Cerca
Close this search box.

Rapina a Stoccolma: come finisce? La spiegazione del finale del film con Ethan Hawke

Rapina a Stoccolma è un film del 2018 con Ethan Hawke: segue il significato del finale.
Spiegazione finale film 2018 Rapina a Stoccolma.

Rapina a Stoccolma è un film che mescola i generi commedia e giallo risalente al 2018, diretto dal regista Robert Budreau e basato su eventi realmente accaduti durante una rapina svoltasi in una banca di Stoccolma nel 1973. Da qui ha avuto originale il famoso termine “sindrome di Stoccolma”, ossia quando gli ostaggi sviluppano un rapporto con il rispettivo o i rispettivi rapitori. A tal proposito, per il ruolo del protagonista è stato scelto il bravissimo Ethan Hawke, mentre per interpretare l’ostaggio (Bianca Lind) con la quale il rapinatore entra maggiormente in contatto si è optato per l’attrice Noomi Rapace. Ma come si è conclusa effettivamente questa rapina? Come finisce Rapina a Stoccolma? Di seguito la spiegazione del finale del film.

Come finisce Rapina a Stoccolma?

La situazione all’interno della banca si fa gradualmente più tesa fino ad obbligare Lars, il protagonista, a contrattare con la polizia mentre tiene ancora in ostaggio le persone. L’obiettivo del rapinatore è quello di ottenere un riscatto e una via di fuga, e nelle ultime scene il rapporto tra lui e Bianca si solidifica a tal punto da indurre Lars a relazionarsi a lei in modo empatico, con rispetto e gentilezza. Rapina a Stoccolma finisce con la polizia che interviene per porre fine allo stallo, irrompendo in banca in seguito alla serie di tentativi di negoziazione falliti. Lars e Gunnar vengono arrestati e gli ostaggi liberati, ma Bianca è ormai affetta dalla sindrome di Stoccolma e comprende il gesto di Lars: le ultime inquadrature mettono in evidenza il loro legame emotivo tramite un ultimo scambio di sguardi.

Rapina a Stoccolma: la spiegazione del finale

Il finale di Rapina a Stoccolma ha il semplice obiettivo di far comprendere agli spettatori come e quando è nato il fenomeno psicologico noto come sindrome di Stoccolma, ovvero quando gli ostaggi si affezionano ai loro rapitori. Si tratta di una profonda esplorazione della complessità umana, poiché viene sottolineata l’enorme quantità di possibilità che la mente ha per difendersi di fronte situazioni potenzialmente pericolose, o semplicemente quando si è sotto stress psicofisico.

Bianca empatizza con Lars, non ne ha paura e non lo odia, ma lo capisce: dunque, le dinamiche di potere talvolta portano a dei risulti emotivi davvero stravaganti. La sindrome di Stoccolma è infatti un metodo tramite il quale si evincono la vulnerabilità e la resistenza in quanto caratteristiche umane, mettendo al centro dei riflettori l’importanza dello sviluppo di relazioni basate su necessità emotive ramificate, anche e soprattutto quando ci si trova in contesti di violenza e coercizione.