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Recensione – X-Men 2: il grande sequel di Bryan Singer

X-Men 2 riprende le tematiche del predecessore e le espande superando tutti i limiti.
X-Men 2: la recensione del film di Bryan Singer

Dopo lo straordinario successo di Spider-Man, non sorprende che la 20th Century Fox abbia spinto ancora di più per la realizzazione di X-Men 2, il sequel di X-Men che ebbe già un ottimo riscontro di pubblico. Il secondo capitolo, che vede il ritorno di Bryan Singer alla regia, esplora nuove strade.

La trama di X-Men 2

Ispirato alla graphic novel Dio Ama, L’Uomo Uccide scritta da Chris Claremont, X-Men 2 è ambientato pochi mesi dopo gli eventi del primo film. Il cinecomic Marvel infatti presenta la seguente trama:

Un mutante attacca la Casa Bianca, riuscendo quasi ad uccidere il presidente degli Stati Uniti. La cosa causa numerose tensioni nel mondo ed una guerra tra umani e mutanti rischia di scoppiare. Il professor Charles Xavier indaga insieme ai suoi X-Men, mentre Magneto è ancora rinchiuso in una prigione di plastica. Dietro l’attacco del mutante, identificato come Nightcrawler, si nasconde una cospirazione guidata da William Stryker, un militare guerrafondaio che sembra avere dei legami molto stretti con il passato di Wolverine.

Recensione - X-Men 2: il grande sequel di Bryan Singer

La recensione di X-Men 2

L’attentato alle Torri Gemelle realizzato l’11 settembre 2001 influenzò fortemente la percezione americana del mondo esterno e dei conflitti, tanto che parte dei reshoot di Spider-Man vennero fatti proprio per trasmettere più unione e speranza dopo gli attacchi. A differenza delle modifiche in corsa del film di Sam Raimi, il tragico evento colpisce fortemente X-Men 2 fin dalla prima stesura. L’attacco alla Casa Bianca da parte di Nightcrawler è la rappresentazione visiva di una delle più grandi paure dei cittadini americani dopo l’attentato: cosa succederebbe se anche solo una persona straniera, appartenente ad una cultura con cui gli americani non hanno mai fatto davvero pace (in questo caso un mutante), riuscisse a penetrare le difese dell’uomo che guida l’intero continente, mettendo in ginocchio una nazione in nome della supremazia? Eppure non è questo pensiero ciò che fa più paura, bensì la reazione degli Stati Uniti. Chiunque dovrebbe capire che un attacco violento non rispecchia una comunità, ma solamente il pensiero estremista di un gruppo separato, eppure il governo, subito dopo l’attacco, estende questa paura a tutti i mutanti, non facendosi scrupoli ad approvare un ordine che permette l’insurrezione in una scuola abitata da bambini e ragazzi. Singer vuole evidenziare che la paura per il diverso può vincere e far fare cose terribili attraverso la chiusura mentale di non riuscire a guardare oltre l’apparenza.

L’assalto alla scuola del professor Charles Xavier è infatti il manifesto della paura più grande, ovvero l’idea che qualcuno possa introdursi nelle proprie case e fare del male alle persone care, violando la libertà ed i diritti umani. Se però questa paura vede le azioni realizzate dai terroristi islamici, nel cinecomic di Bryan Singer sono gli stessi americani a compierle, non avendo nessun rimorso nell’aggredire e rapire bambini che abitano nel loro stesso paese. L’isteria americana dettata dal terrore di una possibile invasione viene manifestata quindi con attacchi reazionari, alimentati da un razzismo molto potente che mette in pericolo innocenti. La denuncia di Brian Synger vuole toccare il lato oscuro dell’America che trova le principali soluzioni nell’oppressione e nella guerra, anche perché il film viene realizzato nel periodo in cui il presidente George W. Bush da’ il via agli scontri in Iraq, permettendo la morte di numerosi civili attraverso la giustificazione della lotta contro il terrorismo. L’elemento ancora più inquietante è il fatto che l’attentato alla Casa Bianca sia stato realizzato da un politico americano per avere totale libertà sulle azioni anti-mutanti, mostrando come spesso i dissidi interni siano favoriti da persone senza scrupoli che ne approfittano per accrescere la loro influenza ed il loro potere.

X-Men 2: la recensione del cinecomic di Bryan Singer

I villain di X-Men 2

William Stryker è l’uomo che tira i fili, preparando un piano per lo sterminio dei mutanti che non ha un fine diverso da quello che i nazisti facevano con gli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Nonostante l’odio per i mutanti, Stryker utilizza questi ultimi per fare i lavori più difficili, come la povera Lady Deathstrike, costretta ad assalire le persone dopo essere diventata un burattino senz’anima contro la sua volontà. La manipolazione di Stryker è un’intelligente simbologia dello schiavismo americano, con gli emarginati che diventano oggetti al fine degli uomini privilegiati che mettono i cittadini gli uni contro gli altri. Eppure Singer non evita di sottolineare che l’odio di Stryker è nato dopo la morte di sua moglie dovuta ad un crollo mentale causato dalla rabbia del figlio mutante, quest’ultimo lobotomizzato in seguito dallo stesso Stryker. Le azioni di odio contaminano i più giovani: Stryker trasforma il figlio mutante in un’arma letale contro i mutanti stessi, mentre Magneto, da sempre un estremista convinto nella supremazia dei mutanti, convince Pyro di essere migliore di tutti gli altri umani dopo che quest’ultimo, da sempre impulsivo, è stato testimone di ondate di odio nei suoi confronti e vede in Magneto qualcuno che possa finalmente capirlo.

L’odio tuttavia non è un nemico che viene soltanto dai leader che rappresentano un pensiero comune, ma nasce nelle pareti delle proprie case. Infatti quando i genitori di Bobby scoprono che il loro figlio è un mutante rimangono sconvolti, tirando fuori evidenti pensieri conservatori e trattando Bobby come se fosse malato. Ancora più struggente è vedere Ronny, il fratello minore di Bobby, che chiama la polizia, percependo suo fratello come se fosse un estraneo soltanto per aver rivelato il suo vero essere. Ronny è un altro giovane frutto contaminato da un pensiero che diffonde pregiudizio ed odio, divenendo simbolo di una nuova generazione che rischia di essere spinta verso convinzioni disdicevoli. La scena in cui Bobby rivela i suoi poteri per venire poi respinto è un chiaro riferimento agli adolescenti che confessano la propria omosessualità, venendo allontanati come dei mostri. Tutto ciò espande la straordinaria simbologia degli X-Men, i quali sono ormai i rappresentanti di tutti gli emarginati che sono oppressi per il colore della loro pelle e per l’orientamento sessuale, denunciando un’America sempre più distaccata dall’empatia. Straordinaria è un’altra scena in cui Nightcrawler chiede a Mystica perché non utilizza i suoi poteri di mutaforma per assumere un’identità estranea che possa uniformarsi e lei si limita semplicemente a pronunciare la frase “Non sarebbe giusto“. Con un solo dialogo l’autore riesce ad esprimere concetti filosofici universali in cui tutti gli esseri umani devono sempre ambire alla propria libertà individuale, manifestando il loro vero essere senza avere timore degli altri, perché semplicemente sarebbe contronatura sopprimere sé stessi per accontentare una società chiusa.

X-Men 2: la recensione del sequel di Bryan Singer

La fede di X-Men 2

Gli X-Men sono mostrati come personaggi dispersi in un mondo che li caccia come se fossero degli animali, mentre la loro rabbia rischia di diventare sempre più forte. I risentimenti dei mutanti non sono diversi da quelli degli umani, essendo spesso sul mirino di tante persone cariche di odio. Tuttavia, in un paese sempre più reazionario, Singer invita a non lasciarsi andare dalla rabbia, perché altrimenti non si è diversi dagli stessi nemici che continuano a puntare le armi contro vittime innocenti, né da Magneto che diventa un’estremista in nome della supremazia mutante. L’autore infatti rende i suoi personaggi dubbiosi ma carichi di speranza, nella possibilità che prima o poi il mondo possa rendersi conto che combattere tra culture è inutile. Il desiderio di Xavier è visto da molti come un idealismo, ma Singer crede che attraverso queste basi si possa costruire una realtà concreta, perché come i mutanti sono in continua evoluzione, allora forse lo potrà essere anche lo stesso pensiero umano. La stessa evoluzione è rappresentata dal già citato Nightcrawler, un essere apparentemente deforme che tuttavia è religioso, credendo negli insegnamenti di uguaglianza e di onestà impartiti da Gesù nella Bibbia. La fede espressa nel lungometraggio non è un pensiero conservatore dovuto ad una sola religione, ma la speranza che si possa ottenere un mondo migliore credendo negli uomini, così come Tempesta comincia ad avere maggiore fiducia in nuove persone che incontra sul suo cammino, sperando che siano tutte a favore di un bene comune.

Questa speranza si manifesta anche nel personaggio di Wolverine, il quale è spesso tormentato dall’idea di non riuscire mai a conoscere il proprio passato, decidendo spesso di separarsi dalla squadra, la quale dovrebbe essere compatta ed unita, per inseguire un uomo come Stryker che è l’unico a conoscere le origini del mutante artigliato. Eppure, man mano che il film prosegue, Logan affronta sempre più paure e incertezze per capire quanto sia importante quello che ha già e quello che può dare salvando gli studenti della scuola, piuttosto che rimanere ancorato ad un passato che, seppur sconosciuto, sempre passato rimane, diversamente dal futuro che accoglie non solo i giovani, ma tutta l’umanità. Anche Wolverine si evolve in favore di una nuova generazione che verrà. La cosa ancora più straordinaria è che tutti questi importanti concetti sono accompagnati da scene d’azione realistiche ed eleganti, le quali aumentano la tensione in modo eccellente (come nel controverso scontro con la polizia).

X-Men 2: la recensione del film Marvel di Bryan Singer

Il coraggio politico di X-Men 2 arriva in un momento pieno d’incertezze per schierarsi contro un’America carica di odio e risentimento, rendendo il cinecomic Marvel non soltanto un’eccellente opera d’intrattenimento carica di grande spettacolo, ma anche uno dei blockbuster più significativi del cinema contemporaneo che conferma definitivamente la figura del supereroe come manifestazione dei diritti di ugualianza.

4,0
Rated 4,0 out of 5
4,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
X-Men 2: la recensione del capolavoro di Bryan Singer
X-Men 2
X-Men 2

Dopo l'attacco di un mutante alla Casa Bianca, gli X-Men devono prepararsi al possibile inizio di una guerra causata da un complotto contro i mutanti.

Voto del redattore:

10 / 10

Data di rilascio:

02/05/2003

Regia:

Bryan Singer

Cast:

Hugh Jackman, Patrick Stewart, Halle Berry, Famke Janssen, Brian Cox, Anna Paquin, Ian McKellen, Alan Cumming, Kelly Hu, Shawn Ashmore, Rebecca Romijn

Genere:

Supereroistico, azione, fantascienza, drammatico

PRO

L’ottima regia di Bryan Singer
Le eccellenti interpretazioni del cast
L’impronta politica che denuncia l’America reazionaria
Le scene realistiche che simboleggiano l’omosessualità
Nessuno