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L’immaginario è un’esplosione di colori e buoni sentimenti

L’immaginario è un nuovo film d’animazione dello Studio Ponoc, diretto da Yoshiyuki Momose e presente sulla piattaforma di streaming Netflix: ma qual è il suo risultato?

Dopo aver debuttato nel mercato giapponese alla fine del 2023 e in anteprima all’Annecy International Animation Film Festival in Francia, L’immaginario (The Imaginary) arriva anche in Italia, direttamente attraverso la piattaforma di streaming di Netflix, in cui ha velocemente ottenuto un grande interesse da parte del pubblico. Il film, animato dallo Studio Ponoc – una costola dello Studio Ghibli – e diretto da Yoshiyuki Momose, che ha collaborato in diversi prodotti celebri nel campo dell’animazione, propone un ideale racconto per l’infanzia, calcando la mano sul tema dell’immaginazione che, negli ultimi anni, ha trovato terreno fertile al cinema. Ma con quali risultati? Di seguito, si indicano la trama e la recensione di L’immaginario.

La trama di L’immaginario, il film dello Studio Ponoc

Prima di procedere con la recensione di L’immaginario, il film dello Studio Ponoc diretto da Yoshiyuki Momose, vale la pena considerare innanzitutto la trama del film presente sulla piattaforma di streaming Netflix a partire dal 5 luglio 2024. Si racconta di Rudger, uno di quelli che vengono chiamati “amici immaginari”, che viene creato da Amanda 3 mesi, 3 settimane e 3 giorni prima l’inizio del racconto; nel corso del film si scoprirà qual è il motivo che determina la sua nascita ma, in ogni caso, i due vivono delle avventure straordinarie grazie all’immaginazione di lei, che crea degli scenari fantastici. Purtroppo, però, a causa di un’incidente la bambina rischia di dimenticarsi di Rudger, che finisce in un luogo dove tutte le immaginazioni si rifugiano per evitare di sparire.

La recensione di L’immaginario: tanti buoni sentimenti per un racconto (non sempre) per bambini

Non è banale, almeno sulla carta, il novero degli addetti ai lavori che hanno operato per un prodotto come L’immaginario, la cui uscita su Netflix è arrivata quasi in sordina ma che, allo stesso tempo, permette di riflettere anche abbastanza, a proposito dello stato attuale dell’animazione. Una tecnica che ormai è stata completamente sdoganata e per la quale ragionamenti del passato – che potevano essere legati ad una concezione di prodotti marginali o, ancora peggio, solo per bambini – appaiono completamente superati, anche grazie all’impegno di alcuni autori, come Charlie Kaufman che di recente si è impegnato nella scrittura di un film come Orion e il buio. Si diceva degli addetti ai lavori di L’immaginario: ad animare il film è lo Studio Ponoc, una sezione del ben più noto Studio Ghibli, mentre il regista del film, Yoshiyuki Momose, ha toccato con mano – collaborando direttamente alla loro creazione – film come La tomba delle lucciole, La città incantata e Principessa Mononoke. Insomma, la conoscenza della materia non manca e, in effetti, L’immaginario appare un film assolutamente maturo e consapevole, che muove da una base piuttosto fertile – il trattamento dell’immaginazione e degli amici immaginari – per creare un racconto sì destinato al pubblico infantile, ma non sempre legato solo, ed esclusivamente, a questo target.

Il Rudger presentato nel film ha la medesima importanza di un Bing Bong in Inside Out, per intendersi, e allo stesso modo viene trattato il tema dell’immaginazione: nel film della Pixar, quando sparisce definitivamente, l’amico immaginario di Riley non viene mai più menzionato, neanche da Gioia che riesce a salvarsi proprio grazie a lui, a dimostrazione di una nuova interpretazione della vita, che appare invece il timore più grande in L’immaginario. La consapevolezza con cui si tratteggiano i tanti mondi possibili – con le città che cambiano ogni giorno e con la biblioteca che “anima” gli amici immaginari raccontati – si scontra con la comprensione di un mondo labile, dettato proprio dall’opera di fantasia di bambini che potrebbero, da un momento all’altro, dimenticare i loro amici, nonostante abbiano vissuto con loro delle avventure straordinarie. E lo stesso villain del film, che di quelle fantasie si nutre tentando di cibarsi delle immaginazioni più “saporite”, incarna a pieno quel senso di esistenza che inesorabilmente frena, se non addirittura annientando, lo spirito potenzialmente intoccabile di un bambino. Un film per bambini, insomma, che sa parlare al pubblico infantile e che mostra tante luci, ancor più colori e buonissimi sentimenti, ma che non si sofferma ad un solo target, ampliando la sua sfera di interesse anche verso un discorso più maturo: in un certo senso, ciò costituisce anche il limite principale del film, che non riesce mai a spingersi oltre la tipologia di un racconto che – per sua natura – ha bisogno di essere infantile e che, in alcuni punti, si ritrova a metà tra il fanciullesco e l’adulto, non riuscendo a toccare mai perfettamente nessuno dei due mondi.

Benché non perfetto in tutti i momenti, nonostante una CGI piuttosto fluida che definisce la maggior parte dei momenti, L’immaginario è un film che spicca anche per la sua cura tecnica, soprattutto dato l’utilizzo di una colonna sonora che offre degli ottimi temi, ad esempio quello di 2001: Odissea nello spazio che viene rivisitato all’interno del film. Ciò che spicca maggiormente, però, è l’estremo lavoro di e con le emozioni che il lungometraggio riesce a rendere: a partire dal motto che impone di non piangere, poiché Amanda ha generato Rudge affinché fosse senza lacrime e per superare il dolore per la morte del padre, L’immaginario si propone di offrire un’idea di elaborazione del lutto, di crescita e – se vogliamo – anche di convivenza necessaria con il dolore, con la maturità di chi comprende che non è possibile, per sempre, sfuggire dallo stesso. Insomma, il film presente su Netflix è un’esplosione che farà emozionare i più piccoli e che renderà possibile una visione più che gradevole anche al pubblico adulto, con un potenziale immaginifico importante: l’animazione, passo dopo passo, è sempre più parte del nostro mondo.

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L'immaginario
L’immaginario

L'immaginario è un film d'animazione dello Studio Ponoc, presente su Netflix, che vede la regia di Yoshiyuki Momose.

Voto del redattore:

7 / 10

Data di rilascio:

05/07/2024

Regia:

Yoshiyuki Momose

Cast:

Kokoro Terada, Rio Suzuki, Sakura Ando, Riisa Naka, Takayuki Yamada, Atsuko Takahata

Genere:

Fantasy, drammatico

PRO

I buonissimi sentimenti del film e i temi trattati
Il lavoro dello Studio Ponoc
La colonna sonora del film e la cura tecnica
Alcune sequenze non sono perfette dal punto di vista tecnico
Il target non sempre chiaro del film