Cerca
Close this search box.

The Well scivola fragorosamente in una voragine di orrori

Il nuovo film di Federico Zampaglione è uno spassionato omaggio ad una certa tradizione di grande cinema italiano, per un antico orrore pronto a riemergere dall’oscurità. Peccato che l’occhio debba fare i conti con una sceneggiatura a dir poco scellerata.
Recensione del film horror di Federico Zampaglione The Well

Il 1° di agosto 2024 esce nelle sale italiane The Well, il nuovo film horror scritto e diretto da Federico Zampaglione alla sua quinta regia cinematografica. Il titolo, con protagonista Lauren LaVera e con la partecipazione di Claudia Gerini, è un film dell’orrore che fa della violenza fisica e della fascinazione gotica-stregonesca i suoi punti di forza, ma che presenta troppi punti critici i quali verranno di seguito analizzati nella recensione di The Well.

La trama di The Well, diretto da Federico Zampaglione

Su un’idea dello stesso Zampaglione e di Giacomo Gensini, The Well nasce dalla sceneggiatura firmata a quattro mani dal regista e da Stefano Masi, per un film ambientato nel 1993 nel piccolo paesino laziale di Sambuci. Questa è la meta di Lisa, giovane restauratrice incaricata dalla duchessa Emma Malvisi di portare a lucido un antico quadro presente all’interno del suo castello.

Dopo infatti aver incontrato e salutato 3 escursionisti arrivati in zona, Lisa arriva al palazzo e si mette subito al lavoro, anche perché è prevista una penale qualora il compito non venga ultimato in tempo. Portando alla luce il quadro pezzo pezzo, Lisa inizia però a vivere un’esperienza opprimente, fatta di incubi particolarmente reali ed altre singolarità. Finirà con il scoprire l’oscuro segreto di quel quadro, cuore di un Male secolare pronto a rinascere.

La recensione di The Well: altro che pozzo, una voragine

Al netto di tutti i punti critici di un film come The Well (che non sono pochi), si vuole innanzitutto sottolineare come quella di Zamaglione sia stata un’operazione semplicemente necessaria per il cinema italiano. All’interno di un’ambientazione tetramente favolistica come quella di Salem/Sambuci, il film permette di portare a galla uno speciale filone horror-fantasy rimasto per troppo tempo sotto il tappeto nella cinematografia del Bel Paese.

Senza ovviamente trascurare i nobili esempi che, quasi ogni anno, vengono comunque portati in sala o sul piccolo schermo al netto di una solita campagna pubblicitaria e distributiva amputata (tra i più recenti spicca il Piove di Paolo Strippoli), The Well è il ritorno al grande cinema italiano dell’orrore del passato. Non sarebbe infatti così assurdo ricollocare il film di Zampaglione a quella splendida tradizione anni ’70-’80, per scelte estetico-stilistiche e narrative, così come resta assai arduo non concedersi qualche parallelo (su tutti) tra la giovane restauratrice Lisa ed altri colleghi come la Virginia di Sette note in nero o lo Stefano di La casa dalle finestre che ridono.

Con questo si vuole fare riferimento esclusivamente a parallelismi e non a paragoni, anche perché The Well permette sì di far respirare a pieni polmoni la tradizione rinvigorita dal cinema di Fulci, Bava, Argento e Pupi Avati, ma presenta fin troppi ostacoli che lo fanno sprofondare non in un pozzo ma in una vera e propria voragine senza fondo. In tal senso, la sceneggiatura di The Well è a dir poco sciagurata sotto praticamente tutti i punti di vista, siano essi riferiti allo sviluppo narrativo, alla costruzione dei personaggi o agli espedienti utilizzati per amplificare l’effetto della visione. Sotto quest’ultimo profilo, la scrittura si presta anche ad un indegno sposalizio con il comparto sonoro che, menzione disonorevole a parte per un doppiaggio praticamente inascoltabile, infarcisce non poche volte la visione con cadute di stile particolarmente rumorose, come la scazzottata alla Bud Spencer nella cella.

Ma con espedienti si vuole far riferimento anche ad altre fastidiose facilonerie in sede di scrittura, come quello del volto del personaggio di Emma che esce fuori dal quadro per fortuna solo alla fine del film, o delle frecce a quanto pare capaci di spostare montagne, non considerando altre troppe forzature. Tra queste ultime, ad esempio, il fatto che Lisa parta da sola ad aiutare 3 quasi totali sconosciuti per lei, in un sotterraneo da incubo, con un energumeno a difesa, senza andare nel 1993 a chiamare ad esempio la polizia; piccolezze alle quali non si dovrebbe dare troppo peso, fa parte delle regole del genere, ma quando queste esagerano di numero la visione resta sempre indigesta.

Oltre alla presenza non rara di dialoghi inconsistenti, farraginosi e che creano almeno non poca perplessità, la sceneggiatura non prende il via certo da un soggetto particolarmente originale e costruisce una trama fallace con troppi buchi di trama. A ciò non si vuole far riferimento a frangenti come, ad esempio, quella involontariamente comica di Lisa che legge l’incantesimo dal quadro per sconfiggere la Creatura, ma proprio nella vera e propria confusione e superficialità nella presentazione del rituale e della maledizione legata al Demone. Ma se molto della trama di The Well viene lasciata al caso, ciò che colpisce particolarmente la visione in negativo è la gestione dei vari personaggi in scena.

In questa Casa dei 1000 corpi a conduzione famigliare, i caratteri non hanno la minima personalità, spessore, o background se non quelli di fogli di carta appiccicati sullo schermo per cercare di condurre le cose in qualche modo. Da questo punto di vista il carceriere interpretato da Lorenzo Renzi risulta forse quello più sacrificato tra i “villain”, con quello della giovane Giulia che si muove per motivazioni estremamente troppo fragili e con Lisa che a più riprese introduce nella visione il suo rapporto con il padre (alimentato anche da una sequenza onirica) ma senza che ciò entri realmente nella narrazione e finendo con un nulla di fatto. A tutto questo si aggiunge un finale ambiguo e dall’enorme potenziale che, tuttavia, non viene curato effettivamente a dovere per restituire una ferma analisi tematica sul ruolo della tecnologia come stregoneria del nuovo millennio.

Recensione film horror The Well

La recensione di The Well: un ritorno di sano ed antico orrore sullo schermo

Insomma con il nuovo film scritto e diretto da Federico Zampaglione i dubbi e le cadute di stile circa trama, personaggi e circostanze di sviluppo riempiono fastidiosamente lo schermo, il quale può tuttavia fregiarsi di un comparto tecnico di alto livello. Riferendosi infatti ad elementi squisitamente estetici, la visione di The Well cattura piacevolmente l’occhio, forte di un gusto gotico non indifferente che appunto torna ad omaggiare quella stessa tradizione cinematografica italiana sopracitata.

Sebbene si mostri a più riprese un budget contratto, di buon livello la direzione della fotografia da parte di Andrea Arnone e, soprattutto, della cura scenografica tanto nella tetra e gotica villa dal profumo antico quanto nella marcia prigione infestata dai ratti. Un orrore più volte presentato sullo schermo grazie anche ai movimenti di macchina della regia di Zampaglione, particolarmente funzionali per dare vigore specialmente alle sequenze più ricche di tensione, prima di esplodere nella violenza più efferata.

Oltre infatti a sequenze oniriche degnamente raccapriccianti, The Well resta infatti un film estremamente violento e carnale come non accadeva da ormai un bel tempo sui nostri schermi. E allora avanti con arti amputati, facce strappate via e piedi infilzati dai chiodi, per una costruzione artigianale degli effetti speciali prostetici di ottima qualità. All’elevata fattura dei momenti gore si unisce anche la costruzione fisica dei personaggi in scena, non solo nella bestiale interpretazione di Lorenzo Renzi e quella terrificante della modella Melanie Gaydos, ma anche nella realizzazione del Demone di forti richiami deltoriani.

Sebbene i loro personaggi siano orfani di una degna scrittura caratteristica, c’è da sottolineare come i personaggi (principali) di The Well offrano un’interpretazione calzante. Oltre agli appena citati Renzi e Gaydos (sicuramente i più impattanti anche e soprattutto per qualità fisiche non solo recitative), Claudia Gerini resta una strega ammaliante nei panni di Emma, con l’innocente determinazione di Lauren LaVera (protagonista di Terrifier 2) che conduce efficacemente i giochi. Per il resto, il montaggio di The Well ogni tanto perde la bussola, ma nonostante qualche reiterata sequenza ostentata la visione scorre in un ritmo ben oliato, coadiuvato da una colonna sonora cangiante che Zampaglione, da frontman dei Tiromancino, sa come esplodere nel “rock da cabala”.

In conclusione The Well è una boccata d’aria fresca per il genere, soprattutto per i figli di una certa tradizione di cinema horror italiano che poggia sul fantastico e sull’esoterismo per narrare una visione particolarmente violenta nel sangue e nel gore. Tuttavia, tolto infatti il notevole impatto all’occhio, il film viene fatto sprofondare nella voragine della superficialità e dell’inconsistenza che lasciano solo un forte amaro in bocca e grasse perplessità in testa.

3,0
Rated 3,0 out of 5
3,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
Film horror The Well locandina
The Well
The Well

The Well è il nuovo film scritto e diretto da Federico Zampaglione, che cattura l'occhio della forma ma si dimentica di curare a dovere una sostanza indigesta.

Voto del redattore:

5 / 10

Data di rilascio:

01/08/2024

Regia:

Federico Zampaglione

Cast:

Lauren LaVera, Claudia Gerini, Jonathan Dylan King, Yassine Fadel, Gianluigi Galvani, Giovanni Lombardo Radice, Linda Zampaglione, Lorenzo Renzi, Melanie Gaydos

Genere:

Horror

PRO

Ottimo gusto gotico nella ricostruzione foto-scenografica.
Di alto livello gli effetti speciali specialmente prostetici, concedendo necessario realismo alle sequenze gore.
Villain ricostruiti in modo efficace tra trucco e movenze recitative.
Una scrittura indigesta che struttura una trama fallace, personaggi inconsistenti ed espedienti narrativi involontariamente comici.
Il cast secondario si mostra decisamente troppo caricaturale.