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I film con titoli tradotti male

Una lista dei film stranieri con titoli tradotti male in italiano: ma quali sono?
Di seguito una selezione di film con titoli tradotti male dalla lingua straniera all'italiano

Quante volte vi sarà capitato di trovare un film dal titolo un po’ strambo o imbarazzante che vi ha fatto passare la voglia di guardarlo, per poi scoprire semplicemente che è stato tradotto male dall’originale e che non ha niente a che fare con la trama. Segue una selezione di film con titoli tradotti male, riportati in ordine cronologico crescente da più datato al più recente.

La parola ai giurati (1957), di Sidney Lumet

Il film che apre la selezione dei film con titoli tradotti male è La parola ai giurati, che nell’originale figura come 12 Angry Men che immortala il momento successivo di esposizione dell’avvocato di difesa e di accusa di un processo, in cui i dodici giurati si ritrovano in una stanza per decretare il verdetto sull’innocenza o colpevolezza di un giovane ragazzo di origini americane-spagnole per l’omicidio del padre, che diventa un circolo vizioso di pregiudizi, non solo nei confronti dell’accusato, ma anche reciproci. Mentre nel titolo originale – letteralmente “12 uomini arrabbiati” – si riesce a trasmettere l’ambivalenza espressa dalla rabbia, sia che nasce dal confronto per prendere una decisione sull’accusato, sia quella dello scontro reciproco, nella traduzione italiana si perde completamente questa connotazione per dargliene una molto più neutrale.

La donna che visse due volte (1958), di Alfred Hitchcock

Con la traduzione italiana scelta per il seguente film, si è scelto – volontariamente o involontariamente – di offrire uno spoiler corposo sulla sua trama. Si tratta di La donna che visse due volte, nell’originale con il titolo di Vertigo in cui si narra la storia di un ex investigatore di San Francisco che soffre di acrofobia e che si ritrova a dover seguire le tracce di una vecchia amica della moglie per attività sospette, diventando sempre più ossessionato da lei. Contrariamente dalla versione italiana, il titolo originale composto da un’unica parola che significa “vortice” che riprende quello in cui si ritrova il protagonista, senza svelare troppo dell’intreccio del film.

L’attimo fuggente (1989), di Peter Weir

“Oh, Capitano! Mio Capitano!” Chiunque abbia visto questo film almeno una volta, riconoscerebbe immediatamente il suo titolo. Stiamo parlando di L’attimo fuggente, la storia commovente di un professore di letteratura inglese che diventa fonte di ispirazione per i suoi studenti su come affrontare non solo il mondo scolastico e la cultura, ma anche la vita nel senso assoluto. Nella versione originale il lungometraggio si intitola Dead Poets Society, ossia letteralmente “la società dei poeti estinti”, che fa riferimento sia al fatto che gli studenti si ritrovano a studiare i grandi autori della letteratura inglese oramai morti, ma anche che loro stessi, in quanto amanti della poesia, si sentono come una specie in via di estinzione, un’élite. Con il titolo scelto per la traduzione italiana, si perde questa connotazione legata alla passione viscerale per la letteratura, optando per il concetto oraziano del carpe diem, ossia di cogliere l’attimo, insegnato dal professore ai suoi alunni.

Mamma, ho perso l’aereo (1990), di Chris Columbus

Tra i classici intramontabili da vedere durante le vacanze di Natale, Mamma ho perso l’aereo non può di certo mancare. La trama è alquanto semplice, ma tuttavia di una trovata geniale originale. Un bambino viene lasciato – per sbaglio a casa da solo e si ritrova ad avere tutto quanto lo spazio per sé e a poter fare ciò che vuole – nella frenesia della partenza per un viaggio di Natale dalla sua famiglia che si accorge di essersi dimenticato di lui quando ormai si trovano già tutti quanti all’aeroporto. Per quanto riguarda il titolo del film, mentre nella versione originale Home Alone si è scelto di orientarsi sulla conseguenza protagonista della trama – ossia il fatto di ritrovarsi “home alone”, a casa da solo – nella traduzione italiana si è spostato il focus sulla causa, ossia sul fatto di aver perso l’aereo.

Le ali della libertà (1994), di Frank Darabont

Tra i film più commoventi della storia del cinema, Le ali della libertà racconta la storia di un banchiere che, dopo essere stato incarcerato negli anni ’40 per il duplice omicidio della moglie e dell’amante, si ritrova a ricostruire la sua vita da zero alla ricerca di speranza all’interno della prigione di Shawshank, dando una mano con la contabilità a un secondino grazie alle sue conoscenze bancarie, finendo per ottenere l’amicizia degli altri suoi compagni. Il titolo originale del film, The Shawshank Redemption, è un riferimento esplicito alla redenzione personale, nuovamente focus centrale della narrazione, che insegue il protagonista all’interno della prigione di Shawshank, così come quella dei suoi ex compagni carcerati. Per la traduzione italiana si è scelto di adottare l’espressione “le ali della libertà” in cui si esprime il medesimo concetto di liberazione e catarsi però in un senso metaforico.

Se mi lasci ti cancello (2001), di Michel Gondry

Un film iconico per il suo contenuto innovativo e la forma strategica con cui si presenta, tra i più conosciuti per la mis-traduzione, Se mi lasci ti cancello rientra fra quei prodotti che non stimolano la visione solo a leggerne il titolo. Effettivamente, la strada intrapresa per la traduzione italiana è senza dubbio una coerente illustrazione delle dinamiche interne e degli eventi chiave, però a confrontarla con quella della versione originale diventa alquanto imbarazzante e di bassa qualità. Di fatti, il film racconta di un ragazzo e una ragazza che si sono incontrati casualmente su un treno e finiscono per innamorarsi, e dopo che il loro rapporto prende una brutta piega, decidono di cancellarsi a vicenda dalla loro mente tramite un apposito macchinario. Tuttavia, c’è da considerare che il titolo originale è un verso di una poesia di Alexander Pope, The Eternal Sunshine of the Spotless Mind, che letteralmente si traduce come “lo splendore eterno della mente impeccabile” che esprime in modo poetico cià che accade all’interno della pellicola.

Ubriaco d’amore (2002), di Paul Thomas Anderson

Tra i lavori meno conosciuti di Paul Thomas Anderson, Ubriaco d’amore è una commedia romantica con protagonista Adam Sandler nei panni di un proprietario di una piccola azienda impacciato che incontra l’amore della sua vita dopo essere stato minacciato da un gruppo di truffatori. La traduzione italiana in questo senso impoverisce e sminuisce il senso dato dal titolo dell’originiale “l’amore steso al suolo”, nella sua duplice accezione sia nel senso metaforico amoroso, che in quello di ricevere aggressioni fisiche o mentali come quelle di cui è vittima, che in italiano viene rispettato solo per quello di ubriachezza metaforica amorosa.

Non è mai troppo tardi (2007), di Rob Reiner

Protagonisti di questa commedia dalle sfumature drammatiche sono degli strepitosi Jack Nicholson e Morgan Freeman nei panni di due uomini che si ritrovano a condividere la medesima stanza di ospedale scoprendo di avere in comune molte più cose di quanto previsto, oltre al fatto di avere ancora poco tempo da vivere. Il titolo originale del film, rispetto all’esplicito “non è mai troppo tardi” che sottolinea il tempo a disposizione per recuperare la propria vita, The Bucket List fa riferimento in modo ironico a un’espressione della lingua inglese legata a un’operazione storica e culturale in cui la “lista delle cose da fare prima di morire” corrispondono a quelle che l‘esecutore dell’ impiccagione si ritrova a dover attuare tra cui “dare un calcio allo sgabello” su cui sono poggiati i piedi del condannato a morte (“kicks the Bucket”).

Il petroliere (2007), di Paul Thomas Anderson

Tra le interpretazioni magistrali di Daniel Day-Lewis, Il petroliere racconta la storia vera di un uomo avido che vuole arricchirsi diventando un gestore di giacimenti per l’estrazione di petrolio, nascondendosi dietro la maschera di padre di famiglia per aggraziarsi il lasciapassare dei suoi colleghi di lavoro. Mentre la traduzione itaiana “il petroliere” non lascia spazio a interpretazioni o a allusioni di chissà quale tipo, la versione originale, There Will Be Blood, resta molto più metaforica esprimendo “ci sarà sangue” inteso sia come quello letterale di spargimento di morti, ma anche il sangue figurato del petrolio.

500 giorni insieme (2009), di Marc Webb

Una commedia spensierata, priva di illusioni sulla tematica delle relazioni amorose, 500 giorni insieme è il film che ha reso ufficialmente noti i volti di Joseph Gordon-Levitt e Zoey Deschanel nei panni dei due giovani che sembrano entrambi innamorati per poi scoprire che invece l’amore non è reciproco, perché i due cercano due cose diverse al momento nella loro vita. Il titolo originale, 500 Days of Summer, è un’ottima scelta in quanto la ragazza si chiama lettteralmente Summer “estate” e i due si frequentano per 500 giorni. Nella traduzione italiana, invece, questo gioco di parole si perde completamente, optando semplicemente a sottolineare il periodo del loro amore.

Una notte da leoni (2009), di Todd Phillips

Pensare che il regista di Joker sia lo stesso di Una notte da leoni sembrerebbe strano per il cambio di genere e atmosfera. La storia racconta di un gruppo di tre amici in viaggio di addio al celibato di uno di loro che deve sposarsi e finiscono per combinarne di tutti i colori, finendo per perdere persino il futuro sposo. Mentre il titolo originale The Hangover farebbe riferimento allo stato fisico e mentale del giorno dopo, ossia dei postumi dopo una notte brava, nella traduzione italiana si è optato per un’espressione equivalente della lingua di arrivo come quella di “una notte da leoni” per definire il medesimo concetto ma in modo decisamente più blando.

L’amore bugiardo (2014), di David Fincher

Autore di spicco di thriller, in L’amore bugiardo David Fincher costruisce una narrazione basata interamente sulla creazione falsata di una verità per poi scoprire come sono realmente accaduti i fatti in cui è coinvolto il personaggio interpretato da Ben Affleck inerenti alla scomparsa e al presunto omicidio della moglie per sua mano. Questo è uno di quei rari casi in cui la resa della traduzione italiana “l’amore bugiardo” non è poi così pessima rispetto al titolo originale Gone Girl, ossia “la ragazza scomparsa”, poiché da quanto svelato durante la visione si tratta a tutti gli effetti di un amore costruito una bugia dopo l’altra, non solo per il fatto che si pensi all’inizio del film che l’uomo stia mentendo sulla sparizione di sua moglie.

The Holdovers (2023), di Alexander Payne

Una doverosa aggiunta alle visioni must durante le vacanze di Natale, The Holdovers – Lezioni di vita sarebbe stata la sorpresa perfetta da trovare sotto l’albero ma che invece si è presentata sul grande schermo con circa un mese di ritardo rispetto al periodo previsto. Si tratta di una tenera e irriverente commedia ambientata in una scuola americana in cui un professore non ben visto si ritrova a trascorrere le vacanze natalizie insieme al personale e a un suo alunno che lo detesta e di cui si prende gioco, per poi finire per conoscersi meglio e andare d’accordo. In questo caso, non si tratta di apportare una vera e propria traduzione al titolo originale, ma di apporvi un sottotitolo “lezioni di vita” che riprende dunque la morale e il fine educativo della storia. Così facendo, il gioco di parole creato nella versiona in inglese, gli “holdovers” sono letteralmente “gli avanzi” sia dei pasti, che intesi metaforicamente come le persone che rimangono all’interno della scuola da soli, ma anche della vita in senso assoluto come se fossero dei veri emarginati.

L’innocenza (2023), di Hirokazu Kore’eda

Atteso e già assicurato ennesimo capolavoro del maestro vincitore della Palma d’Oro con Un affare di famiglia, L’innocenza è il nuovo film di Hirokazu Kore’eda in uscita nelle sale italiane dal 22 agosto 2024 premiato al Festival di Cannes 2023 per la Miglior Sceneggiatura racconta la storia di un ragazzino, Minato, che dopo comportamenti strani che fanno preoccupare la madre decide di indagare per sapere cosa sta succedendo al figlio. Mentre il titolo italiano indica un nodo della narrazione che non può essere ben chiaro prima di aver visto la pellicola, nella versione originale “怪物” significherebbe “il mostro” così come adottato per la traduzione inglese, Monster, parola che si sente ripetere durante il trailer ufficiale riferito al personaggio principale del bambino.