La recensione di Svaniti nella Notte, il nuovo prodotto Netflix italiano diretto da Renato De Maria e con protagonista assoluto Riccardo Scamarcio. Prodotto da Picomedia e tratto da I Segreti del Settimo Piano – film argentino del 2013 diretto da Patxi Amezcua – il film è disponibile sulla piattaforma streaming dall’11 luglio 2024. A seguire, trama e recensione di Svaniti nella Notte.
La trama di Svaniti nella Notte, disponibile su Netflix
Prima di passare alla recensione del film, segue la trama di Svaniti nella Notte, diretto da Renato De Maria:
Elena (Annabelle Wallis) e Pietro (Riccardo Scamarcio) stanno divorziando ed entrambi vorrebbero l’affidamento dei figli Bianca e Giovanni. Lei è una psichiatra americana che si è trasferita in Puglia per amore, lui ha invece un passato travagliato ed un sogno, ovvero restaurare una vecchia masseria. Una sera è lui ad occuparsi dei bambini ma, dopo averli messi a letto ed aver visto la partita in tv, andando a controllare se stessero dormendo, si accorge che sono spariti. Chiama la moglie, poi riceve una telefonata da uomini che dicono di averli rapiti e che chiedono 150 mila euro di riscatto entro 36 ore.
Decidono così di chiederli in prestito a Nicola (Massimiliano Gallo), un amico di vecchia data, con cui Pietro ha tagliato i ponti da quando si è dato al traffico di stupefacenti. Egli è disposto ad aiutarli, ma chiede in cambio che Pietro gli faccia un favore. Inizia così una corsa contro il tempo con un finale sorprendente. Almeno secondo l’idea iniziale.
La recensione di Svaniti nella Notte, diretto da Renato De Maria
È vero: spesso, quando gli italiani parlano di cinema italiano, sembra sempre siano più severi, arrabbiati, critici a priori contro tutto e tutti. Alle volte ciò rispecchia la realtà eppure sembra che, con alcuni prodotti, essere attaccati sia l’unico vero scopo. Anche perché Svaniti nella Notte– il nuovo film Netflix made in Italy diretto da Renato De Maria – uno scopo non sembra averlo, sopraffatto dalla confusione che ha portato, forse inevitabilmente, ad un nulla di fatto.
Gli originali Netflix dovrebbero essere occasione di rilancio per il nostro cinema, ma niente. Ecco allora quale potrebbe essere davvero uno dei problemi fondamentali: Netflix stesso. Sì perché il famoso detto “Netflix and Chill” sembra aver totalmente lobotomizzato uno spettatore che non sa neanche ciò che vuole vedere e che si lascia guidare dallo spaventoso algoritmo – come direbbe Nanni Moretti in Il Sol dell’Avvenire – che però ha come obiettivo tutto tranne che cibare il pubblico con arte e progetti d’interesse.
Svaniti nella Notte è un film potenzialmente per ogni tipo di pubblico, dal cinefilo al casual, dalla famiglia alla coppia, ma che finisce per non essere adatto a nessuno per quanto blando, sciapo, che non è né carne né pesce, che promette e non mantiene, che dovrebbe tenere lo spettatore costantemente con il fiato sospeso ma che è invece totalmente privo di suspense, che aspira ad essere appetibile anche da un pubblico internazionale e che però cade nei soliti cliché non solo del genere, ma anche riguardanti l’Italia stessa. E se a questo fattore Netflix si aggiunge il fatto che il cinema, inteso come struttura, come troupe ed addetti ai lavori, è totalmente assente – manca la regia, manca il montaggio, manca la sceneggiatura, manca la fotografia. O meglio, in ogni frame se ne possono notare gli enormi, giganteschi problemi – ecco allora che svanire nella notte non diventa più un problema ma una soluzione. Per chi guarda.
