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Recensione – X-Men: Le Origini – Wolverine: lo spin-off di Gavin Hood

X-Men: Le Origini – Wolverine è il primo film stand alone dedicato al personaggio di Logan prima del suo incontro con gli X-Men.
X-Men: Le Origini - Wolverine: la recensione del cinecomic Marvel

Dopo la conclusione di X-Men: Conflitto Finale, la 20th Century Fox mette in cantiere l’idea di realizzare lungometraggi dedicati a singoli personaggi della saga, raccontando le loro origini. Così, iniziando dal personaggio più popolare, nasce il film X-Men – Le Origini: Wolverine che vede alla regia Gavin Hood.

La trama di X-Men: Le Origini – Wolverine

Ispirato alla serie a fumetti Wolverine: Origini scritta da Bill Jemas, Joe Quesada e Paul Jenkins, X-Men – Le Origini: Wolverine è non solo il primo spin-off della saga, ma anche il primo capitolo della trilogia dedicata al personaggio di Hugh Jackman. Si tratta dell’unico film dedicato a Wolverine ad essere un prequel della saga principale (è ambientato 17 anni prima del primo capitolo) ed infatti presenta la seguente trama:

Nel 1845, James Howlett fugge dalla sua casa dopo l’assassinio di suo padre e dopo aver scoperto di essere un mutante. Nella fuga, James porta con te suo fratello maggiore Victor, anche lui un mutante. I due crescono insieme e, grazie al loro invecchiamento rallentato dai poteri, diventano soldati di numerosi conflitti, arrivando fino alla guerra del Vietnam. Dopo essere imprigionati dagli stessi americani che hanno paura dei loro poteri, entrambi vengono reclutati in una squadra di mutanti capitanata da William Stryker. Durante una missione in Nigeria, James si stufa dell’inutile violenza applicata dal gruppo e decide di andarsene, separandosi anche da Victor che è divenuto sempre più aggressivo. Nel 1979 James, che ha cambiato il suo nome in Logan, lavora come boscaiolo e vive con Kayla Silverfox, la donna di cui è innamorato. Tuttavia, quando Victor appare di nuovo, Logan è costretto a riutilizzare gli artigli, vivendo vicende che lo trasformeranno definitivamente nel famoso Wolverine.

Recensione - X-Men: Le Origini - Wolverine: lo spin-off di Gavin Hood

La recensione di X-Men: Le Origini – Wolverine

Il film presenta alcune sequenze ben girate, come la scena d’azione in cui Wade Wilson combatte contro i soldati, oppure il momento in cui Wolverine subisce l’iniezione dell’adamantio. Inoltre va ricordato il prologo in cui si vedono Logan e Victor lottare dalla guerra di Seccessione alla guerra in Vietnam, il quale riesce a riassumere le differenze tra i due personaggi in modo diretto ed efficace e fornisce anche un forte fascino generato dalle varie epoche storiche con il cambiamento dei costumi e delle scenografie. Purtroppo la maggior parte delle scene d’azione presenti nel film soffre di una messinscena molto discutibile che è accompagnata da un montaggio fastidioso: gli scatti della telecamera appaiono incontrollabili, i frame vengono velocizzati creando artificiosità e molte inquadrature appaiono molto brevi, generando confusione. Inoltre la CGI non è all’altezza dei precedenti film degli X-Men, soprattutto un momento in cui Wolverine tira fuori gli artigli di adamantio, i quali sembrano essere usciti da un cartone animato, creando una delle peggiori scene che si siano viste in un blockbuster degli anni 2000. Da lodare invece il make-up di Blob, uno dei migliori che si siano visti nella saga dei mutanti.

L’inizio del film, mostrato dopo il prologo con Logan e Victor che vivono le varie epoche storiche, è molto promettente. La presentazione della squadra di muntati è gestita molto bene, così come la spietatezza di William Stryker, mostrato come un uomo patriottico che promette di servire il bene degli Stati Uniti e che invece causa stermini e sofferenze nei villaggi più poveri soltanto per ottenere quello che cerca. Vedere Wolverine che rifiuta di servire un governo americano perché odia la violenza gratuita e la manifestazione di un potere che diffonde maggior odio è un’idea molto bella. La stessa cosa vale per il rapporto tra lui e la sua fidanzata (interpretata da una Lynn Collins monoespressiva), la quale è la persona che permette a Logan di trovare la pace, dimostrandogli che nella sua vita non è destinato ad essere soltanto un guerriero feroce che deve uccidere tutti i nemici che gli si trovano di fronte. Tuttavia, nel momento in cui Logan viene privato della sua pace, iniziando la sua vendetta contro Victor, il film prende una strada molto confusa, a cominciare dallo sviluppo di tutti i personaggi presenti.

X-Men: Le Origini -  Wolverine: la recensione del prequel

I personaggi di X-Men: Le Origini – Wolverine

Nonostante la buona presentazione di William Stryker, il villain perde forza dal momento in cui fornisce a Wolverine l’adamantio, poiché il suo piano non ha alcun senso: fornisce a Wolverine le armi per diventare il mutante più pericoloso di sempre, però subito dopo cerca di ucciderlo. Anche se l’esperimento di Wolverine è una preparazione per realizzare un’arma più grande, l’espediente con cui viene utilizzato non è credibile e fa sembrare il militare impreparato ed incoerente con sé stesso. Inoltre la crociata di Stryker contro i mutanti, la quale si collega agli eventi di X-Men 2, non viene approfondita e l’occasione per raccontare le sue tragiche origini che lo hanno portato a diventare un razzista sono state completamente sprecate. Anche se l’obiettivo del film è raccontare le vicende di Wolverine, non è accettabile inserire dei mutanti deportati come nei campi di concentramento per poi non affrontare mai i conflitti sociali e la descriminazione che i ragazzi sono costretti a subire. Tra le varie sperimentazioni di Stryker, è impietoso il modo in cui è stato trattato Deadpool, ridotto ad un ammasso di carne che non può parlare. Il personaggio, mostrato inizialmente come il classico mercenario chiacchierone che non sa tenersi dentro i suoi pensieri, viene privato di tutta la sua personalità nel momento in cui ottiene i poteri grazie all’assurda decisione di cucirgli la bocca, segnando uno dei cambiamenti più inspiegabili che siano mai stati fatti in una trasposizione.

Anche Gambit non sfugge all’ignobile caratterizzazione del film, venendo raffigurato come un perfetto idiota: infatti è emblematica la scena in cui ritiene Wolverine un alleato di Victor e, subito dopo, attacca Wolverine nel momento in cui quest’ultimo sta combattendo contro Victor stesso. A tal proposito, il rapporto tra Victor e Logan appare molto confusionario, dal momento che non si capisce perché il villain cominci ad odiare Wolverine, evitando l’inserimento di dialoghi che evidenzino per bene la rabbia di essere stato abbandonato o l’invidia nei suoi confronti, elementi che sarebbero potuti essere interessanti e che invece non vengono mai sfruttati a dovere a causa dell’eccessiva precedenza data all’azione. Questi problemi sono ancora più un peccato se si pensa che la performance di Liev Schreiber è perfetta, facendo avvertire l’ennesimo spreco presente nel film. La ciliegina sulla torta è lo stesso Wolverine, che perde la sua ambiguità tra bestia e uomo per trasformarlo in un banale personaggio in cerca di vendetta. La scena in cui incontra i due anziani, i quali si dimostrano essere delle persone buone in un mondo in cui sembra esserci solo sofferenza, è anche ben strutturata, ma le vicende successive non si ricollegheranno più ai due personaggi e all’impatto che hanno avuto su Logan, rendendo nulli il pathos e la sofferenza del mutante. La solitudine del personaggio viene affrontata soltanto negli ultimi minuti del finale, il quale appare tremendamente forzato per collegarsi ai film successivi senza il giusto contesto.

X-Men: Le Origini - Wolverine: la recensione del film Marvel

Nonostante il buon soggetto e la sempre eccellente interpretazione di Hugh Jackman, lo sviluppo di X-Men – Le Origini: Wolverine lascia molto a desiderare, soprattutto per la pessima gestione dei personaggi, rovinati ancora di più da espedienti di trama che non tornano. Inoltre la confezione non appare soddisfacente nemmeno sul versante visivo, avendo una regia goffa e non all’altezza, rendendo il film il peggior capitolo della saga degli X-Men ed uno dei peggiori cinecomic mai realizzati.

1,0
Rated 1,0 out of 5
1,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
X-Men: Le Origini - Wolverine: la recensione del prequel
Recensione - X-Men: Le Origini - Wolverine: lo spin-off di Gavin Hood
Recensione – X-Men: Le Origini – Wolverine: lo spin-off di Gavin Hood

Logan, soprannominato Wolverine, prepara la vendetta contro suo fratello Victor dopo che il suo passato torna a tormentarlo.

Voto del redattore:

4.5 / 10

Data di rilascio:

01/05/2009

Regia:

Gavin Hood

Cast:

Hugh Jackman, Liev Schreiber, Lynn Collins, Ryan Reynolds, Danny Huston, Taylor Kitsch, Daniel Henney, Tim Pocock

Genere:

Supereroistico, azione, fantascienza, drammatico

PRO

Le grandi interpretazioni di Hugh Jackman e Liev Schreiber
Il prologo
Le scene in Nigeria
Alcuni cameo degli X-Men
La brutta regia di Gavin Hood
La pessima caratterizzazione dei personaggi
Lo sviluppo della storia incoerente
Gli effetti visivi scadenti