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I migliori film con Nicole Kidman

Uno dei volti più conosciuti e simbolici del mondo del cinema è quello di Nicole Kidman: ma quali sono i migliori film con l’attrice?
La classifica dei film con Nicole Kidman

Nicole Kidman è una delle attrici più conosciute al mondo, tant’è che viene considerata un vero e proprio simbolo associato al cinema. Nata a Honolulu nel 1967 la sua carriera è cominciata prestissimo per lei, precisamente nel 1983, ed è ancora oggi in attività collezionando tantissimi successi sia in termini di critica che di pubblico. Si tratta di un’artista che ha lavorato praticamente in ogni ambito, dal teatro fino alla musica, ma è ad Hollywood che la Kidman si è fatta conoscere al punto tale da ricevere un premio Oscar, cinque Golden Globe, un BAFTA, uno Screen Actors Guild Award ed un Emmy, ma ha anche ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame. Data l’enorme quantità di progetto ai quali ha preso parte: quali sono i migliori film con Nicole Kidman? Di seguito la classifica in ordine crescente.

15) Il sacrificio del cervo sacro (2017), di Yorgos Lanthimos

Film a dir poco particolare quello del discusso regista greco Yorgos Lanthimos, ma quel che è certo è che in Il sacrificio del cervo sacro Nicole Kidman si ricorda ben volentieri grazie ad una performance da etichettare come agghiacciante. L’attrice infatti incarna perfettamente quel senso di minaccia graduale e costante dovuto ad una maledizione lanciata per vendetta da Martin (Barry Keoghan), per cui da un lato risulta essere calma, pur essendoci vari momenti disperatissimi, ma dall’altro si dimostra ambigua nella sua seducente presenza scenica, producendo di conseguenza un contrasto a dir poco inquietante con quella che è la tensione di questo tragico thriller. Nonostante la famiglia del suo personaggio stia andando in frantumi passo dopo passo, la Kidman non perde il suo stridente raziocinio e sa benissimo con quali tempi manifestare la personalità di Anna Murphy.

14) Queen of the desert (2015), di Werner Herzog

In pochi sono a conoscenza del fatto che, nel 2015, Nicole Kidman ha preso parte ad uno degli ultimi progetti di Werner Herzog, uno dei registi europei più importanti di sempre che, per raccontare parzialmente la vita dell’archeologa e politica britannica Gertrude Bell, affianca all’attrice australiana Robert Pattinson, James Franco e Damian Lewis. Non uno dei migliori lavori del maestro tedesco e non la più celebre interpretazione di Kidman, ma un prodotto di alto livello importante anche e soprattutto per la collaborazione in sé.

13) The Others (2001), di Alejandro Amenábar

La Kidman regge The Others sulle spalle perché per quasi tutto il film è sullo schermo, sia in autonomia che in presenza dei due giovani attori, nei rispettivi ruoli dei figli di Grace Stewart, personaggio attorno cui ruota l’atmosfera del thriller psicologico in questione. Data la situazione in cui verte questa esigua famiglia controllata per l’appunto dalla Stewart, ovvero con due bambini fotosensibili ai quali vanno comunque forniti viveri ed istruzioni, Nicole Kidman risulta magistrale nel catturare e restituire al pubblico la fragilità del personaggio senza rinunciare alla determinazione.

Il risultato ottenuto è quello di una presenza avvolta da un’aura di tensione crescente e di mistero pronta ad esplorare in qualsiasi momento, ecco perché l’attrice riesce a mantenere alta la soglia dell’attenzione dello spettatore, il quale si ritrova in bilico tra il dubbio e la paura. In conclusione, Grace Stewart viene caratterizzata dalla Kidman come una donna sinistra e tenera, mix davvero strano e proprio per questo indimenticabile.

12) Moulin Rouge! (2001), di Baz Luhrmann

A proposito di ruoli memorabili, sarebbe impossibile non inserire in classifica quello di Satine, stella del cabaret resa speciale proprio da Nicole Kidman, che qui brilla di luce propria pur registrando un’invidiabile alchimia con il collega – nel film amante – Ewan McGregor. Il Moulin Rouge! di Baz Luhrmann è una combinazione di tratti glamour, di passione e di destini tragici, ma ad elevare ancor di più l’asticella sono le doti sia recitative che vocali che coreografiche della Kidman, artista a tutto tondo che dimostra in questa imperdibile occasione di poter fare qualunque cosa. Di fatto è l’attrice a marcare i passaggi di tono da melodrammatico a commedia musicale, giocando sul seducente fascino e la disperazione di un personaggio emblematico nella sua carriera.

11) Stoker (2013), di Park Chan-wook

Dopo aver scritto la storia con la trilogia della vendetta, per il suo primo film in lingua inglese il regista Park Chan-wook decide di affidarsi a Nicole Kidman, molto più di una semplice star hollywoodiana in grado di trainare il progetto col proprio nome. Stoker non riesce a raggiungere il livello dei progetti precedenti del regista sudcoreano e per questo non può trovarsi più in alto in classifica, come anche per il fatto che la vera protagonista è Mia Wasikowska, ma il ruolo di Nicole Kidman merita di certo una menzione e, anche in questo caso, è importante menzionare il tipo di collaborazione, segno di grande gusto ed attenzione alle scelte prese per la propria carriera.

10) The interpreter (2005), di Sidney Pollack

Titolo ingiustamente dimenticato è The interpreter, ultimo lungometraggio diretto da Sidney Pollack prima della sua morte, avvenuta tre anni più tardi. Nel 2005 però, Nicole Kidman affianca Sean Penn in questo thriller politico che ha creato non pochi problemi con lo Zimbawe visto che, nonostante la presenza di diversi fatti e personaggi inventati, le somiglianze con il paese africano ed il suo leader Robert Mugabe sono molteplici. Il film resta di grande livello e l’interpretazione dell’attrice australiana avrebbe meritato una maggiore attenzione.

9) La macchia umana (2003), di Robert Benton

Se The interpreter segnava la fine della carriera da regista di Sidney Pollack, La macchia umana è invece il penultimo lungometraggio di Robert Benton, uno tra i registi più sottovalutati e meno ricordati nella storia del cinema americano che, grazie ad opere come Kramer contro Kramer o Le stagioni del cuore, ha contribuito a scrivere. Questo film è uno dei suoi progetti meno ricordati ma non per questo di livello inferiore. Una pellicola di assoluta maturità, dove Nicole Kidman recita al fianco di Anthony Hopkins e Ed Harris regalando una performance da attrice consumata che, per quanto non venga mai citata, resta tra le migliori nella sua carriera.

8) The Northman (2022), di Robert Eggers

La regina Gudrún di The Northman è a dir poco sensazionale grazie al minuzioso lavoro svolto su di essa da parte di Nicole Kidman, la quale è superba nell’attingere dalle complesse sfaccettature del personaggio per tirar fuori il meglio in qualunque scena, e a seconda dell’espressività e del tono richiesti. Si tratta di una performance stratificata, intensa al punto giusto per rivelare a passi lenti e ben distesi i segreti dell’ambigua regina, nonché le motivazioni che giustificano le sue parole ed azioni. Questo personaggio femminile appare estremamente moderno poiché mescola le caratteristiche dell’amore materno a quelle scaturite dall’ambizione, dunque quella della regina Gudrún è sia una dirompente presenza scenica che un pilastro narrativo nel film di Robert Eggers.

7) L’inganno (2017), di Sofia Coppola

Uno dei migliori film con Nicole Kidman è L’inganno, diretto da Sofia Coppola e distribuito nel 2017. L’attrice qui interpreta Miss Martha, una fin troppo protettiva direttrice che controlla una scuola per ragazze durante gli anni della Guerra di Secessione. Il cast al femminile è memorabile, ma non sarebbe stato lo stesso senza la Kidman siccome è lei a guidare le altre, quasi come se si stesse assistendo, in maniera metacinematografica, ad una lezione di recitazione.

Infatti, l’attrice riesce con abilità a districarsi tra la freddezza trasmessa dalla figura austera e autoritaria che interpreta e le sfumature più intime appartenenti proprio al personaggio, quindi la compassione e il desiderio soffocato che pian piano emerge. Navigando tra la disciplina e la tensione sessuale avvertita a causa dell’introduzione del militare a cui presta il volto Colin Farrell, la Kidman contribuisce a veicolare il tono ambiguo e claustrofobico del film della Coppola.

6) Birth – Io sono Sean (2004), di Jonathan Glazer

Quanto fece discutere, nel 2004, Birth – Io sono Sean. Presentato in anteprima a Venezia61, il secondo lungometraggio di Jonathan Glazer – oggi noto a livello mondiale grazie al successo di La zona d’interesse – racconta infatti la storia di una donna che, dopo la morte del marito e ad un passo dal suo secondo matrimonio, incontra un ragazzino che dice di essere proprio il suo defunto amato. Una storia che, come affermato dallo stesso regista, parla di come l’amore conduca questa donna alla pazzia, ma il rapporto tra i personaggi interpretati da Nicole Kidman e Cameron Bright – che ai tempi avevano rispettivamente 37 e 11 anni – fece scalpore. In ogni caso, Kidman è qui mattatrice assoluta e non lo si può non definire uno dei migliori lavori della sua intera storia cinematografica.

5) Ritratto di signora (1999), di Jane Campion

Donna arricchitasi improvvisamente grazie al riconoscimento di una rilevante eredità, e di conseguenza è in tutto e per tutto alla ricerca dell’indipendenza, la Isabel Archer interpretata da Nicole Kidman in Ritratto di signora figura come un personaggio incredibilmente complesso sul piano psicologico, ma al contempo non manca di mostrare un’essenziale – ai fini della narrazione – profondità emotiva.

L’attrice è fenomenale nel rendere la donna in questione un personaggio tridimensionale, realistico e aggraziato, ma ciò che più lascia di stucco guardando il film di Jane Campion è l’evoluzione grandiosamente catturata dalla Kidman. Infatti, Isabel rigetta le costrizioni sociali che vorrebbero incatenarla ad un insano destino, ma passa dall’essere una figura ingenua ad una persona consapevole del suo tragico avvenire. La performance della Kidman è, in ultima analisi, sottile e simultaneamente intensa.

4) The Hours (2002), di Stephen Daldry

Il film che le è valso l’Oscar come miglior attrice protagonista è The Hours, dove tra le altre cose recita al fianco di Julianne Moore e Meryl Streep, per di più interpretando la famosa scrittrice Virginia Woof. Nonostante il suo iconico volto venga coperto dal perfetto trucco prostetico, Nicol Kidman è impressionante nel sentirsi libera di creare e al contempo di catturare tutte le potenziali fragilità psicologiche appartenenti alla Woolf, mettendo in atto un sublime meccanismo diviso tra il dolore e il fascino. L’attrice contribuisce all’esplorazione dei tormenti interiori insiti nella scrittrice, con la conseguente lotta per l’identità, svelando con sensibilità e commozione il vero Io di Virginia Woolf, “spaccata” tra l’isolamento e il desiderio di connettersi.

3) Da morire (1995), di Gus Van Sant

Certo, il suo debutto su grande schermo arrivò 12 anni prima, ma è nel 1995 che arriva il primo vero grande titolo della sua filmografia: Da morire. Gus Van Sant è bravissimo a comprendere il vero potenziale di Nicole Kidman ed a sottolinearne non solo la bravura ma anche la bellezza, con un personaggio in grado di illuminare ogni scena in cui è presente, qui dove è l’assoluta protagonista. Oggi sembra se lo ricordino in pochi, come anche il talento cristallino del suo regista, ma Da morire è un cult degli anni ’90 che ha contribuito in maniera decisiva al lancio dell’attrice australiana. Presentato in anteprima fuori concorso al 48esimo Festival di Cannes.

2) Dogville (2003), di Lars Von Trier

Aveva appena vinto il premio Oscar come miglior attrice ai 75esimi Academy Awards, riconoscimento che la consacra come una delle più grandi attrici della propria generazione capace di infilare, a cavallo tra la fine degli anni ’90 ed i primi anni 2000, cult e titoli di spessore uno dopo l’altro. La dimostrazione di come non si trattasse solamente di una grande attrice ma di un’artista a tutto tondo, dal gusto fine e volenterosa di mettersi costantemente in gioco, arriva però nel 2003 con Dogville.

Si tratta indubbiamente di una delle opere più apprezzate e riuscite del danese Lars Von Trier, autore controverso e sempre al limite che però, con Dogville, realizza uno dei suoi più grandi capolavori, cinico, brutale e rivoluzionario. Per quanto si tratti di un cast corale – con una piccola ma incredibile parte riservata a James Caan – è Nicole Kidman l’assoluta protagonista, per un titolo indimenticabile ancora oggi ricordato da ogni cinefilo.

1) Eyes Wide Shut (1999), di Stanley Kubrick

Il miglior film con Nicole Kidman è l’iconico capolavoro firmato Stanley Kubrick, ossia Eyes Wide Shut. C’è poco da dire e molto da vedere, poiché l’attrice qui interpreta la seducente ed imprescindibile Alice Harford, donna emblematica per l’andamento della storia. La sua confessione al marito interpretato da Tom Cruise è relativa ad un desiderio sessuale, e ciò finisce con lo svolgere il loro matrimonio in quella che ormai è diventata una delle scene più studiate per la composizione delle inquadrature.

La Kidman è meravigliosa nell’esplorare in poco tempo tutta la complessità di un personaggio profondamente umano quale è Alice, in un certo senso “assuefatta” dal desiderio e guidata dalle paure, generando quindi una donna sia vulnerabile che misteriosa. Proprio perché si tratta di film paragonabile ad una meditazione sulla psiche umana, la Kidman risulta indimenticabile sia per presenza scenica che per devozione al ruolo, poiché si è letteralmente immersa in un personaggio clamoroso, tutt’altro che facile da interpretare.