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Con Epidemic, Lars Von Trier inizia a muoversi tra sacro e profano, realtà e finzione

Diretto nel 1987, Epidemic è il secondo lungometraggio del regista danese Lars Von Trier e parte della sua celebre trilogia europea. Ma vale la pena recuperarlo?
La recensione del secondo lungometraggio di Lars Von Trier, Epidemic, del 1987

La recensione di Epidemic, secondo lungometraggio diretto dal danese Lars Von Trier e parte della famigerata trilogia europea. Presentato in anteprima al 40esimo Festival di Cannes all’interno della sezione Un Certain Regard, l’opera segna una svolta nella carriera del regista e torna nelle sale italiane a partire dall’8 agosto 2024. A seguire, trama e recensione di Epidemic.

La trama di Epidemic, presentato al 40esimo Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard

Prima di passare all’analisi e recensione dell’opera, è bene dare un po’ di contesto parlando della trama di Epidemic, film di Lars Von Trier e secondo capitolo della trilogia europea, che nel 1987 fu presentato in anteprima a Cannes40: con protagonisti lo stesso regista e lo scrittore e co-sceneggiatore Niels Vørsel, l’opera segue le loro vite e carriere, con i due impegnati nella stesura di una sceneggiatura da consegnare ad un produttore, che racconta di un’epidemia che dilaga in tutto il mondo. Essa alterna momenti di realtà con altre scene che raccontano la stessa storia scritta dal duo, all’interno della quale Lars Von Trier interpreta il Dottor Mesmer, medico determinato a trovare una cura contro l’epidemia che, forse, è più vicina di quanto non si possa pensare.

Scena tratta da Epidemic, secondo lungometraggio diretto da Lars Von Trier

La recensione di Epidemic, diretto da Lars Von Trier

C’è un fattore decisivo e che spiega perfettamente l’essenza del pensiero cinematografico ed artistico di Lars Von Trier che spesso si prende sottogamba o si osserva da una prospettiva sbagliata, ovvero l’ironia, lo scherzo. Epidemic è stato più volte considerato l’anello debole della trilogia europea – di cui fanno parte anche L’elemento del Crimine ed Europa – ma si tratta di un abbaglio, di un falso storico nato dall’evidente difficoltà nell’analizzare un’opera che affronta tematiche così cruente in una maniera a tratti glaciale, a tratti giocosa.

Osservando l’intera filmografia del regista danese infatti, è chiaro come sia proprio in Epidemic che Lars Von Trier prende piena consapevolezza nei propri mezzi, comprende cosa vuole raccontare e, soprattutto, come vuole farlo. In ogni suo film, per più di 30 anni di carriera, egli ha sempre toccato questioni delicate, respingenti, al limite e lo ha fatto con il suo tocco autoriale sempre perfettamente riconoscibile, ma non impassibile di fronte agli avvenimenti. Certo, se si guarda alla sua famosa gaffe di Cannes64 o ad altre uscite infelici, si può pensare che non si tratti di altro se non di un pazzo insensibile che si diverte a giocare col fuoco, ma la verità è un’altra.

Lars Von Trier è una persona disturbata, ma un’artista. Egli tratta tutto ciò che è legato alla morte ed all’oscurità e lo allarga all’intera umanità ma, al netto di pensieri depressivi e nichilisti di vario genere, non spera di certo nella fine del mondo. Von Trier racconta delle storie e lo fa con lo stile che ama, omaggiando a sua volta gli amori di una vita – i riferimenti a Carl Theodor Dreyer e Andrej Tarkovskij sono evidenti in ogni singolo fotogramma, potenti e pulsanti, parte integrante della narrazione e degli umori della pellicola – comprendendo come, per raccontare una storia dell’orrore, non serve inventarsi nulla ma semplicemente guardare fuori dalla finestra, affacciandosi sul mondo ed osservando una realtà che, senza che lui alzi un dito, si autodistrugge.

Nel momento in cui si realizza quanto sia tutto estremamente labile, in bilico, ecco allora che l’unico modo per affrontare la realtà diventa la risata, il prendersi in giro. L’essenza di Epidemic non è altro che questa ed il suo tanto discusso finale, volutamente contraddittorio e divisivo, quasi respingente, segue in realtà una sua logica, con realtà e finzione che vanno a mescolarsi al punto da non notare più differenze e, di fronte al caos, la reazione di Lars Von Trier non è altro che un ghigno.

4,0
Rated 4,0 out of 5
4,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
La locandina ufficiale del secondo capitolo della trilogia europea diretto da Lars Von Trier, Epidemic
Epidemic
Epidemic

Presentato in anteprima nella sezione Un Certain Regard della 40esima edizione del Festival di Cannes, Epidemic è un film del 1987 diretto da Lars Von Trier, secondo capitolo della nota trilogia europea.

Voto del redattore:

8 / 10

Data di rilascio:

08/08/2024

Regia:

Lars Von Trier

Cast:

Lars Von Trier, Udo Kier, Niels Vørsel, Svend Ali Hamann

Genere:

Drammatico, Horror

PRO

Lars Von Trier ed il suo muoversi nelle zone grigie della cinematografia
Gli evidenti omaggi ai grandi del passato che hanno influenzato l’opera
Nessuno