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L’ultima vendetta: come finisce? La spiegazione del finale del film con Liam Neeson

L’attore premio Oscar Liam Neeson è tornato per un nuovo revenge movie, stavolta diretto da Robert Lorenz: ma qual è il significato del suo finale?
La spiegazione del finale de L'ultima vendetta, con Liam Neeson e diretto da Robert Lorenz

La pellicola diretta da Robert Lorenz si è dimostrata quello che sembrava essere (qui trovate la recensione), cioè l’ennesima “avventura” in cui il personaggio interpretato da Liam Neeson, tormentato e insoddisfatto, diventa emblema del Far West, in cui tutto si risolve mediante l’azione privata, al di fuori della legge. Il contesto storico dell’IRA non aiuta ad aggiungere nulla al già di partenza scialbo soggetto, anzi, a conti fatti si dimostra un’occasione persa. Ma come finisce L’ultima vendetta? Di seguito la spiegazione del finale del film, presentato in anteprima mondiale al Festival di Venezia 2023.

L’ultima vendetta, il finale del film di Robert Lorenz

ATTENZIONE!!! SPOILER!!!!

Dopo aver seppellito Doireann McCann nella stessa buca in cui è stato sepolto suo fratello, Finbar è pronto ad andarsene definitivamente dal paese, consapevole che i membri dell’IRA gli darebbero la caccia. Nel dare l’addio alla sua amata vicina Rita, l’uomo intende restituire il libro sulle piante che lei stessa le aveva regalato per il suo orto, ma la donna glielo rimette nella borsa, cosicché possa portarselo dietro. Nel frattempo, Vincent osserva il cartello di benvenuto finalmente aggiustato e nel voltarsi trova un pacco incartato all’interno della sua volante; il regalo altro non è che il romanzo Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij, il poliziotto si siede sul sedile ed inizia a leggerlo. Il mittente non può che essere lo stesso Finbar, ormai partito per sempre, portandosi dietro i risparmi accumulati dalla sua lunga attività di sicario.

L’ultima vendetta, la spiegazione del finale del film con Liam Neeson

Per un prodotto banale come questo, il suo finale non poteva essere altrimenti: il protagonista è impossibilitato a costruirsi una vita normale, poiché gli errori del passato sono talmente pesanti da non permettere una totale redenzione. Così è necessario lasciare alle spalle la propria terra e i propri affetti, in quanto avvelenati dal sangue e dalle continue faide fratricide; un finale agrodolce, che dovrebbe lasciare spazio ai rimpianti e ai rimorsi per aver intrapreso una strada senza uscita, ma lasciando da parte l’aspetto teorico, non si scava nel profondo in modo da stimolare una riflessione efficace e stimolante. Un compitino portato a casa in maniera del tutto insoddisfacente, se non altro perché non si percepisce per nulla un effettivo pentimento o quantomeno un senso d’inquietudine dovuto alle conseguenze degli eventi, è solamente il ricorrere ad un canovaccio narrativo, ben oltre i limiti dell’abusato.