, è impossibile non citare all’interno di questa classifica un’altra sua collaborazione con Marlon Brando. Il titolo in questione è Viva Zapata!, candidato a 5 premi Oscar ed vincendo sì il premio al miglior attore, ma a quello non protagonista con Anthony Quinn.
Poco male perché Marlon Brando verrà premiato con il Prix d’Interprétation Masculine a Cannes5, dove il film fu presentato in anteprima. Un’interpretazione eclettica, magnetica, dove Brando riesce a rubare la scena in ogni singola inquadratura ed il fatto che spesso i film in cui ha recitato abbiano portato non solo a molteplici riconoscimenti, ma soprattutto di natura attoriale, è anche la riprova di come – fino a questo momento – egli fosse in grado di collaborare e spronare anche i suoi stessi colleghi nella maniera migliore possibile.
8) Il Selvaggio – László Benedek (1953)
A proposito di ruoli iconici, questo era forse uno dei film più scontati da trovare all’interno di questa classifica. Il Selvaggio ha infatti regalato a Marlon Brando un ruolo a dir poco generazionale, che nel 1953 fece impazzire uomini e donne di tutto il mondo ma che ha saputo anche resistere alla prova del tempo, tanto da rendere la sua classica immagine in moto come una delle più note di tutta la storia del cinema.
Certo, László Benedek non può essere di certo messo sullo stesso piano degli altri autori presenti in questa lista, ma dirigere Il Selvaggio gli è bastato per divenire immortale e ricordato ancora oggi. Marlon Brando è qui l’assoluto protagonista di un film cucito intorno alla sua figura di macho, di uomo che non deve chiedere mai, ma che rivela poi un lato intimo, vulnerabile.
9) Queimada – Gillo Pontecorvo (1969)
Tutti sanno della sua collaborazione con Bernardo Bertolucci, pochi ricordano però che il primo regista italiano per cui Marlon Brando recitò, non fu l’autore di Ultimo Tango a Parigi. Nel 1969 infatti, egli recita in Queimada, diretto da Gillo Pontecorvo tre anni dopo il suo più grande capolavoro, La Battaglia di Algeri.
Con la fine degli anni ’60, iniziarono i veri problemi con la figura di Brando, che ebbe non pochi screzi con lo stesso Gillo Pontecorvo riguardo il modo in cui egli avrebbe dovuto interpretare il suo personaggio, il colonialismo e le varie tematiche politiche e sociali raccontate nel film. A livello mediatico, Queimada divise i giudizi, ma la sua importanza resta forte ancora oggi e la potenza con la quale veicola determinati messaggi è dovuta in gran parte all’interpretazione di Marlon Brando.
10) La Caccia – Arthur Penn (1966)
Appurare che un regista come Arthur Penn sia oggi praticamente dimenticato, fa male. Male perché si tratta di uno dei registi più importanti del cinema americano e degli anni ’60, che ha scritto una pagina importante di storia del cinema grazie ad opere del calibro di Gangster Story, Alice’s Restaurant e Il Piccolo Grande Uomo. In quanto tale, Marlon Brando non poteva non finire per essere da lui diretto.
Prima dei titoli sopracitati infatti, nel 1966, esce nelle sale La Caccia, un film finito purtroppo nel dimenticatoio ma che merita di essere scoperto ed apprezzato da tutti. Affiancato da attori eccezionali come Robert Redford, Robert Duvall e Jane Fonda, Marlon Brando si conferma e consacra qui come uno dei più grandi talenti della propria generazione, ma c’è un qualcosa nei suoi occhi, nel modo in cui recita, gesticola, perfino cammina che fa capire come si tratti di qualcosa di ancor più grande, dunque eterno.
11) Giulio Cesare – Joseph L. Mankiewicz (1953)
Per quanto egli abbia recitato in film di caratura mondiale per tutta la carriera ed attraverso i decenni, il periodo più florido nella carriera di Marlon Brando resta quello degli anni ’50. Nel 1953, subito dopo il successo ottenuto con Elia Kazan e la doppietta Un Tram che si chiama Desiderio–Viva Zapata!, egli si mette immediatamente in gioco recitando nel primo adattamento cinematografico del Giulio Cesare di William Shakespeare.
Diretto da Joseph L. Mankiewicz tre anni dopo l’incredibile successo di Eva contro Eva, Giulio Cesare venne candidato a 5 premi Oscar, aggiudicandosi quello per la miglior scenografia. Nel ruolo di Marco Antonio, Marlon Brando dà prova di un talento straordinario e di una consapevolezza nei propri mezzi disarmante, tanto da oscurare le interpretazioni dei suoi illustri colleghi.
12) La Contessa di Hong Kong – Charlie Chaplin (1967)
Se prima si citava Pelle di Serpente e la meraviglia nel vedere su grande schermo, insieme, Marlon Brando ed Anna Magnani, qualche anno più tardi l’attore statunitense mette su un’altra collaborazione incredibile. Per la regia di Charlie Chaplin, nel 1967 esce nelle sale La Contessa di Hong Kong, con protagonisti Brando e Sophia Loren. Leggere questi tre nomi insieme, nonostante siano passati quasi 60 anni, fa venire i brividi.
Recepito negativamente da pubblico e critica, La Contessa di Hong Kong è generalmente considerato un’opera minore all’interno della filmografia di Charlie Chaplin, ma sottovalutare il suo primo film a colori sarebbe un peccato capitale. Certo, non si tratta dei picchi artistici di Charlot o dei suoi interpreti, ma la maestria con cui è stato realizzato basta ed avanza per consigliarlo.