Articolo pubblicato il 13 Luglio 2024 da Vittorio Pigini
Il nuovo film horror Immaculate – La prescelta, diretto da Michael Mohan e con protagonista Sydney Sweeney, ha una sequenza conclusiva di forte impatto che si presterebbe ad interpretazioni, soprattutto per la sua assenza di linee di dialogo dove a parlare sono esclusivamente le immagini. Ma come finisce Immaculate – La prescelta di Micael Mohan?
Come finisce Immaculate – La prescelta? Le ultime scene del film
Nell’atto conclusivo del film il personaggio di Cecilia, ormai in procinto di partorire, si presta all’ultimo tentativo di fuga dal convento. Nell’ultima lotta per la sopravvivenza, la ragazza riesce ad uccidere sia la Madre Superiora con un crocifisso sia il cardinale Merola interpretato da Giorgio Colangeli, prima di giungere nel laboratorio di Padre Tedeschi nel tentativo di dargli fuoco per distruggere la sua malata operazione. Quest’ultimo arriva per fermare Cecilia, la quale riesce non solo ad incendiare con successo il laboratorio, ma riesce anche a sfuggire dalle grinfie del mad-doctor attraverso le catacombe sotto il convento.
Qui prende il via un inseguimento nell’oscuro ed asfissiante labirinto fino alla resa dei conti, nella quale Padre Tedeschi inizialmente predomina nello scontro ed arrivando vicino ad aprire lo stomaco della ragazza per poter far uscire il Salvatore. Cecilia, tuttavia, riesce ad uccidere il suo aggressore proprio con la sacra reliquia del convento, uscendo dolorante dalle catacombe ed iniziando a partorire con dolore in un unico piano sequenza. Dopo aver spezzato con i denti il cordone ombelicale e successivamente la nascita della creatura, che sebbene venga lasciata fuori fuoco se ne percepisce i versi anormali e simil animaleschi, Cecilia prende una grande pietra per uccidere con violenza il neonato.
La spiegazione del finale di Immaculate – La prescelta
Una sequenza finale sicuramente ad effetto, non solo per la mirabile scelta artistica di mostrare il parto e seguito in un unico piano sequenza, non solo per la prova di sofferenza sprigionata da Sydney Sweeney, ma anche per il valore delle immagini. Immaculate – La prescelta, al di fuori dei canoni più prettamente orroroifici dove il genere viene sviscerato in un intrattenimento mutaforma, si presenta dall’inizio alla fine come simbolo di emancipazione femminile che passa soprattutto attraverso le dogmatiche istituzioni religiose.
Cecilia viene costretta con la forza a portare in grembo il “Salvatore”, come unico ed esclusivo mezzo d’incubazione in nome della fede, fino a quando decide di dire basta, a mali estremi estremi rimedi. Per “vivere” libera la protagonista si spinge ad uccidere, non solo appunto i propri aguzzini, ma anche quell’innocente creatura portata in grembo. La sequenza finale è ovviamente simbolica ed emblematica nel rappresentare tutta la determinazione della protagonista nel voler e dover decidere del proprio corpo, di essere o meno madre di un bambino/a, strizzando prepotentemente l’occhio alla fattispecie dell’aborto in contrasto specialmente con i dogmi religiosi.
Nonostante l’evento dell’inaspettata gravidanza tenderebbe ad avvicinarsi anche al tema dell’inseminazione artificiale, il mistero e il soprannaturale legato al fatto che Cecilia sia rimasta incinta da vergine priverebbe dall’analisi del racconto effetti e modalità della pre-gravidanza. Non importa come questa sia arrivata, occorre arrivare a decidere come portarla a termine, in un modo o nell’altro, ed eventualmente metterci una pietra sopra senza mettere da parte tutto il dolore e la sofferenza specialmente morale che ne seguirebbe.