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I migliori film con Tom Hanks: un volto cult per il grande cinema

Uno dei volti sicuramente più riconoscibili al grande pubblico, grazie soprattutto all’interpretazione di personaggi memorabili. Ma quali sono i migliori film con Tom Hanks?
I migliori film nella carriera di Tom Hanks

Uno degli attori statunitensi più acclamati di sempre, tanto dalla critica quanto dal grande pubblico, Tom Hanks è ormai da diverso tempo un volto noto e ricorrente per il grande cinema. Questo anche e soprattutto perché il suo nome viene spesso affiliato a quello di registi del calibro di Steven Spielberg, Ron Howard, Robert Zemeckis e molti altri. Ma quali sono i migliori film con Tom Hanks?

I migliori film con Tom Hanks

Nato nel 1956 a Concord, California, Thomas Jeffrey Hanks è sicuramente uno degli attori statunitensi più celebri e riconosciuti della sua generazione. Collaborando con grandi cineasti, che vanno da Spielberg a De Palma, passando per Ron Howard e Zemeckis, il 2 volte premio Oscar Tom Hanks in oltre 40 anni di carriera si è reso protagonista di film campioni d’incassi e di largo accoglimento nella critica, nonché di titoli indipendenti ed autoriali destinati maggiormente ad una nicchia di appassionati.

Che sia nel ruolo delle professore Robert Langdon nella saga de Il codice da Vinci, o come doppiatore per il personaggio di Woody nel franchise di Toy Story, senza dimenticare prove in piccoli grandi cult come Ladykillers dei fratelli Coen, Cloud Atlas o Cast Away, Tom Hanks nel corso dei decenni ha avuto le “mani in pasta” un po’ dappertutto, ma quali sono i migliori film della sua carriera?

L'erba del vicino Tom Hanks film

L’erba del vicino, di Joe Dante – 1989

Ottavo lavoro per il regista di Gremlins e L’ululato, il quale mette in scena una spassosa commedia nera che tende anche a giocare con lo spettatore attraverso le derive gialle derive e le sue dita tese a criticare perbenismo, voyeurismo e conformismo del “buon vicinato”.

In L’erba del vicino Tom Hanks, Bruce Dern e Carrie Fisher si aggiungono ad un gruppo di chiassosi personaggi che trainano un ottimo intrattenimento, per comicità delle gag e per narrazione, con il tutto messo in scena splendidamente da Joe Dante: montaggio intelligente e funzionale, frizzante colonna sonora di Jerry Goldsmith e movimenti di macchina a piacimento dell’autore.

Il falò delle vanità, di Brian De Palma – 1990

Solamente l’anno dopo Tom Hanks si ritrova a capitanare un cast di stelle, nel quale si contano nomi del calibro di Bruce Willis, Melanie Griffith, Morgan Freeman ed una Kirsten Dunst praticamente all’esordio, per il film tratto dall’omonimo romanzo di Tom Wolfe. Il falò delle vanità fu un grande flop alla sua uscita, per un titolo andato col tempo a scomparire sempre di più nonostante dietro ci sia un maestro come De Palma in veste di produttore e regista.

Commedia grottesca che stringe rapporti con il dramma e con il legal-thriller, il film è una feroce critica alla viziosa società statunitense che, tra lussuria ed avidità, tende a mantenere un marcio evergreen. Decisamente convincente la prova del cast tutto, con una sceneggiatura che incastra dialoghi incalzanti e che ringrazia soprattutto lo stile del regista di Carlito’s Way e Gli intoccabili.

Philadelphia, di Jonathan Demme – 1993

Nel 1993 inizia ufficialmente il periodo d’oro per Tom Hanks, che diventerà in poco tempo un vero e proprio mattatore onnipresente sul grande schermo. L’anno è infatti quello della sua prima vittoria del premio Oscar per il Miglior Attore Protagonista nella memorabile prova dell’attore in Philadelphia nei panni di Andrew Beckett, addirittura inserito al 49º posto nella lista dell’American Film Institute sui Migliori 100 Heroes and Villains.

Oltre alla sceneggiatura di Ron Nyswaner, l’importanza del film (una dei primi grandi film a trattare in maniera esplicita il tema dell’AIDS) viene restituito su schermo dal regista de Il silenzio degli innocenti sfruttando al meglio il comparto sonoro (Miglior Canzone a Bruce Springsteen per Streets of Philadelphia) e quello attoriale, contando anche la prova di Denzel Washington.

Forrest Gump, di Robert Zemeckis – 1994

Ma se l’attore nel 1993 conosce il definitivo affermarsi del suo talento anche e soprattutto in virtù della prestigiosa Statuetta, solamente l’anno seguente vestirà i panni di uno dei personaggi/film più iconici e popolari di sempre. Si tratta ovviamente di Forrest Gump, uno dei titoli più celebri della prestigiosa carriera di Rober Zemeckis, nel quale Tom Hanks sarà protagonista di una grande epopea nei panni del personaggio che dà titolo al film. Citazioni memorabili, successo nella stagione dei premi (arrivano 6 premi Oscar su 13 candidature) ed enorme accoglienza anche nel pubblico, inserito all’11º posto nella classifica dei 250 migliori film di sempre redatta dagli utenti di IMDb.

Salvate il soldato Ryan, di Steven Spielberg – 1998

Tempo qualche anno ed arriva una nuova statuetta per l’attore californiano, che con Salvate il soldato Ryan ottiene infatti il suo secondo premio Oscar per il Miglior Attore Protagonista. Ambientato durante la seconda guerra mondiale, in particolare nei giorni del D-Day, il titolo diretto da Steven Spielberg è considerato ancora oggi uno dei migliori war-movie di sempre, specialmente per quanto concerne la leggendaria sequenza dello Sbarco. Un film anch’esso mattatore di grandi premi, ben 5 Oscar su 11 candidature tra cui anche Miglior Regia e che segna la prima collaborazione tra Tom Hanks ed il maestro di Cincinnati.

Il miglio verde Tom Hanks film

Il miglio verde, di Frank Darabont – 1999

Sebbene l’iconico gigante buono di Michael Clarke Duncan nello struggente ruolo di John Coffey rubi di fatto l’intera scena, resta innegabile come Tom Hanks aggiunga il suo in questo emozionante titolo tratto dall’omonimo romanzo omonimo di Stephen King. Scritto e diretto da Frank Darabont (Le ali della libertà, The Mist), Il miglio verde è un altro film divenuto col tempo fortemente iconico e ricordato nel grande pubblico anche e soprattutto per dialoghi, citazioni e sequenze divenute ricorrenti. Un titolo che cerca (riuscendoci) di strappare lacrime allo spettatore nel raccontare una storia di (falsa) giustizia ed abbattendosi pesantemente sull’immorale ed inumana condanna alla pena di morte. La fotografia di David Tattersall e la colonna sonora di Thomas Newman fanno poi il resto.

Era mio padre, di Sam Mendes – 2002

Subito dopo il grande successo con la sua opera prima American Beauty, il regista britannico Sam Mendes realizza quello che probabilmente potrebbe essere considerato il suo miglior film. Gangster-movie che spinge soprattutto sull’intenso rapporto tra padri e figli, sulla strada verso la “Perdizione”, Era mio padre è basato sull’opera a fumetti di Max A. Collins e narra la storia di Mike, agente della malavita al soldo del boss John Rooney, il quale lo ha cresciuto come un figlio.

Il protagonista, che ha il volto appunto di Tom Hanks (in una delle sue migliori interpretazioni), si ritroverà a muovere guerra proprio verso quella stessa famiglia putativa, cercando la vendetta per la morte di sua moglie e di uno dei suoi figli. Allo stesso tempo dovrà proteggere il piccolo Peter, figlio sopravvissuto, dalla strada della Perdizione che lo ha inghiottito per tutto questo tempo. Una storia drammatica rappresentata su schermo da Mendes attraverso un immaginario emozionante sotto il profilo della costruzione della messa in scena, premio Oscar per la Miglior Fotografia, nonché quello del comparto sonoro, per il quale arrivarono altre 3 candidature soprattutto nel lavoro di Thomas Newman.

Prova a prendermi, di Steven Spielberg – 2002

Lo stesso anno, ma cambiando decisamente ruolo e genere, è quello di tornare a collaborare con Spielberg, sebbene regista di Prova a prendermi sarebbe dovuto essere inizialmente Gore Verbinski, già impegnato però sul set di La maledizione della prima luna. Affiancato da un DiCaprio in continua rampa di lancio, Tom Hanks è co-protagonista di questo adattamento dell’omonimo romanzo autobiografico di Frank Abagnale Jr., riscuotendo ancora una volta ampio successo tra pubblico e critica grazie ad una commedia che gode soprattutto di un ritmo sfrenato.

The Terminal, di Steven Spielberg – 2004

Ancora Tom Hanks, ancora Steven Spielberg, ancora un grande successo per un cult intramontabile tratto da una storia vera. Film d’apertura al 61° Festival del cinema di Venezia, The Terminal si ispira infatti alla storia vera del rifugiato iraniano Mehran Karimi Nasseri per raccontare una vera e propria avventura di un eroe tragicomico. Tra dramma e commedia il film viene infarcito di dialoghi memorabili, con il coinvolgimento di un cast “simpatico” nel vero senso della parola – tra Catherine Zeta-Jones, Stanley Tucci, Diego Luna, Barry Shabaka Henley, Kumar Pallana e Zoe Saldana – che fanno nascere storie sentimentali più che d’amore.

The Post, di Steven Spielberg – 2017

Non c’è 3 senza 4 evidentemente, con The Post che al momento rappresenterebbe l’ultimo grande film che vede Tom Hanks protagonista accompagnato da un’altra leggenda del cinema come Meryl Streep. 33° lungometraggio diretto dal prolifico cineasta, che narra la vicenda della pubblicazione nel 1971 dei c.d. Pentagon Papers, ovvero gli ormai celebri documenti top secret sul dipartimento della difesa degli Stati Uniti d’America.

Attraverso la sempre incisiva direzione di fotografia di Janusz Kamiński, si tratta di un importante film d’inchiesta che segna anche la 28a storica collaborazione tra Spielberg e John Williams, con The Post che ottenne le 2 candidature agli Oscar per Miglior film e per la Miglior attrice Meryl Streep.