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L’innocenza è una carezza, pura estasi cinematografica

Presentato in anteprima al 76esimo Festival di Cannes, dove è stata premiata la sceneggiatura di Yūji Sakamoto, L’innocenza è il nuovo film di Hirokazu Kore’eda. Ma è un film per tutti?
La recensione del nuovo film di Hirokazu Koreeda premiato a Cannes76, L'innocenza

La recensione di L’innocenza, il nuovo film diretto dal regista giapponese Hirokazu Kore’eda che arriva nelle sale italiane a partire dal 22 agosto 2024. Presentato in anteprima al 76esimo Festival di Cannes, Yūji Sakamoto è stato premiato con il Prix du Scénario per la miglior sceneggiatura. A seguire, trama e recensione di L’innocenza.

La trama di L’innocenza, presentato in anteprima a Cannes76

Prima di passare alla consueta analisi e recensione dell’opera, è bene concentrarsi innanzitutto sulla sua trama. L’innocenza – il nuovo film di Hirokazu Kore’eda vincitore del Prix du Scénario a Cannes76 – è ambientato in una piccola cittadina dove la vita scorre serenamente. Un giorno, il piccolo Minato torna da scuola e sua madre si accorge che ha un comportamento strano. Scavando in profondità, si renderà conto che c’è stata una rissa a scuola e che, dopo essere stati interrogati, i vari alunni hanno dato una versione di ciò che è successo che nasconde qualcosa di più grave che coinvolge addirittura un professore. La donna deciderà quindi di parlare con la dirigenza scolastica ed il diretto interessato, senza però ottenere le risposte sperate. A questo punto il film prende una piega diversa, inaspettata, che ci presenta la stessa storia vista dal punto di vista di ogni interessato, andando così a svelare cos’è successo davvero e cosa si cela dietro il comportamento del ragazzo.

Scena tratta da L'innocenza, il nuovo film di Hirokazu Kore'eda premiato a Cannes76

La recensione di L’innocenza, diretto da Hirokazu Kore’eda

Cos’è il cinema se non sperimentazione? Cosa significa essere un autore se non mettersi costantemente alla prova cercando nuove vie, nuove strade per portare su grande schermo storie che sappiano parlare agli spettatori di tutto il mondo? Con la Palma d’oro vinta nel 2018 con Un Affare di Famiglia, Hirokazu Kore’eda sembrava aver ormai raggiunto l’apice, una vetta talmente alta da mettere un punto alla sua carriera da cineasta nei termini e modi cui tutti lo hanno conosciuto sin dal suo debutto del 1995. Poteva adagiarsi sugli allori, ripetere costantemente la stessa (efficace) formula, eppure il regista di Tokyo ha deciso di emigrare prima in Francia e poi in Corea del Sud, per cercare di osservare la realtà da un punto di vista differente. Il risultato sono stati due film – Le Verità e Broker – certamente di livello, ma che davano la sensazione di un passo indietro. D’altronde, ripetersi dopo una Palma d’oro è a dir poco complicato.

Dopo 6 anni, Kore’eda decide allora di tornare a casa e di nuovo, piuttosto che andare di usato sicuro, rivoluziona la realtà, cambiando buona parte della sua troupe ed affidandosi, per la prima volta in carriera, ad una sceneggiatura scritta da altri. Il risultato è L’innocenza che, a Cannes76, verrà premiato proprio per la sceneggiatura di Yūji Sakamoto e che rappresenta, all’interno della filmografia del regista nipponico, l’inizio di una nuova fase, una rinascita, come quella più volte invocata dal giovane Minato, che troppo spesso si è sentito diverso e lontano dai suoi coetanei e da un paese intero, il Giappone, che forse non è perfetto come sembra voler raccontare al resto del mondo.

Nonostante l’evidente critica sociale e le tematiche in gioco, l’approccio di Hirokazu Kore’eda resta però quello della leggerezza, una carezza verso i proprio personaggi e gli spettatori stessi. L’innocenza è un thriller che gioca con il pubblico, che spesso viene confuso, portato fuoripista, ad immaginare il peggio possibile. Ad essere eccezionale resta però la prospettiva, la volontà e necessità di ascoltare ogni punto di vista, svelando poco alla volta ciò che si cela dietro i suoi 127 minuti di durata e sarà proprio l’ultimo atto, quello totalmente dedicato a Minato, a rendere il film superlativo. Il suo rapporto con Eri, il ragazzo con “il cervello di un maiale” che lo porta a scoprire per la prima volta la propria sessualità senza sfociare mai nel volgare ma anzi, rimanendo non implicita ma sopita, con un rispetto ed un amore che le musiche del compianto Ryūichi Sakamoto riescono a cogliere ed enfatizzare in maniera profonda ed efficace. Sono loro i mostri cui è dedicato il titolo originale del film – quanto ci sarebbe da parlare sulle troppo spesso scellerate traduzioni italiane – gli incompresi, ma anche gli unici capaci di vedere un futuro dove splende il sole, il tutto raccontato da quello che è, senza ombra di dubbio, il regista che più di tutti è in grado di raccontare i giovani e l’adolescenza.

5,0
Rated 5,0 out of 5
5,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
La locandina ufficiale del nuovo film di Hirokazu Kore'eda premiato a Cannes76, L'innocenza
L'innocenza
L’innocenza

Presentato in anteprima a Cannes76 dove Yūji Sakamoto ha vinto il Prix du Scénario, L'innocenza è il nuovo lungometraggio di Hirokazu Kore'eda con le musiche del compianto Ryūichi Sakamoto.

Voto del redattore:

9 / 10

Data di rilascio:

22/08/2024

Regia:

Hirokazu Kore'eda

Cast:

Sakura Andō, Eita Nagayama, Soya Kurokawa, Yota Hiiragi, Mitsuki Takahata, Akihiro Tsunoda, Shidō Nakamura, Yūko Tanaka

Genere:

Drammatico, Thriller

PRO

La poetica di Hirokazu Kore’eda
La sceneggiatura di Yūji Sakamoto
Le musiche di Ryūichi Sakamoto
Nessuno