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Recensione – House of the Dragon 2×07: La Semina Rossa

“House of the Dragon” è oramai ad una sola puntata dalla fine di questa seconda stagione, ma quali sono gli ultimi tasselli da posizionare prima del tanto atteso finale?
Recensione - House of the Dragon 2x07: La Semina Rossa

Ad un passo dal finale di stagione “House of the Dragon” propone una nuova puntata ricca di pathos, preparando il terreno per il grande conflitto preannunciato fin dall’ultimo episodio della passata stagione. La serie ideata da Ryan Condal e George R. R. Martin, spin-off della tanto amata “Game of Thrones”, ha affrontato, almeno fino ad oggi, un percorso sempre più in discesa grazie ad un repentino innalzamento dell’asticella qualitativa. Ora è arrivato il momento che tutti i nodi vengano al pettine, un obiettivo non da poco perché l’eventuale disastro potrebbe nascondersi dietro l’angolo, ma le premesse restano molto positive visto l’andazzo dello show televisivo. Di seguito la trama e la recensione del settimo episodio della seconda stagione di “House of the Dragon”

La trama del settimo episodio della seconda stagione di House of the Dragon 

Rhaenyra (Emma D’Arcy), dopo aver lasciato in fretta e furia la fortezza di Roccia del Drago, raggiunge la spiaggia e si imbatte in Addam (Clinton Liberty), il quale le giura immediatamente fedeltà chiedendo di essere promosso a cavaliere di draghi. La sovrana, inoltre, prosegue la sua ricerca di nuovi candidati per le altre creature alate tra i bordelli di Approdo del Re, seguendo i suggerimenti di Mysaria (Sonoya Mizuno), per poi affrontare una discussione con suo figlio Jacaerys (Harry Collett), restio dal condividere la scelta di sua madre e con un pensiero al suo futuro, essendo il diretto erede al trono. Nel frattempo, dopo la sua rimozione dal Concilio Ristretto, Alicent Hightower (Olivia Cooke) si sposta nel Bosco del Re, dove si rifugia e tenta di affrontare tutto quello che le è accaduto. 

La giovane Rhaena (Phoebe Campbell), invece, nel lasciare il castello degli Arryn con i piccoli principi, decide di allontanarsi per cercare il misterioso drago che pare trovarsi nella Valle. Mentre il solitario Daemon (Matt Smith) viene raggiunto dal nuovo Lord Supremo delle Terre dei Fiumi, il giovane Oscar Tully (Archie Barnes), un ragazzo inesperto, ma che si prende subito la scena di fronte agli altri Lord, promuovendo il suo profondo dissenso nei confronti del comportamento del principe Targaryen. Per raggiungere il suo scopo ed ottenere finalmente il tanto desiderato esercito Daemon è, però, costretto a giustiziare Lord Blackwood, per poi imbattersi in una nuove visione con protagonista suo fratello Viserys (Paddy Considine). 

Recensione - House of the Dragon 2x07: La Semina Rossa

La recensione di House of the Dragon: “La Semina Rossa” 

Questo penultimo episodio della seconda stagione di “House of the Dragon” non fa altro che posizionare le ultime pedine sull’ipotetica scacchiera del confronto sempre più accesso tra i due schieramenti Targaryen. Tornano protagoniste le incredibili creature alate, soprattutto in una sequenza finale che non può che lasciare a bocca aperta i fan più accaniti dello show televisivo HBO. Dopo diverse peripezie la leader dei “neri” ora ha molti più draghi, con i rispettivi cavalieri pronti a spalleggiarla ed affrontare il possente Vaghar, nonostante l’indubbia inesperienza dei suoi nuovi seguaci. Lo stesso Aemond () non può far altro che rientrare ad Approdo del Re e decidere se contrattaccare con una nuova strategia oppure attendere la prima mossa dei suoi avversari. 

Il finale nella sua superficialità giustificata da quella voglia di creare l’evento, o il prevedibile colpo di scena, per quella gran fetta di fanbase di “Game of Thrones” risulta comunque accattivante anche per il pubblico generalista, l’episodio, come la seconda parte di questa nuova stagione soffre un po’ di una progressiva lentezza e calo di quel ritmo precedentemente forsennato della prima parte della serie televisiva. Una caratteristica che non rappresenta per forza un difetto, ma che in parte mostra quelle sue debolezze e mancanze di materiale effettivo su cui poter lavorare se l’obiettivo è realizzare più stagioni di “House of the Dragon”. 

A farla da padrone continuano ad essere i tanti protagonisti, se il confronto a distanza tra le due Regine puntata dopo puntata risulta essere sempre meno fondamentale, è proprio la regina dei “neri” che continua a rubare la scena grazie ad una performance di alto livello da parte di Emma D’Arcy. Dal canto suo Olivia Cooke, l’interprete di Alicent, non può far altro che seguire il destino del suo personaggio, oramai abbandonato a sé stesso e con un ruolo che si potrebbe definire marginale. Gli stessi “verdi” in questo episodio vengono lasciati un po’ in secondo piano, ma il motivo è molto semplice: l’intera puntata ruota quasi interamente intorno all’ultima grande mossa strategica di Rhaenyra. L’unico che continua a seguire una parabola in parte discendente è, invece, il solitario Daemon, il quale continua ad essere vittima delle innumerevoli visioni, come la seconda con protagonista suo fratello Viserys, ma finisce per prendere parte ad una delle sequenze più d’impatto della puntata: la decapitazione di Lord Blackwood decisa dal giovane nuovo Lord dei Fiumi ed eseguita proprio dal principe Targaryen. 

Gli ultimi due aspetti che risultano molto importanti sono: da un lato la storyline che segue questi fantomatici nuovi cavalieri, mentre dall’altro ci sono le diverse sotto-trame che popolano anche i meandri del regno. La prima resta un’elemento che scatena una gradevole curiosità, dall’osservare da vicino queste enormi creature e scoprire chi sarà il cavaliere che avrà il compito di cavalcarle, seguire la metodologia di avvicinamento a questi draghi e poi vedere quanti, invece, sono costretti a lasciarci la pelle inseguendo il sogno di cambiare la propria vita, lasciando per sempre la povertà dei sobborghi di Approdo del Re. Mentre dall’altro lato resta improbabile che il pubblico possa ottenere tutte le risposte necessarie a colmare le diverse domande legate alle differenti ulteriori linee narrative che questa seconda stagione ha creato e raccontato, senza, almeno per il momento, trovando la giusta collocazione ed un piccolo accenno di conclusione. 

Recensione - House of the Dragon 2x07: La Semina Rossa

L’ultimo tassello prima del grande conflitto 

Insomma, “La Semina Rossa” rappresenta quell’ultimo tassello prima del grande conflitto, una battaglia che critica e pubblico si augurano di grande impatto, anche se è prevedibile che non sarà la vera e propria conclusione della storia. Confermata la terza stagione, il progetto “House of the Dragon”, anche se pare non poter avere vita lunga come la serie madre “Game of Thrones”, di certo subirà qualche altro rinnovo, visti soprattutto gli alti dati d’ascolto ed il successo che, nel bene e nel male, lo show sta ottenendo. Se la prima stagione, col senno di poi, da gran parte del pubblico non è ricordata piacevolmente, questa seconda è indubbiamente un gran passo in avanti, qualitativamente parlando. 

Il cambio degli showrunner risulta evidente e, come sottolineato in altre analisi dei precedenti episodi, c’è un livello molto più alto dell’asticella, basti pensare all’utilizzo di una cgi migliore e che si amala meglio con i paesaggi e personaggi reali, scene d’azione più credibili e fluide nei movimenti, più approfondimenti relativi ai personaggi di contorno, tanti difetti relativi alla prima stagione che qui sono stati lavorati e quasi totalmente eliminati. Ora manca solamente una puntata, quella tanto attesa conclusione che potrebbe sorprendere sia in maniera positiva sia in negativo, la speranza è che segua la struttura di questa stagione e che, lasciando ovviamente un’apertura al prosegue della storia, possa risultare quantomeno soddisfacente e realmente conclusiva. 

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